Giochi urbani: a Quartu Sant’Elena i ragazzi danno una nuova vita ai rifiuti

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Una mamma, tornando sui suoi passi alla ricerca del ciuccio che la figlia ha smarrito per strada, trova degli indizi che danno vita ad un’insolita caccia al tesoro: uno strano tappo di sughero ed una lattina di the la condurranno fin dal sindaco. È questa una delle storie che i ragazzi del centro REACT di Quartu Sant’Elena hanno inventato nell’ambito di “GENERAZIONE N’ TIERRA”, il gioco urbano realizzato insieme ad ‘U Game, al quale hanno partecipato i giovani del territorio.

Armati di pinze e guanti hanno esplorato il quartiere alla ricerca di rifiuti, diventati poi i protagonisti di alcune storie avvincenti. Un gioco a squadre partito da una semplice ma attuale domanda: qual è l’impronta che lasciamo nel luogo in cui viviamo?

In giro c’era di tutto – raccontano Sara Hourani e Cristina Collu, educatrici del progetto – mascherine, tappi di sughero, ciucci, biglietti del bus, buste di vario tipo, lattine e pacchi di sigarette. Oltre ad apprezzare l’aspetto ludico dell’attività, i ragazzi hanno avuto modo di comprendere e riflettere su quanto l’uomo incida sulla natura e su quanto la pulizia del nostro quartiere dipenda molto da ognuno di noi”.

Infatti, ogni oggetto è stato catalogato e geolocalizzato per costruire una mappa dei luoghi in cui erano stati rinvenuti i “reperti”. Ogni gruppo ha poi creato una storia in modo da unire, con un unico filo conduttore, gli oggetti trovati. Dal ciuccio della bambina, alla passeggiata di una giovane coppia in cerca di una nuova casa, i ragazzi hanno portato avanti un lavoro di fantasia molto ampio.

Un modo originale dove la seconda chance dei rifiuti attiva lo storytelling dando vita all’economia circolare del pensiero creativo e dell’attività ludica. Il gioco urbano collettivo è un elemento innovativo, che tiene insieme educazione, valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale, utilizzando un linguaggio ludico e informale. Un modo per superare ruoli e categorie, cosicché adulti e ragazzi possano cooperare insieme per uno scopo comune, favorendo il dialogo tra i ragazzi a rischio di povertà educativa, le loro famiglie, gli abitanti del quartiere, gli operatori sociali e scolastici.

È stato anche un modo, in questi mesi così complessi, per aiutare i ragazzi a vivere delle dinamiche quanto più simili alla normalità, sempre nel rispetto di tutte le norme”, concludono le educatrici.

Scopri di più sul nostro progetto nazionale contro la povertà scolastica:
Il programma di REACT – Reti per Educare gli Adolescenti attraverso la Comunità e il Territorio – selezionato da CON I BAMBINI nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile è il nostro progetto nazionale per contrastare la povertà educativa e favorire inclusione e benessere dei ragazzi che vivono in contesti difficili.

Attivo dal settembre 2018 in 10 quartieri periferici di Piemonte, Lombardia, Lazio, Campania, Sicilia, Sardegna, caratterizzati da situazioni critiche di disagio socioeconomico. Il progetto coinvolge 3200 ragazzi, 1700 famiglie vulnerabili e 690 insegnanti e si sviluppa attraverso un modello innovativo che mira da un lato a rafforzare gli adolescenti, specie i gruppi più vulnerabili; dall’altro a potenziare i soggetti (formali: insegnanti, operatori sociali e informali: famiglie, volontari, cittadini, operatori territoriali) che rappresentano la comunità educante.

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