I numeri della detenzione
di fondazionedicomunitavaldinoto
Come evidenziato dal ventesimo rapporto Antigone sulle condizioni di detenzione, alla fine del 2019 alla fine del 2020, a causa delle misure deflattive adottate durante la pandemia, le presenze in carcere erano calate di 7.405 unità. Ma sono subito tornate a crescere. Prima lentamente, con un aumento delle presenze di 770 unità nel 2021, a cui però è poi seguita una crescita di 2.062 nel 2022 e addirittura di 3.970 nel 2023. Nell’ultimo anno dunque la crescita delle presenze è stata in media di 331 unità al mese, un tasso di crescita allarmante, che se dovesse venire confermato anche nel 2024 ci porterebbe oltre le 65.000 presenze entro la fine dell’anno.
Tanto per fare un confronto, si tenga presente che il Consiglio d’Europa ha chiuso la procedura di esecuzione della sentenza Torreggiani contro l’Italia, accogliendo con favore gli interventi realizzati dalle autorità italiane, il 9 marzo 2016. A fine febbraio 2016 erano presenti nelle carceri italiane 49.504 detenuti in 52.846 posti. Come detto sopra, a fine marzo 2024 i detenuti erano 61.049 in 51.178 posti.
Cresce dunque le presenze e quindi cresce anche il tasso di affollamento ufficiale, che raggiunge a livello nazionale il 119,3%.
I tassi di affollamento più alti a livello regionale si continuano a registrare in Puglia (152,1%), in Lombardia (143,9%) e in Veneto (134,4%). Me si si guarda alle altre regioni preoccupa molto la crescita delle presenze ad esempio in Friuli-Venezia Giulia, crescita che è stata del +14,9% nell’ultimo anno, o in Basilicata (+16,4%) a fronte di una crescita media nazionale del +7,7%. Insomma, il sovraffollamento, che come sempre si presenta prima nelle maggiori aree metropolitane del paese, si sta ormai diffondendo quasi ovunque.
Come evidente i numeri della detenzione in Italia raccontano molto più di una semplice realtà carceraria: sono il riflesso di un sistema che necessita di riforme strutturali per garantire pene efficaci, rispettose dei diritti e realmente orientate alla rieducazione. Il sovraffollamento, l’elevato tasso di recidiva e la carenza di misure alternative alla detenzione sono segnali di un’emergenza che non può più essere ignorata. Affrontare queste criticità con politiche adeguate e progetti sociali migliorativi non è solo una questione di giustizia, ma anche di rispetto e civiltà per l’intera società.
Vai alla fonte: rapportoantigone.it
Foto by Pixabay
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