Quando l’arte dialoga col territorio

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Tra le attività espressive/ricreative proposte nelle scuole del progetto Stelle di Periferie, oggi vi raccontiamo due esperienze già avviate: laboratori di arte che coinvolgono il territorio.

Uno è il Laboratorio Coreutico di Musica e Danza, curato dall’Associazione Il Cacciatore Gracco Onlus, l’altro è il Laboratorio di Fotografia, a cura dell’Associazione 21 Luglio. I laboratori hanno la particolarità di avere una sorta di “partecipante” esterno: il quartiere in cui la scuola sorge e in cui i ragazzi vivono. Il territorio diventa non solo pubblico ma interlocutore e soggetto dell’arte praticata.

Musica e Danza: per vivificare il territorio

Il Laboratorio di Musica e Danza parte dalle forme espressive di alcune danze popolari italiche e mediterranee. Queste danze nascono come attività sociale aggregante. “Nel laboratorio si lavora sui linguaggi del corpo e della musica, con spirito di condivisione e partecipazione – ci spiega il tutor del progetto, Carlo Pisanò de Il Cacciatore Gracco. Gli aspetti relazionali, che la danza popolare presuppone, vengono valorizzati.”

I due insegnanti, Andrea De Siena e Ludovica Morleo, accompagnano i ragazzi in una esplorazione personale e di gruppo sul movimento nello spazio, sull’espressività corporea, sulla ritmica e sull’uso di strumenti musicali tradizionali e nuovi.

La danza popolare, inoltre, ripercorsa attraverso una visione contemporanea, sperimenta nuovi spazi scenici sociali. Infatti è prevista la preparazione di momenti dimostrativi e aggregativi negli spazi pubblici del quartiere. Incursioni urbane, flash mob, live performance saranno gli strumenti di una “riappropriazione” del territorio. L’obiettivo è la partecipazione del quartiere all’esperienza artistica.

Fotografia: per comunicare il territorio

Il laboratorio di fotografia è iniziato con due lezioni “propedeutiche”. L’insegnante, il fotografo Fabio Moscatelli, ha spiegato ai ragazzi come si realizza un progetto fotografico e ha mostrato alcuni esempi di autori che hanno trovato un loro modo di raccontare un territorio.

Il passo successivo è il lavoro sugli scatti dei ragazzi, che esploreranno il proprio quartiere seguendo un tema di riferimento. I temi proposti sono cinque: aspetto, individualità, diversità, differenze generazionali, il quartiere visto come un “contenitore”.

Fabio Moscatelli porta avanti da più di due anni un progetto fotografico intitolato Qui Vive Jeeg, che racconta proprio il quartiere di Tor Bella Monaca su cui lavoreranno i partecipanti al laboratorio.”Cerco di dare ai ragazzi poche regole, e solo indicazioni tecniche essenziali, per non “contaminare” la loro visione con la mia. Il racconto fotografico non prevede belle foto ma buone foto. Ai ragazzi chiedo: nel vostro scatto vedete quello che volevate esprimere?”.

Arte e apprendimento

In entrambi i laboratori, i ragazzi incontrano i linguaggi dell’arte. Materiali, tecniche e “tradizioni culturali” sono solo i punti di partenza di percorsi che poi i ragazzi intraprendono liberamente. L’obiettivo è sempre quello di lasciar scoprire ed emergere “potenzialità”…

Seguiamo con curiosità lo svolgersi di queste esperienze. Ci auguriamo che ragazzi possano guardare il mondo da punti di vista nuovi, imparare a esprimere un proprio pensiero e un proprio sentire. E che i loro pensieri ed emozioni diventino mattoncini creativi per il lavoro stesso e per una nuova consapevolezza di sé.

 

foto di Oleg Magni (Pexels)

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