Un anno di attesa

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Il telefono vibra sulla scrivania, proprio nell’attimo in cui sto per uscire a prendere un caffè alla macchinetta. Prendo dallo scaffale la chiavetta per una bevanda calda e torno indietro a vedere chi mi ha scritto. Sono appena entrato in ufficio e noto che per i corridoi non c’è ancora molta gente: immagino possa essere un messaggio di lavoro per qualche colloquio della mattinata o qualche servizio che mi chieda un contatto. Giro il display verso di me. E’ un normalissimo messaggio Whatsapp, ma proviene da qualcuno che non è in rubrica. Vedo l’icona che rappresenta un pupazzo di un cartone animato, anzi un manga per essere precisi, che ovviamente non conosco. Penso che possa essere l’ennesima richiesta di informazioni da qualcuno che ha ricevuto il mio numero di lavoro da conoscenti, avvocati o da altri servizi. Non è nulla di tutto questo. Apro. Ammetto di essere molto stupito. Ascolto il messaggio vocale. E’ un ragazzo seguito tempo fa dal nostro progetto. Una serie di lavori iniziati e poi subito abbandonati, volontariato mai iniziato per i più disparati problemi, appuntamenti saltati con l’assistente sociale e udienze completamente dimenticate. Il tutto condito con una serie di viaggi all’estero- ovviamente non autorizzati dal Giudice-, per visite a sedicenti parenti e amici che avrebbero promesso opportunità di ogni genere. E da un anno Vincent, questo è il suo nome, è completamente sparito. Non ha mai più risposto al telefono, ai messaggi e ogni contatto è stato eliminato. Oggi, a oltre un anno dall’ultimo incontro, mi manda questo messaggio, con la solita voce di sempre: “Ciao Roberto, come stai? Scusa, ma oggi sono passato vicino al vostro ufficio per pagare una cosa e mi sei venuto in mente. Allora, tutto bene? Un caro saluto da Vincent. Ti ricordi di me? Vero?”.

Scomparso e ricomparso in un attimo. E passando vicino ai luoghi dove facevamo i nostri colloqui, decide di mandare un messaggio. Incredibile. Gli rispondo immediatamente e, dopo averlo ringraziato, gli dico come vanno le cose. Chissà, forse tra un anno mi manderà un’altra risposta…

Del resto, il mio lavoro è anche saper aspettare.

 

(Immagine creata con IA)

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