Pensare con gli occhi delle infanzie. Viaggio nel fuori che viene da dentro

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Cosa tenere e cosa lasciare in questa fase due. Abbiamo scelto come guida Gianni Rodari alla riscoperta della creatività e del gioco per costruire, partendo dall’infanzia la nostra idea del mondo. Lo facciamo “camminando” in esplorazione con Les Friches. Stampa la scheda 

“Ogni occhio si prende ogni cosa e non manca mai niente: chi guarda il cielo per ultimo  non lo trova meno splendente”. (Il cielo è di tutti, Gianni Rodari)

Cosa avrebbe detto Gianni Rodari di questo nostro tempo pandemico? La grande lezione di Gianni Rodari, nel centenario della nascita e a 40 anni esatti dalla morte, sollecita molte domande e una riflessione profonda e quanto mai attuale sulla nostra idea di istruzione, di educazione, sulla necessità di restituire centralità alla scuola pubblica e ai servizi educativi, sull’uso degli spazi e sul mettere al centro il protagonismo di chi insegna e di chi apprende. Ancora maggiore però è la sollecitazione a riflettere sulla nostra idea dell’infanzia, spesso scomparsa dai decreti pandemici, che è la base imprescindibile su cui costruiamo il rispetto, il riconoscimento e l’ascolto profondo con cui entriamo in relazione coi bambini e le bambine. Che idea abbiamo noi grandi dei bambini? Come ci ricorda la sociologa Marina D’Amato, “perché l’infanzia esista – rinasca a nuova vita – non bastano i bambini e le bambine a garantirla. Ci vuole un’idea, perché senza un’idea d’infanzia, l’infanzia non c’è.”

In sintonia con le teorie pedagogiche e psicologiche più avanzate del suo tempo, Rodari intuisce il bisogno insopprimibile di fantastico e di meraviglia dell’infanzia e inventa nuove forme narrative in grado di incanalare tale bisogno. E lo fa ritrovando e resuscitando, prima di tutto, l’infanzia e la creatività che è in noi. Ma dov’è finita la creatività dei bambini (e degli adulti) nel tempo del covid? Cosa è successo al nostro tessuto urbano durante il lockdown? E in che modo questa sospensione forzata può favorire l’immaginazione di altri spazi? In questa riflessione dovremo ripartire dallo sguardo dei bambini. La creatività a cui pensa Rodari non è quel divertissement spesso banalizzato come tale, stereotipato nell’abuso dei colori vivaci e dei lavoretti, è qualcosa che in modo del tutto suggestivo ricorda l’affermazione di don Milani sul maestro profeta: “Occorre una grande fantasia, una forte immaginazione per essere un grande scienziato, per immaginare cose che non esistono ancora, per immaginare un mondo migliore di quello in cui viviamo e mettersi a lavorare per costruirlo …”

Di questa quarantena tornano in mente le immagini vitali e potenti dell’infanzia che, con il gioco, interpreta lo spazio urbano e torna a occupare un posto di primo piano nella città. Proprio in quei mesi in cui, serrati a casa, i bambini sembravano i perfetti esclusi da qualsiasi tipo di narrazione culturale e politica. Ci pensavamo mentre dalla finestra vedevamo bambini e bambine apparire in strade libere dal traffico, con biciclette, palloni e monopattini per riprendersi, in maniera furtiva, il proprio spazio all’aperto, mentre su Instagram scorrevamo immagini di ragazzini alle prese con strade e piazze dei centri storici di solito occupate da orde di turisti o macchine. Le vie, le piazze finalmente potevano tornare a essere, momentaneamente, il loro campo da gioco. Così come i luoghi più marginali e spesso dimenticati venivano riscoperti e reinventati per brevi fughe in sordina dalla clausura domestica. Facciamo largo ai bambini, alla loro fame di libero uso della città. Rodari dà voce a un’infanzia curiosa, caratterizzata dalla voglia di esplorare il mondo, mette al centro la figura del bambino e della bambina come persona attiva e determinante, fa della creatività e della fantasia, parola sin troppo abusata, così come dell’uso immaginifico degli spazi, alleate insostituibili nei processi di apprendimento e conoscenza, insegna il valore politico e narrativo della parola, strumento potente per raccontare il mondo così com’è e come lo vorremmo.

