Progetto RETE!, al via il Laboratorio di Aiuto Compiti

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Dallo scorso mese di novembre è iniziato, all’interno del progetto RETE! (sostenuto dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo nazionale per il contrasto alla povertà educativa), il “Laboratorio di Aiuto Compiti”.

Ogni mercoledì pomeriggio e ogni sabato mattina, quasi quaranta bambini e ragazzi di età 7-14 anni si trovano insieme a giovani ed adulti per condividere un momento bello di studio e di socializzazione, conditi anche con qualche gioco. E’ stato davvero inaspettato vedere l’entusiasmo dei più piccoli per un’esperienza che rende il momento dello studio desiderabile, quasi come l’incontro con gli amici.

Accanto agli operatori sostenuti dal progetto vi è la disponibilità di molti adulti, alcuni dei quali insegnanti in pensione, che si prestano volontariamente e generosamente ad una esperienza che arricchisce prima di tutto loro stessi. Questo dimostra ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, che i bravi insegnanti rimangono tali anche quando potrebbero starsene a riposo, perché la passione per l’educazione è qualcosa che si porta stampato dentro.

Il cuore del laboratorio non è tanto l’aiutare i ragazzi nello svolgimento dei compiti o il controllare che li svolgano tutti, quanto piuttosto stabilire relazioni educative a tutto tondo, coinvolgendosi in un rapporto personale che motivi allo studio e alla serietà rispetto ai propri doveri. Non si mira quindi direttamente e solamente a migliorare il rendimento scolastico, ma si vorrebbe lavorare, in un’ottica di più lungo periodo, a far scoprire il gusto e il fascino della conoscenza e della cultura, uscendo dalla prigione del ruolo e della contrapposizione insegnante-alunno.

Al centro di questa esperienza c’è l’idea che il nemico da sconfiggere non è tanto l’ignoranza di specifiche tecniche o nozioni, ma la povertà e l’aridità educativa, queste sì imperanti nell’epoca dei figli unici “adottati” dal telefonino. Diventa quindi essenziale accogliere e valorizzare anzitutto la persona, non soltanto lo studente, lavorando sulle motivazioni e sull’autostima, prima che sul nozionismo.

Solo così si potrà pian piano creare un legame positivo tra il ragazzo e il suo dovere di studiare, accrescendo le possibilità di scelta e riconoscendo il valore della cultura per acquisire dignità ed identità sociale. E ci saranno ricadute positive anche per il territorio. Siamo solo all’inizio, ma i primi passi sembrano promettere bene… Buon 2020!

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