Child Safeguarding System: la tutela dei minori al centro
di ProgettoRespiro
Tra gli obiettivi del progetto Respiro in sostegno degli orfani di vittime di crimini domestici, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, c’è anche quello di contribuire ad allargare le maglie del concetto stesso di tutela.
Al vissuto del bambino/a che rimane orfano bisogna contrapporre un impegno collettivo, bisogna sostenere le famiglie affidatarie nel loro ruolo curativo e riparativo ed è possibile farlo solo se non sono lasciati sole nell’azione di tutela ma se anche tutti gli altri ambienti frequentati da bambini e bambine sono sicuri. La tutela dell’infanzia oggi reclama una visione più comunitaria dell’azione sociale e che sia concepita come responsabilità di tutti.
di Valentina Di Grazia
Il sistema di tutela nasce proprio dalla volontà di riportare la tutela al centro come impegno condiviso. Tutte le persone che entrano nel mondo del bambino/a giocano un ruolo nella sua protezione e hanno una responsabilità nel garantire ambienti di crescita sicuri e tutelanti. Questo approccio estende quindi il concetto di “capacità di tutela” oltre l’ambito familiare anche a quegli individui e settori che gestiscono contesti extra-familiari in cui i minori potrebbero incontrare dei rischi. La scuola, la palestra, l’oratorio diventano partner tutti fondamentali nell’agenda di tutela.
Con questo obiettivo tra le azioni del progetto Respiro Save the Children accompagna il partenariato nella costruzione di un Sistema di Tutela (Child Safeguarding System) volto a sviluppare un insieme di procedure e buon pratiche – basate su standard minimi – condivise dalla rete di organizzazioni che hanno lo scopo di assicurare che queste stesse siano “sicure” per i minori con cui vengono in contatto e che i minori che vi afferiscano siano sempre protetti e tutelati da maltrattamenti e abusi perpetrati da persone adulte in posizione fiduciaria.
L’obiettivo del sistema di tutela è quindi duplice, ridurre i rischi dovute a malpratiche anche organizzative di ogni partner, ente o servizio ed aumentare la capacità di identificare le potenziali situazioni di vulnerabilità, disagio o pregiudizio e rispondervi in maniera tempestiva.
Il territorio, la comunità vengono visti quindi non solo come l’insieme di enti e servizi specialistici preposti alla protezione e alla presa in carico di minori e famiglie già profondamente segnate dalla tragedia, ma come tutto quell’insieme variegato di realtà che, a vario titolo, vengono a contatto con i minori e che dovrebbero, quindi, garantire il loro diritto alla protezione e non essere fonte di danno. Il territorio come luogo fisico e la comunità come insieme di risorse e relazioni possono rappresentare un importante cordone protettivo per bambine e bambini e un alleato per le famiglie affidatarie.
Lavorare sulla costruzione di un Sistema di Tutela significa in sintesi porsi poche semplici domande: “è sicuro?”, “Quanto sono sicure le attività e i servizi che proponiamo a bambini e bambine, specialmente quelli più vulnerabili?”
All’interno del progetto Respiro tutti i partner di progetto sono accompagnati a conoscere e comprendere i pilastri che sostengono un Sistema di Tutela per poi sensibilizzare a cascata anche i territori di riferimento.
Image by florentiabuckingham from Pixabay
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