Con #sPOSTati “Io ci sono”: un laboratorio per i bambini sui loro diritti

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Con la ripresa dell’anno scolastico è importante sottolineare come le attività laboratoriali nelle scuole dell’infanzia debbano essere sempre più volte all’affermazione del bambino come soggetto di diritto e centro della futura vita sociale.

Preservare il diritto di essere bambino non significa soltanto garantirgli protezione ma significa anche costruire un futuro più inclusivo contrastando, così, il dilagare della povertà educativa. Purtroppo, ancora oggi sono milioni i bambini che vivono in situazioni di privazione e sofferenza, tantissimi di loro sotto i nostri occhi ma rischiano di non essere visti o compresi.

Ma un bambino può essere consapevole dei propri diritti? E un bambino consapevole può esprimerli per diffondere il più possibile questa consapevolezza? Assolutamente sì!

Sulla base di questi presupposti, il laboratorio per i bambini della scuola dell’infanzia “Io ci sono” promosso dell’Associazione Mondogira di Este (Padova), si fonda sulla consapevolezza che con l’arte, in un percorso guidato, si riescano ad esprimere in maniera grafica attraverso forme, linee e colori, i punti fondamentali della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia.

Così, durante l’anno scolastico i bambini hanno giocato, riflettuto e stimolati nella loro creatività e manualità, hanno alimentato sogni e fantasia con la realizzazione di alcuni oggetti tridimensionali, due manufatti estremamente simbolici: un libro pop-up e un cassetto dei sogni.

Il libro rappresenta una piccola carta dei diritti fatta dai bambini per i bambini; un libro pop-up con disegni e nozioni semplificate. Mentre il cassetto è un assemblage nel quale hanno dato vita alle loro aspirazioni e desideri. “Quali sono i miei sogni? E i miei desideri di bambino?”: spinti a riflettere su questi concetti, i bambini lo hanno modellato con tecniche differenti come il collage, la modellazione e la pittura.

 

Il laboratorio ha quindi risposto al quesito: chi meglio dei bambini può parlare ai bambini. Non solo perché il riconoscimento dei propri diritti prevede sin dall’infanzia anche una consapevolezza rispetto a quello che è il proprio ruolo nel mondo. Ma anche perché la performance come forma artistica è certamente una maniera per rendere palese la propria presenza nel contesto sociale di riferimento.

 

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