Tra divertimento e scoperta del territorio: i giochi di esplorazione urbana digitale

di

Dal Marocco a Palermo, passando per la periferia di Roma e Milano, visitando il centro di Torino ed Aversa, per arrivare fino ai dintorni di Cagliari. È un viaggio senza confini quello proposto con i 10 giochi di esplorazione urbana digitale, realizzati dai ragazzi con il supporto di U-Game nell’ambito del progetto React – Reti per Educare gli Adolescenti attraverso la Comunità e il Territorio – selezionato da CON I BAMBINI nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Dieci videogiochi che, grazie alle prove da superare e agli indovinelli da risolvere un livello dopo l’altro, portano il giocatore ad esplorare le città con un tour virtuale, permettendogli di conoscere vie, abitanti e storie. “Lo scorso anno abbiamo coinvolto i ragazzi con dei giochi dal vivo – spiega Davide Leone, responsabile U-Game di React – quest’anno la crisi sanitaria in corso ci ha imposto di ripensare tutto. È nata così l’idea di supportare le attività con la piattaforma di Google Earth e Street View. Ora non si hanno più limiti e il giocatore si confronta, attraverso la virtualità, con la realtà del mondo”. Il gioco risulta immersivo, divertente, stimolante ma anche ricco di contenuti.

È il caso del gioco sviluppato insieme al centro di Torino Porta Palazzo: 6 avventure ispirate ai luoghi visitati dai ragazzi che partecipano al progetto. È così che si arriva fino al centro di Chefchaouen, la città blu del Marocco: qui i giovani Hind e Nour ci sono stati e le loro parole e i loro racconti trasformano l’esperienza virtuale in una vera e propria visita guidata alla scoperta del territorio. “Spesso un ragazzo straniero viene considerato senza storia – spiega Davide Leone – Questo gioco ci fa scoprire che non è così e grazie al racconto dei luoghi si riescono a vivere anche alcune tappe del viaggio che lo hanno portato in Italia”.

È tra verità e leggenda, invece, il gioco ambientato a Roma, dove i ragazzi hanno deciso di ripercorrere la storia di un galeotto che, grazie alla complicità della sua fidanzata, è riuscito ad evadere dal carcere di Rebibbia. Un pretesto, insomma, per andare in giro per la città e viverla con un punto di vista nuovo. “Abbiamo scoperto una modalità di gioco che non conoscevamo – conclude Davide Leone – Anche se questa non può sostituire la partecipazione dal vivo, pensiamo che in futuro si possa integrare a nuove sfide”.

Il gioco urbano collettivo è un elemento innovativo, che tiene insieme educazione, valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale, utilizzando un linguaggio ludico e informale. Un modo per superare ruoli e categorie, cosicché adulti e ragazzi possano cooperare insieme per uno scopo comune, favorendo il dialogo tra i ragazzi a rischio di povertà educativa, le loro famiglie, gli abitanti del quartiere, gli operatori sociali e scolastici. I giochi sono online sul sito di U-Game, sono accessibili a tutti e non hanno una scadenza. I ragazzi potranno così giocarci da casa o sfruttando le connessioni dei centri React di tutta Italia.

Scopri di più sul nostro progetto nazionale contro la povertà scolastica:
Il programma di REACT – Reti per Educare gli Adolescenti attraverso la Comunità e il Territorio – selezionato da CON I BAMBINI nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile è il nostro progetto nazionale per contrastare la povertà educativa e favorire inclusione e benessere dei ragazzi che vivono in contesti difficili.

Attivo dal settembre 2018 in 10 quartieri periferici di Piemonte, Lombardia, Lazio, Campania, Sicilia, Sardegna, caratterizzati da situazioni critiche di disagio socioeconomico. Il progetto coinvolge 3200 ragazzi, 1700 famiglie vulnerabili e 690 insegnanti e si sviluppa attraverso un modello innovativo che mira da un lato a rafforzare gli adolescenti, specie i gruppi più vulnerabili; dall’altro a potenziare i soggetti (formali: insegnanti, operatori sociali e informali: famiglie, volontari, cittadini, operatori territoriali) che rappresentano la comunità educante.

Argomenti

Ti potrebbe interessare

Voci dalla quarantena: i ragazzi e le ragazze della Barona di Milano raccontano

di

“La cosa che mi è mancata di più è stato mio padre”. “Non uscivo prima, figuriamoci adesso che c’è il coronavirus”. “Ad...

A Palermo “Le ragazze fanno grandi sogni”

di

“Parlare il linguaggio delle adolescenti con cui ogni giorno ci confrontiamo è fondamentale per restare connesse con le loro esigenze”. Con queste...

COSÌ: I RAGAZZI DI BORGO VECCHIO, A PALERMO, RACCONTANO LA VITA DI QUARTIERE CON UN BRANO RAP

di

“Nati sotto i palazzi, noi picciotti che puntiamo a riscattarci, tutto sembra più grande di te, tu diventa più grande di tutti”....