L’innovazione tecnologica al servizio del sociale

di

TAPPE è un progetto innovativo che ha portato (anche) alla creazione di un’applicazione per semplificare la gestione dei progetti nel terzo settore, evidenziando l’importanza dell’ascolto dei bisogni, della personalizzazione e l’emergere di una nuova professionalità.

Immaginiamo TAPPE – Territori Amichevoli, Persone Protagoniste, Esperienze come una storia che inizia.  Abbiamo un titolo, che svela i primi significati e l’immagine di una barca, costruita come un origami, che racchiude la promessa di un viaggio. Accomodatevi. Bussate alla porta, o salite sulla barca, come vi piace di più.

— —

“Sentivamo il bisogno di alternative valide per gestire la complessità, così abbiamo messo a disposizione un insieme di competenze: analitiche, logiche, conoscenze informatiche e della piattaforma, unitamente alla conoscenza specifica del lavoro nel Terzo Settore” spiega Mattia Strocchio della cooperativa Il Punto Scs, ente capofila del progetto Tappe. “E’ un progetto al quale crediamo molto”.

Mattia, raccontaci come è nata l’idea di creare un’applicazione?

Avevamo un problema, anzi ne avevamo diversi. Come spesso capita, le idee nascono per risolvere. Ed è stato così anche per noi. Il risultato è qualcosa di inedito, almeno, per il mondo in cui lavoriamo non è affatto scontato poter investire tempo e risorse per l’innovazione.

Quali problemi ha risolto l’app sviluppata?

L’app, di fatto, risolve diversi problemi. Tappe è una rete ampia del territorio piemontese, sono coinvolte oltre 30 realtà, senza contare le realtà sostenitrici del progetto. Il Punto ha il compito di guidare le azioni fino al raggiungimento degli obiettivi, primo fra tutti arrivare a coinvolgere 267 minori nella fascia di età tra i 6 e i 16 anni che vivono una condizione di disabilità.

Il primo problema era quello di dover gestire grandi quantità di dati con strumenti non sempre adeguati. I progetti del terzo settore spesso utilizzano file Excel di grandi dimensioni per il monitoraggio e la raccolta dati, che possono risultare difficili da consultare e interpretare. L’app ha trasformato questi file complessi in interfacce utente intuitive e facilmente consultabili.

Inoltre, i file tradizionali, soprattutto se condivisi, possono causare problemi di visualizzazione e modifiche indesiderate per tutti gli utenti. L’app offre una visualizzazione personalizzata dei dati per ogni utente, garantendo che ognuno veda solo le informazioni rilevanti per il proprio ruolo. Molti operatori del settore non hanno competenze avanzate nell’uso dei dispositivi, mentre l’app, grazie alla sua interfaccia utente semplice, consente a tutti di interagire con i dati senza necessità di competenze specifiche.

Non ultimo, c’è da considerare l’ottimizzare dei processi di lavoro che l’app, una volta appreso il funzionamento, rende più semplice, riducendo i tempi per l’inserimento, la visualizzazione e l’esportazione dei dati.

Utilizzandola, in questi mesi, ci stiamo anche accorgendo che può avere un importante ruolo anche nella comunicazione tra partner, operatori e operatrici, che possono accedere a informazioni aggiornate sulle attività da proporre ai beneficiari: collegandosi, anche da smartphone, possono verificare se ci sono opportunità e quali da proporre a possibili beneficiari.

Per arrivare a questo risultato, possiamo dire che occorrono competenze trasversali?

Accanto alle competenze specifiche, assumono sempre più importanza le competenze trasversali, come la capacità di lavorare in rete, di comunicare efficacemente, di gestire progetti complessi e di utilizzare le nuove tecnologie.

Il Terzo Settore è un ambito in continua crescita, ricco di opportunità per chi desidera mettere le proprie competenze al servizio di una causa sociale. Le nuove professioni che stanno emergendo offrono percorsi di carriera stimolanti e la possibilità di fare la differenza nella vita delle persone.

Lo sviluppo è nato da uno sketch iniziale, poi è diventato un disegno a colori, fino a diventare un “quadro”. Il processo è stato caratterizzato da un approccio autodidatta e dalla volontà di tradurre i bisogni degli utenti in un linguaggio semplice per l’app.

Come dicevo, è stato grazie alle diverse competenze coinvolte che siamo arrivati al risultato. Sono state fondamentali capacità di analisi dei processi, conoscenza della progettualità, capacità di tradurre i bisogni dei fruitori, delle fruitrici dell’app in un’interfaccia semplice e intuitiva. Poi logica e capacità di utilizzo delle piatteforme, UI (User Interface) e UX (User Experience), per l’interfaccia e l’esperienza utente. Ma soprattutto sono state fondamentali le competenze specifiche del settore del terzo settore, per comprendere le esigenze di operatori e operatrici, vincoli di rendicontazione e gestione dei dati.

L’app sviluppata per TAPPE ha rappresentato un’opportunità per rispondere a specifici bisogni tipici delle realtà no profit, fungendo anche da incubatore. Da questo punto di partenza, abbiamo deciso di mettere a disposizione del Terzo Settore la nostra esperienza e le nostre competenze, per offrire strumenti digitali personalizzati e facilmente accessibili.

Regioni

Ti potrebbe interessare

Capacity Building per operatrici e operatori: competenze inclusive sulla disabilità

di

Nel dinamico e spesso complesso mondo del sociale e della scuola, la capacità di affrontare le sfide, innovare e promuovere il benessere...

Tappe parte da qui, accomodatevi

di

  Immaginiamo TAPPE – Territori Amichevoli, Persone Protagoniste, Esperienze come una storia che inizia.  Abbiamo un titolo, che svela i primi significati...

Progettare il futuro insieme: un sostegno per le famiglie

di

Incontriamo Gloria Ferrero, psicologa e formatrice e Daniela Rosas, formatrice e giornalista, dell’Associazione Inventure, per proseguire il racconto di Tappe e di...