Docenti e discenti a scuola di lettura… per riscoprire il potere di fascinazione delle parole

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Foto di Susan Yin

Nell’ambito del progetto “RAdiCI” nasce un programma di attività denominato “Trame visibili: verso la costruzione di una comunità educante”, ideato e realizzato dall’Associazione Teramo Children. Nell’Istituto Comprensivo Civitella-Torricella, in provincia di Teramo, “Trame visibili” si articola in una fitta rete di laboratori e incontri con l’obiettivo di promuovere la lettura e fare di essa una sana abitudine dei bambini e delle famiglie. Ma grazie alla collaborazione e all’entusiasmo della Dirigente Scolastica Laura D’Ambrosio e dei suoi docenti, alle attività educative previste da “RAdiCI” si aggiunge qualcosa in più… e così “Trame visibili” diventa anche un corso di formazione per insegnanti di ogni ordine e grado (dall’Infanzia alla Secondaria) dedicato alla lettura come strumento di educazione, inclusione e sviluppo del territorio. Condotto da Tito Vezio Viola, Presidente regionale dell’Associazione Italiana Biblioteche – Sezione Abruzzo e Direttore della Biblioteca Comunale di Ortona (CH), il corso ha coinvolto 35 insegnanti sviluppando, nelle 25 ore ore di lezione, una serie di temi fondamentali: la biblioteca scolastica generativa di qualità del territorio; i caratteri di qualità della narrazione scritta e illustrata dalla prima infanzia alla preadolescenza; dalla lettura a voce alta all’uso integrato della narrazione inclusiva; il laboratorio di promozione della lettura e della scrittura. Il corso ha voluto innanzitutto accrescere le competenze dei docenti coinvolti nei laboratori per bambini e ragazzi tenuti dalle educatrici di Teramo Children Anna Di Monte e Paola Bertazzi, ma gli obiettivi di quest’esperienza vanno ben più in là. Finanziando direttamente il corso di formazione per docenti – e aggiungendo quindi risorse proprie a quelle già stanziate dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito di “RAdiCI” – l’Istituto ha voluto promuovere un modello di cooperazione territoriale che contrasti la povertà educativa nelle aree interne in una prospettiva a lungo termine. E così le scuole dei cinque Comuni coinvolti (Civitella del Tronto, Cortino, Rocca Santa Maria, Torricella e Valle Castellana) si va effettivamente “verso la costruzione di una comunità educante”, in seno alla quale si spera che nasca, da qui a breve, una rete di piccole biblioteche: uno spazio diffuso di incontro e condivisione per bambini, famiglie, docenti ed educatori che diventi patrimonio collettivo. Un obiettivo, questo, molto ambizioso, che poggia le sue basi anche nell’entusiasmo dei docenti coinvolti; un entusiasmo testimoniato dalle parole che la Professoressa Elisabetta L’Innocente ha usato per descrivere il corso di formazione:

Innamorarsi ogni volta è il segreto nascosto nelle parole. Trame visibili è il nome di un corso di formazione per insegnanti. Un corso di formazione affascinante. Un corso di formazione aperto agli insegnanti di ogni ordine e grado. Un corso di formazione che sulla carta serviva a far acquisire gli strumenti necessari per portare la lettura, viva e vegeta, in classe. E’ successo molto di più, nell’arco di qualche mese.
Quando lo abbiamo iniziato si è aperto un mondo. Noi insegnati ci siamo divertiti non a leggere ma ad essere affascinati. Cosa sarebbe la lettura deprivata del potere della fascinazione? Come aprire uno stargate tra noi immigrati digitali ed i nativi digitali? La chiave è sempre l’innamoramento. Innamorarsi di nuovo come se fosse la prima volta di un testo epico, di un giallo, di una poesia. Scoprire le parole, di nuovo, come se fossero state sempre lì ad aspettarci.
I ragazzi conservano il potere dello stupore che noi adulti abbiamo dimenticato. La lettura diviene un rifugio o un mondo nuovo e loro ci seguono se il sentiero si fa avventuroso, se non ci preoccupiamo della forma ma della sostanza della scoperta.
Entrare in classe e proporre il paradigma indiziario, ovvero raccogliere improbabili indizi su un’ipotetica persona scomparsa e lasciare che la fantasia faccia il resto. Ecco che tutti i generi letterari prendono forma. Nascono tracce per un racconto gialli, per una storia fantasy, per un piccolo gioiello gotico o noir. Non il dovere ma il piacere di dare forma a ciò che la fantasia può sprigionare. Allora si scrive, si pensa, si diventa laboratorio per naturale propensione alla collaborazione e alla condivisione. Si scoprono doti inaspettate, talenti nascosti. Lo stupore è reciproco e condiviso.
A casa il paradigma indiziario viene usato come gioco di società, momento inaspettato di aggregazione domestica.
I libri appaiono magicamente anche tra le mura domestiche. Qualcuno si è accorto di loro e li ha persino sfogliati o letti. Quale sia il titolo non importa ma “quel libro di carta che pensavo fosse noioso” è entrato magicamente nell’immaginario di qualche fanciullo.
L’inventare una storia e raccontarne di proprie diventa l’abitudine di una intera pluriclasse di montagna che decide di poter inventare un animale mitologico che vegli su di loro e li protegga dai cataclismi.
“Se leggiamo Omero che parla di pecore, mostri, e divinità strambe… Possiamo farlo pure noi che abbiamo le stesse cose dove viviamo!”.
E perché no? L’epica conserva sempre la gloriosità della memoria, il fascino senza tempo della narrazione.
Seminando la curiosità si arriva a ricercare la felicità e a superare il dolore, dicevano gli antichi greci ed è proprio in nome della ricerca e della condivisione che impariamo – attraverso l’esercizio contemplativo della lettura – a trovare il senso di noi stessi e delle cose intorno a noi. Docenti e discenti.

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