Cambiare idea con la lettura espressiva.

di

Quattro incontri di due ore sulla lettura espressiva, pochissimo tempo.

E questa brevità costringe a inventare strade per raggiungere uno scambio profondo con una classe, cioè giovani persone a me sconosciute di fronte alle quali mi sento responsabile. Responsabile di cosa? Per semplificare diciamo che volevo lasciare regali utili.
Ho cominciato a definire cosa potesse essere un “regalo utile” grazie all’alleanza con un’insegnante appassionata, che intendeva leggere brani dai Promessi Sposi. Così, facendo emergere l’interiorità di Renzo e Lucia, abbiamo creato un percorso sul formarsi del pensiero critico. Come un giovane possa valutare la realtà e confrontarla ai propri desideri per cambiare, cioè crescere adesso. E una delle parole che è uscita dal libro per incarnarsi nel presente è stata “fiducia”.
Questa è cosa buona, ma non bastava a farmi sentire la coscienza a posto. Perché il corpo durante l’emissione della parola resta uno sconosciuto, come se parlare non ci coinvolgesse fino in fondo e, anzi, meglio così. Meglio dimenticarsi dell’interezza di quello che siamo.

Mi sono impegnata parecchio contro questa tendenza proponendo esercizi, giochi, occasioni di scoprire il senso dello spazio e delle azioni, la relazione. Ho lottato contro la velocità sempre uguale che fa arrivare alla fine delle pagine il prima possibile come per vincere una gara e sentirsi a posto, “giusti” nell’esecuzione di un compito. Ho coltivato la lentezza, perché si potesse intuire che si può godere dell’intensità e della diversità di ogni momento, che c’è tanta vita, anche nostra, dentro le parole e lì si può sostare e allo stesso tempo si può restituire questa vita con gratitudine agli altri nella lettura. Ho dato un microfono, ho messo una musica con cui dialogare. E tutti, uno per uno, hanno tentato fino in fondo e poi mi hanno guardato, e negli occhi c’era scritto “adesso fallo tu” prima che lo dicessero.
Io non ho mai voluto proporre esempi, perché per me è importante la strada che può trovare ogni mio allievo, non la mia versione dei fatti. Mi sono sempre rifiutata di “fare io”. Ma era evidente che se mi fossi sottratta avrei sbagliato, loro mi avevano seguita e avevano faticato, per cosa, cos’era questa roba così importante, per cui io mi “accanivo”?Mi è parso che fosse arrivato il momento di cambiare idea e di stare con i ragazzi nel tentativo di leggere l’Addio ai monti parola per parola, perché non dice solo dei sentimenti di Lucia, ma della grandezza che siamo noi ora nel provare sentimenti. Ho letto io, non perché come leggo io vada bene, ma perché un po’ ho voluto loro bene.


Di: Daniela Visani

Momenti del laboratorio di LETTURA ESPRESSIVA dedicati alla classe 1F, LSU – I.I.S “Vincenzo Capirola”, Ghedi (BS) e proposto dal capofila regionale Residenza IDRA.

Referente prof.ssa Immacolata Toscano
Guida l’attrice Daniela Visani
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Leggi anche: In viaggio con TERRA: il racconto dello studente Vincenzo Nesci. 

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