Povertà educativa e divario digitale

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L’emergenza COVID e il divario digitale

L’emergenza COVID ha evidenziato il divario digitale esistente. Per settimane, anzi mesi le relazioni (affettive, lavorative e anche scolastiche) si sono svolte esclusivamente in modalità digitale a distanza. Chi non aveva a disposizione gli strumenti adatti è stato penalizzato e ha avuto difficoltà a comunicare, lavorare, studiare e, in definitiva, vivere in modo il più possibile “normale” nella anormalità del momento.

Se pensiamo alle attività svolte a distanza anche dal progetto S.P.E.R.A., sicuramente l’avere almeno un cellulare con sufficiente connessione internet è stato fondamentale per le famiglie. I nostri operatori hanno fatto in modo di mantenere una certa continuità e una certa vicinanza anche a distanza e ciò è stato possibile proprio grazie a tablet e cellulari.

La povertà educativa e l’agenda digitale

Ormai, dunque, è sempre più chiaro quanto il contrasto alla povertà educativa sia legato anche allo sviluppo dell’agenda digitale. Il divario digitale, infatti, si sommare a fattori di disuguaglianza già esistenti (condizione sociale, luogo di residenza ecc.).

Oggi se manca uno strumento digitale e se non si possiede una connessione sufficientemente buona si richia di essere tagliati fuori. Questo vale per le famiglie, ma anche per tante scuole che si sono trovate impreparate di fronte all’esigenza digitale improvvisa.

Secondo i dati pubblicati da Openpolis – Con I Bambini, il 5,3% delle famiglie con un figlio prima della crisi dichiarava di non potersi permettere l’acquisto di un pc.

Anche Mattarella ha recentemente affermato: “la pandemia ha allargato in molti contesti il divario sociale e digitale, rimarcando le difficoltà dei più vulnerabili”. Il Presidente ha anche aggiunto: “Non c’è pienezza nella libertà e nell’esercizio dei diritti senza la capacità di leggere, di scrivere, di fare calcoli”. “A queste condizioni – continua– si aggiunge oggi l’accesso alla comunicazione digitale che, laddove è impraticabile, accentua ulteriormente gli squilibri legati alle competenze, alle condizioni economiche e territoriali”.

Le iniziative in corso

A livello nazionale, il bando Pon per l’acquisto di pc e tablet nelle scuole ha stanziato 80 milioni di euro e il decreto Cura Italia 70 milioni di euro per fornire gli strumenti per la didattica a distanza in comodato d’uso ai ragazzi meno abbienti. Altri 10 milioni sono stati destinati alle piattaforme per la didattica a distanza e 5 alla formazione di insegnanti e personale. Anche le regioni hanno varato o stanno varando iniziative autonome.

Tramite valutazioni d’impatto, nei prossimi mesi, si potrà verificare i risultati di questi investimenti.

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