Lo spazio della “calmezza”: le mamme hanno bisogno di sollievo

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Lo “Spazio di Sollievo”

Lo sanno tutti che il giovedì dalle 8 alle 10 non mi devono disturbare”: queste le parole di una delle mamme che partecipano allo “Spazio di Sollievo” per i genitori istituito nell’ambito del progetto S.P.E.R.A. presso l’IC Adelaide Ristori di Forcella. Le mamme vengono, c’è chi scappa, c’è chi si siede per due ore, chi per dieci minuti, ognuna a suo modo e come può partecipa e si gode uno spazio pensato appositamente per sé: spazio di sollievo, spazio di cura, spazio di caffè, tisane, tè e biscottini.

Come si svolgono gli incontri

Una tirocinante di Scienze dell’Educazione dell’Università Bicocca di Milano (Adele De Stefani), venuta ad osservare un incontro, ha poi scritto:

Prima dell’incontro con le mamme, l’équipe di lavoro composta dalla psicologa, la mamma sociale e l’educatrice esperta di teatro, hanno predisposto l’aula della palestra dell’istituto ospitante, in modo da creare uno spazio interamente dedicato a queste donne e consentire loro di prendere le distanze dagli impegni e dalla frenesia quotidiana.

La disposizione circolare delle sedute, la preparazione del tavolo con i biscotti, il caffè e il tè rimanda all’idea di setting protetto e fa pensare a uno spazio con confini ben delimitati, destinato all’accoglienza e all’ascolto della persona.

L’idea di fondo è trasmettere e far percepire a queste donne che dietro a ogni proposta c’è il voler considerare come priorità il loro benessere.

Nel gruppo, ci si accomoda su sedie e divanetti e la stanza calda e accogliente permette alle madri di accomodarsi mano a mano anche dentro di sé.

Ci si siede e ci si prende il proprio tempo.

Viaggiamo, da fermi, seduti e facciamo anche viaggi nel tempo. Tempo che sfugge, tempo che passa, tempo dimenticato, tempo da ricordare, tempo atteso, tempo che stavamo aspettando perché ci siamo preparati tanto.

Si susseguono racconti che, come dei flash, abbagliano per la loro intensità. Tocca a me svolgere la funzione della camera oscura e, cioè, stampare le foto dei diversi momenti per poterle vedere in chiaro e fare in modo che la memoria non vada persa. L’antidoto al tempo che passa e sfugge è proprio il ricordo. E scrivere ci aiuterà a ricordare e rivedere le immagini rivivere le emozioni.

Grazie allo spazio e al tempo per sé, le mamme in cerchio prendono la parola, raccontano di sé, delle loro relazioni, delle difficoltà e dei dolori di vite che, a volte, sembrano quelle delle protagoniste di romanzi ottocenteschi. Le madri raccontano, si confrontano e insieme ascoltiamo e riflettiamo.

Il lavoro dell’équipe non finisce nel gruppo, perché, tornati a casa, c’è il tempo dell’elaborazione e della scrittura. Ogni incontro si apre con la lettura dell’osservazione di quanto accaduto nell’incontro precedente e, ogni volta, la sorpresa per le mamme, meravigliate che ricordiamo quanto detto nell’incontro precedente.

L’ascolto rispettoso permette di trattenere quanto raccontato e lo spazio dedicato fa sì che le cose dette non vadano perse, ma si possano ritrovare la settimana successiva nonostante gli impegni che distraggono e stancano.

E raccontando raccontando a Forcella si inventano anche le parole: il nostro è lo spazio della CALMEZZA, parola ripetuta più volte durante l’incontro da una mamma. A noi è piaciuta molto e l’abbiamo aggiunta al nostro vocabolario, perché ci ha fatto pensare a un ponte tra Calma, Forza e Fermezza.

di Ilaria Iorio

 

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