“…E adesso la racconto io”: chiediamo ai bambini di disegnare come vivono l’emergenza

di

Small girl under the rainbow, child's painting

Di  Giuseppina Marruzzo e Giuseppina Lalia

In questo momento storico diamo ai nostri bambini e bambine diversi strumenti per apprendere, per riflettere, per vivere delle emozioni, ma siamo sempre  noi adulti a proporre delle attività con il  nostro punto di vista. Manca spesso lo sguardo dei bambini rispetto a quello che sta succedendo.  Come vivono queste giornate così particolari a casa?

“…E adesso la racconto io” è l’iniziativa con cui La Spiga propone ai bambini la creazione di disegni e di racconti, che poi verranno a comporre una mostra collettiva, a cui potranno partecipare i bambini/e e ai ragazzi/e (dalle elementari alle medie). Invitiamo, quindi, i genitori e gli insegnanti che vorranno, a promuovere questa iniziativa, proponendo ai figli/allievi di partecipare facendo un disegno e un racconto su questo periodo difficile, o quantomeno del tutto straordinario.

I disegni andranno poi fotografati inviati via whatsapp al 349.8387123, entro il 31 maggio 2020 (ma gli originali vanno tenuti, per la mostra futura). Insieme ad essi è necessario mandare una breve descrizione che ne dà il bambino/a o ragazzo/a. I disegni potranno essere creati con qualsiasi tecnica pittorica o composizione artistica (es. collage di immagini o altro), la descrizione potrà essere fatta tramite un semplice messaggio anche registrato in audio su whatsapp o in forma scritta, che può essere un racconto, una poesia/filastrocca o ad esempio anche una descrizione del momento della giornata in cui viene fatto o con chi.

Tutti i contributi che perverranno saranno parte della mostra collettiva dal titolo “…E adesso la racconto io…”, organizzata all’interno di un futuro evento nell’ambito del progetto Radici di Comunità: sarà l’occasione per dare vita a  gruppi di discussione e di confronto, sia con i fruitori della mostra (adulti e minori) sia con chi ha prodotto i lavori (minori), supportati dagli operatori del laboratorio (psicoterapeuti).

Perché un disegno?

Un disegno per raccontare è un mezzo di espressione libero e immediato, che il bambino/ragazzo ha a disposizione per manifestare quello che vede, quello che sente, quello che vive in questo momento storico. Qualcosa che ha a che fare con la loro voce, il loro sguardo e coglie e le loro emozioni, paure e, soprattutto, le loro risorse – quale la loro creatività – attraverso lo sviluppo della fantasia e dell’immaginazione, che gioca un ruolo fondamentale nelle capacità di resilienza e di problem solving, così come avviene nel gioco. Il disegno è un mezzo espressivo immediato.

Abbinato ad esso viene proposto la descrizione in parole (scritte o parlate) dello stesso disegno, grazie alle quali il minore ha la possibilità di “maneggiarlo” e di renderlo fruibile per se stesso. Offre inoltre la possibilità che il disegno divenga uno strumento che innesca la comunicazione verbale, quindi ingaggia la relazione. Ciò che i ragazzi esprimono attraverso il loro disegno offre la possibilità di essere visti e ascoltati in ciò che stanno vivendo o provando. Il primo interlocutore è proprio il genitore o una figura significativa di riferimento che in quel momento vive in casa con lui. Il disegno con la sua descrizione offre la possibilità autentica di avvicinarci al pensiero e soprattutto al mondo affettivo ed emozionale e tale passaggio permette all’adulto di sintonizzarsi maggiormente in quel momento con le emozioni del bambino/a o ragazzo/a e di poterle vivere insieme, supportando e rafforzando il contatto emotivo.

Ogni mamma/papà fa questo tantissime volte al giorno, nei gesti di avvicinamento più quotidiani, ad esempio dal momento del gioco a quello dei pasti. Questa proposta vuole rendere maggiormente consapevole tali esperienze relazionali, mirando a rafforzare l’identità e il senso di appartenenza, ed ha un ricaduta positiva anche sulle capacità genitoriali messe in campo in questo particolare momento storico.

Perché una mostra?

Una seconda fase del laboratorio consiste nel creare una mostra collettiva per raccogliere questi preziosi contributi. Per quanto riguarda, quindi, la seconda risposta, del perché la proposta di una mostra collettiva, possiamo sinteticamente dire che essa mira a PROMUOVERE UN SENSO DI APPARTENENZA COLLETTIVO, OFFRE ALLA COMUNITÀ EDUCANTE UN’OPPORTUNITÀ PER LEGGERE E RIFLETTERE A DISTANZA DI TEMPO SU QUANTO VIENE VISSUTO IN QUESTO MOMENTO STORICO DAI BAMBINI/E E RAGAZZI/E per promuovere risorse, strategie e strumenti atti a proseguire nel miglior modo possibile nel contrasto alla povertà educativa.

Quando le misure restrittive si allenteranno, si potrà avere un’elaborazione a distanza di qualcosa che oggi avviene. Con i disegni e i racconti/audio si può creare una giornata che permette di riflettere su come si sono vissuti questi momenti ripensando anche alle conquiste che questi strani giorni hanno permesso, come per esempio il potere che può avere avuto l’immaginazione e la creatività. L’idea di partecipare con una propria creazione ad un evento collettivo facilita la pensabilità a posteriori di ciò che sta accadendo. Nonostante il lungo periodo di chiusura e di ‘isolamento’ delle forme di relazionalità fisica e sociale (quella con i propri compagni di classe, con gli amici, e con gli adulti quali parenti, insegnanti e persone della comunità) il legame non cessa. Pensiamo ai bambini/e e ai ragazzi/e che vivono una dispersione delle relazioni con i pari, che non vedono più il loro compagno di banco da un mese o le loro insegnanti. Oltre ad essere una situazione di isolamento molto dolorosa, questo momento offre la possibilità anche di lavorare maggiormente sul versante delle emozioni, dell’affettività, sulle risorse di coping e di problem solving.  Questa chiusura forzata con l’esterno può anche permettere l’emergere di aspetti profondi del proprio mondo interno.

Questa assenza reale crea una presenza mentale tramite l’immaginazione, che è anche la capacità  di tenere dentro le cose anche se non le vede, non le tocca. Un momento utile per fare crescere la presenza dell’altro con la sua assenza, per pensare all’altro, per ricordarci dell’altro, di sentirsi uniti, anche se separati.

L’evento in programmazione della mostra collettiva, rafforza la fiducia e la speranza che questo momento storico, se pur difficile, potrà essere gradualmente superato, e ritornare a forme di convivenza quotidiana.

Nel momento dell’esposizione della mostra, tutti questi/e giovani artisti potranno offrire agli spettatori adulti una visione e una testimonianza diversa di questa emergenza, riuscendo ad avere una visione a tutto tondo, dalla quale nessuno ne resti escluso.

 

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