Come ci poniamo in questo tornare “fuori” da un “dentro”? Proviamo a seguire lo sguardo dei bambini, per dare vita a una città più vicina ai nostri bisogni fisici e mentali, fatta di vuoti, pause, tempi lenti, spostamenti flessibili e reti di prossimità. Una città capace di valorizzare le aree verdi così come le zone di circolazione affinché possano essere man mano sottratte al traffico veicolare e restituite a pedoni, ciclisti e mezzi pubblici. Questa attitudine alla creatività, o meglio ancora alla fantastica, come ricorda Rodari, è preziosa per avvicinare con consapevolezza e protagonismo qualsiasi percorso educativo; saper vedere oltre, o a lato, del sentiero principale, di quello più battuto, permette di esercitare delle scelte che possano essere davvero tali; sapere che per ciascuna questione possono esistere diverse risposte(esperienze, visioni, ragionamenti, riflessioni) obbliga a trovare la propria, usando criteri di valutazione che vanno selezionati e fatti propri.

Per Rodari non ci sono argomenti in cui non si possa parlare e coinvolgere i bambini, basta adattarli alle loro capacità di coglierne i significati. Emerge dunque la figura di un bambino come persona attiva che lotta per costruire un mondo migliore attraverso la fantasia creativa che, unita alla razionalità costruttiva, consente di approdare a significati ulteriori della realtà. Vogliamo infine ricordare Rodari anche con una affermazione della scrittrice Ursula Le Guin, e che facciamo nostra: “Io credo che la maturità non significhi superare ma crescere e che un adulto, non sia un bambino che ha cessato di vivere, ma un bambino che è sopravvissuto.” Immaginare, disegnare, costruire «spazi agonistici» insieme ai bambini e alle bambine. Ecco a cosa dovremmo dedicarci come cittadini, educatori, attivisti, amministratori, operatori culturali, artisti, designer e architetti.

 

ESPLORAZIONI PER UN GIORNO a cura di Les Friches. STAMPA LA SCHEDA  ⇒

    Camminata con facile ritorno. Età dai 2 anni in su

Cosa serve: Un bastoncino lungo che arriva dalla tua mano a terra, un gessetto, scotch o spago o entrambi per fissare bene il gessetto ad una estremità del bastoncino.

Che si fa: In queste giornate estive chi rimane in città, magari nel tardo pomeriggio, va a fare una passeggiata in giro, nel suo quartiere o chissà dove, ma in città. Esci di casa e segna il tuo percorso con il gessetto. Sarà più semplice tornare a casa, basterà fare dietro front e seguire la linea tracciata a terra.

    Dettagli qua e là. Età dai 3 anni in su

Cosa serve: Un tubo di carta (“cannocchiale”) per ogni giocatore, un po’ di spago (da utilizzare per tenere il “cannocchiale” appeso al collo)

Che si fa: si gioca dappertutto: in città, al parco, in giardino, affacciati alla finestra, basta essere almeno in due! E con un bel cannocchiale auto-costruito! Scegli un posto di osservazione e guarda ben bene con il cannocchiale. Poi al tuo compagno di gioco dici: “io vedo delle lenzuola a

    Sottrazione FUORI.Età dai 3 anni in su

Cosa serve: alcuni piccoli oggetti recuperati tra le cianfrusaglie di casa. Un sacchetto del pane

Che si fa: esci di casa e scegli il posto dove giocare. Appoggia gli oggetti che hai portato con te: su una panchina, sul prato o sulla pavimentazione di una piazza. Mettili in maniera che siano ben visibili, uno di fianco all’altro o sparsi qua e là, ma vicini. Osserva attentamente e poi inizia a giocare! Mentre Il tuo compagno di gioco è girato, togli un oggetto (sottrazione). Lui dovrà indovinare quale oggetto non c’è più. Una volta indovinato, rimetti l’oggetto al suo posto e passa il turno, continuando a giocare!

    Sottrazione DENTRO. Età dai 3 anni in su

Cosa serve: Alcuni piccoli elementi della natura trovati durante una passeggiata al parco o in campagna. Un sacchetto del pane

Che si fa: Esci di casa e fai una passeggiata osservando ben bene quello che c’è a terra e poi scegli piccoli elementi della natura di diverse grandezze e colori. Una volta tornato a casa svuota il sacchetto: sul tavolo o sul letto, oppure a terra sul pavimento. Disponi gli elementi in maniera che siano ben visibili, uno di fianco all’altro o sparsi qua e là, ma vicini. Osserva attentamente e poi inizia a giocare! Mentre Il tuo compagno di gioco è girato, togli un elemento (sottrazione). Lui dovrà indovinare quale elemento non c’è più. Una volta indovinato, rimetti l’elemento al suo posto e passa il turno, continuando a giocare!

 

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