ESSERE MADRE DI QUARTIERE: ASCOLTARE NON SIGNIFICA SENTIRE

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Il percorso intrapreso dalle Madri di Quartiere, attive all’interno di Thub06, ha dato modo di riflettere su diversi aspetti che intrecciano la sfera lavorativa e quella personale. Uno in particolare ha accumunato tre donne e madri che sono state attive a Torino, nei quartieri di Mirafiori Sud, Aurora e Vallette. Tutte hanno posto l’accento sul forte bisogno di ascolto che hanno riscontrato nelle famiglie incontrate, bisogno spesso sottovalutato.

Samia, Valentina e Miriam si sono scoperte punti di riferimento per i genitori coinvolti evidenziando come l’ascolto abbia un significato profondo. “Ascoltare vuol dire accogliere non solo le parole dell’altra persona nella sua lingua d’origine, racconta Samia, prestare attenzione e comprendere l’importanza di ciò che viene comunicato si è rivelata la chiave di accesso per creare relazioni di fiducia.

Samia è tunisina e ha 5 figli (1 bimba e 4 maschi ci tiene a specificarmi), sorride e inizia raccontandomi che quando il Cecchi Point, la Casa del Quartiere di Aurora, le ha proposto questo progetto, lei ha accettato subito perché “Io facevo già il lavoro che mi stavano chiedendo di fare, essere madre di quartiere io ce l’ho nel sangue e poi frequentavo già la Casa con i miei bimbi e conoscevo tante famiglie”. Samia è un’entusiasta di natura e continua dicendomi “conoscevo tante famiglie che non sapevano che c’era una Casa dove si poteva imparare l’italiano e portare i bimbi a giocare e io ho raccontato loro di questa bella opportunità”. Mentre racconta la immagino con antenne ben dritte con cui è riuscita e intercettare madri egiziane, marocchine e tunisine che difficilmente sarebbero state raggiunte diversamente. Con soddisfazione mi dice che la cosa più bella è stata “accompagnare le mamme in percorsi che si sono sempre conclusi, inizialmente non capivo bene poi ho colto l’importanza di non lasciare sospese le persone facendole aspettare ma accompagnandole dall’inizio alla fine, ho accompagnato una mamma per ottenere il nulla osta per fare arrivare i bimbi dalla Tunisia e alla fine ci siamo riuscite”. “Ci siamo riuscite”: Samia usa il plurale perché plurale è l’intervento delle madri di quartiere, è una “presa in carico” che parte dal singolo che viene accompagnato e inserito nella comunità grazie al lavoro minuzioso di cura della madre di quartiere e agli operatori degli snodi.

Valentina è italiana, ha 3 bimbi ed è stata il punto di riferimento presso la Casa nel Parco  dove anche lei mi sottolinea che “ascoltare significa stare, fisicamente e con la testa, a disposizione di una persona mettendosi da  parte per lasciare spazio all’altro”. Sollecitandola su cosa intenda per “dare spazio” Valentina specifica che “significa dare valore a quello che la persona dice e a quello che non dice”, la parte più complessa è sempre ascoltare i silenzi e cercare di dare loro voce, accompagnando senza sostituirsi.

Miriam ha lavorato a Mirafiori Nord presso Spazio Famiglie10 dove la frase che più è tornata durante il suo percorso mi dice essere stata “mettersi in ascolto dei grandi e dei più piccoli”.
Anche l’esperienza che racconta Miriam ha come nodo centrale quello del mettersi a disposizione dell’altro attraverso l’ascolto, “bisogna essere molto curiosi per fare questo lavoro e saper mettere da parte il proprio modo di vedere le cose, per dare spazio a quello che viene raccontato da chi abbiamo di fronte”. Miriam si emoziona perché le è stata data una grande opportunità e, durante il percorso, ha potuto conoscere storie intense come le definisce lei e mai sentite prima e si è creato un bellissimo gruppo colorato e ricco di vita”. Le storie che Miriam ha avuto modo di conoscere la portano infine ad una riflessione preziosa “Sentire una voce non significa ascoltarla. Per farlo è necessario provare a capire cosa sente e come si sente la persona che ho davanti”.

Salutando Miriam, Samia e Valentina le ringrazio per avermi ricordato che ascoltare significa prestare attenzione, è un processo attivo che richiede tempo ed energia perché mentre sentire è piuttosto facile, ascoltare ed essere ascoltati è più complicato. Si possono sentire le voci, ma non sempre si riesce a capirle e le madri di quartiere sono state capaci di provarci, accogliendo sempre tutte le fragilità.

 

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