Educazione digitale: spunti e riflessioni

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Qualche settimana fa lo staff di Thub06 ha avuto la possibilità di partecipare alla formazione con focus sul tema dell’educazione digitale e innovazione nella fascia 0-6 tenutosi a Milano presso Mind, organizzato da Consorzio CGM. L’incontro è stato curato dal team di Stripes Digitus Lab, Centro Internazionale di ricerca sulla robotica educativa e le tecnologie digitali.

La giornata ha permesso il confronto tra professionisti del settore prima infanzia sul tema della robotica educativa e delle tecnologie digitali in un’ambiente attrezzato per le attività di ricerca e sviluppo dove è stato possibile toccare con mano le potenzialità della robotica, del coding e dello scratch.

L’importanza di prendere in considerazione e fare proprio un alfabeto digitale è una necessità per educatori e operatori dettata dall’esigenza di ampliare la propria cassetta degli attrezzi vista la generazione di nativi digitali con i quali si entra in contatto.

Il primo ostacolo che incontrano molti educatori, che si trovano a doversi confrontare con il mondo digitale, è un ostacolo mentale proprio, una difficoltà nel fidarsi di nuovi strumenti senza farsi spaventare. Serve curiosità, ne serve tanta e lo sforzo di vedere nella robotica educativa non degli oggetti ma degli strumenti da integrare nel proprio approccio pedagogico ed educativo è il primo passo da compiere.

La magia e lo stupore che possono generare i robot che abbiamo avuto modo di programmare, con estrema semplicità e immediatezza come Cubetto, Thymio o gli Ozobot sono solo la scintilla iniziale perché la giornata di lavoro ha permesso di andare ad indagare quali dinamiche relazionali vengono toccate se viene utilizzata la robotica educativa nella fascia 0-6 anni.

L’interazione, la manipolazione, la promozione della cooperazione e di un protagonismo positivo che si innescano di fronte a un’attività di coding permette di andare a stimolare i piccoli sul problem solving, sulla sperimentazione dell’errore come valore educativo attraverso l’acquisizione delle soft skills.

Il pensiero che l’utilizzo delle tecnologie digitali in attività laboratoriali possano portare a proposte fredde e inanimate è uno stereotipo che può essere superato facilmente visitando ad esempio il nido del Carcere di Bollate, esperienza proposta durante la formazione. Qui un servizio per l’infanzia dall’impronta fortemente ecologica e tecnologica fa da ponte tra il carcere e il territorio superando barriere, vulnerabilità e povertà educative. La struttura è all’avanguardia sotto vari punti di vista: il cibo proposto è biologiconell’orto didattico i bambini possono sperimentare direttamente il legame con la terra ed è presente un laboratorio digitale. Uno spazio immersivo dove grazie a un proiettore, tablet, luci e materiale di recupero i bimbi possono compiere viaggi verso mondi fantastici.

Il Nido di Bollate è la dimostrazione che l’interazione tra digitale e mondo reale è un’opportunità di crescita e sviluppo da coltivare.

Operatrici e operatori di Thub06 pronti a essere contaminati?

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