RESPIRO: le storie degli orfani di femminicidio diventano un podcast

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Cosa succede ai figli delle donne vittime di femminicidio? Chi si prende cura di loro? Cosa rimane quando si spengono i riflettori sul dramma  che ha sconvolto la loro vita in un istante?
Il progetto Respiro diventa un podcast, che affronta in 6 puntate i diversi aspetti del dramma degli orfani speciali raccontato da loro stessi.
Ideato da Terre des Hommes e scritto da Roberta Lippi,  ci conduce attraverso sei storie di orfani di femminicidio e delle famiglie che si sono prese cura di loro dopo la tragedia, perché insieme si possa, non solo ridare il giusto peso alla loro drammatica esperienza, ma comprendere l’importanza che ha prendersi cura, da subito, di chi resta.
Il podcast racconta di tragedie spesso annunciate, precedute da anni di violenze fisiche e psicologiche, che i bambini hanno vissuto in una normalità tossica e distruttiva. Perché gli orfani di femminicidio sono orfani due volte: hanno perso la mamma e il papà, suicida o in carcere, ma anche la loro capacità di sognare una vita normale e felice. Quando si spengono i riflettori sul drammatico fatto di cronaca, chi resta deve affrontare un lungo calvario, psicologico, legale e spesso anche economico per ritrovare una qualche forma di normalità.
Dal 20 novembre saranno pubblicati su Spreaker e disponibili su tutte le piattaforme i primi due episodi, a seguire le altre puntate la prima settimana di ogni mese.
Le storie
Il calvario lo chiarisce bene Giuseppe Delmonte, il primo testimone a raccontare la sua storia di violenza e riscatto, rimasto orfano il 26 luglio del 1997, quando sua madre Olga è stata uccisa per strada a colpi d’ascia  dall’ex marito. Giuseppe aveva 18 anni “Quando perdi tua mamma così sei condannato all’ergastolo del dolore…. Per 25 anni non sono riuscito a parlarne con nessuno, non ho avuto nessun supporto psicologico e facevo finta che non fosse mai accaduto, ma ora non voglio più stare zitto. Il mio grido è perché si intervenga subito, gli orfani  hanno bisogno di un supporto immediato”
Nel secondo episodio del podcast è invece nonna Adriana  a parlare :”Nella tragedia il nostro primo pensiero è stato quello dei bimbi, il piccolo aveva solo 19 mesi e il grande 4 anni”  A quasi 6 anni dalla morte della figlia Stefania,  uccisa dal marito il 19 ottobre 2016, Adriana e Luigi Formicola testimoniano la loro esperienza di nonni-caregiver dei due piccoli orfani.  Un percorso a ostacoli  che la coppia ha portato avanti con coraggio e dedizione
Segue, nel terzo episodio, la toccante testimonianza di Domenico Romeo, figlio di Tiziana Marra, uccisa il 4 settembre del 2003 a Siderno, davanti ai due figli. “Vedere la propria madre morta, davanti ai propri occhi, uccisa dal padre, con il terrore di fare la stessa fine…. è un dolore che non si può raccontare… Ma a chi vive questi drammi dico: chiedete aiuto, non siete soli, chiedete aiuto”.
Ma il coraggio di raccontare non è di tutti, spesso le storie restano sommerse. I testimoni del podcast RESPIRO hanno avuto il coraggio di affrontare gli incubi del passato perché i drammi non si ripetano e i bambini che oggi si trovano in questa situazione possano essere presi in carico da subito e nel modo corretto.
Perché un podcast
Il podcast si è ormai confermato uno strumento potente di comunicazione che permette di raggiungere e coinvolgere anche coloro che non possono (o non vogliono) restare incollati a uno schermo e intrattenerli per un tempo decisamente più lungo di un odierno contenuto video. Ma soprattutto in questo caso il podcast permette una delicatezza e un maggior rispetto della privacy dei testimoni che si trovano a raccontare storie molto personali e dolorosissime. Roberta Lippi dialoga con loro con grandissima delicatezza evitando sensazionalismi e inutili particolari e facendo emergere invece quegli aspetti che servono a dare dignità alla fatica vissuta e senso all’impegno di oggi.

Ascolta “RESPIRO | TRAILER” su Spreaker.

 

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