Le Officine di Comunità: “Un metodo tra pari”

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di Armando Caringi* – Un principio cardine della metodologia utilizzata nel progetto PRIMAI è stata quella del coinvolgimento. Ogni partecipante è stato risorsa e beneficiario delle azioni. La percezione della propria partecipazione è cambiata ed ha di fatto mediato con ogni successivo inserimento “problematico” perché portatore di una consapevolezza dinamica dell’appartenenza al gruppo, intesa in termini accoglienti, foriera di possibilità espressive interessanti, di capacità di decontestualizzazione come principio per la valorizzazione di ogni singola potenzialità. Questo ha permesso di interconnettere azioni differenti, differenti per contesti sociali, background culturali, questioni anagrafiche, ecc.

La metodologia utilizzata quindi può essere intesa come una forma integrata di peer education, contaminata dai principi del cooperative learning, con spunti relativi alle tecniche della “fiabazione, della “scrittura creativa” e della “psicomotricità.

Una volta iniziato il processo di definizione precisa delle azioni all’interno della macro struttura del progetto, mantenendo costante la centratura sugli obiettivi, si è cominciato a ridefinire gli strumenti del monitoraggio e della valutazione in modo che siano parametricamente soddisfacenti le esigenze di supervisione del flusso progettuale.

Una buona procedura è stata quella di bilanciare indicatori strettamente numerabili, che hanno permesso la quantificazione ponderale dell’impatto e delle conseguenze dell’incedere degli step operativi, con indicatori di tipo descrittivo-qualitativi, che hanno aperto alla valutazione ai fattori propedeutici alle fasi progettuali successive.

Un esempio è rappresentato dal connubio incrociato dei dati numerici relativi alle nuove iscrizioni ad un dato laboratorio, distinte tra quelle avvenute a seguito di una campagna informativa e quelle derivanti dalla “presentazione diretta” da parte di qualche partecipante al laboratorio stesso. Altri valori sono stati rilevati dalla frequenza, la costanza nell’impegno, ecc. Questi valori numerico-contabili sono stati arricchiti dalla rilevazione del grado di qualità partecipativa dei presenti, dalla descrizione che essi raccontano della propria visione del laboratorio, dalla capacità di trasformare la loro presenza da fruitori in quella di co-progettisti del percorso esperienziale in atto.

La prosecuzione del progetto è entrata quindi nella fase più complessa che riguarda la sfera della interconnessione tra azioni diverse, all’interno del progetto, tra esperimenti differenti esterni al progetto stesso, nella ricerca di possibili sinergie con nodi della rete territoriale esistente.

Un esempio è quello dell’esperimento del viaggio dell’upupa, nato da uno spunto occasionale arrivato dalla storia scritta da un bambino, trasformato in viaggio emotivo, con tratti di interazione creativa, con un gruppo monitorato all’interno di un altro progetto, che ha sviluppato da un lato l’analisi metodologia tra i professionisti coinvolti, dall’altra una nuova sperimentazione, in una fascia di età diversa, coinvolta in un altro progetto di inclusone sociale, attraverso un passaggio di testimone di questa upupa virtuale che, dal racconto fantastico dei bambini, assurge a personaggio misterioso in un gruppo di adolescenti coinvolti in laboratorio di “giochi di ruolo”.

Fattore costante anche in questo caso la tensione verso il contrasto ai fattori che producono marginalità sociale arricchendo tutti quei processi inclusivi necessari alla sedimentazione di comunità educanti in senso stretto.

Un elemento sul quale spendere una ulteriore riflessione è legato alla dualità delle relazioni.      La simmetria è intesa come polarità complementari che vengono espresse attraverso il continuo oscillare tra l’essere fruitore ed essere proponente, all’interno della struttura circolare delle azioni messe in campo. Un sorta di superamento moderno del concetto di complementarietà, che in qualche modo prevedeva due poli, per garantire, in maniera dualistica, appunto la complementarietà. Il metodo di cui si parla fa evolvere il concetto di complementarietà in quello più moderno, relativistico, circolare della reciprocità agita, una sorta di traduzione nel campo delle relazioni funzionali del concetto einsteniano di massa ed energia.

 

*Presidente Ass. IL FARO ODV SORA 

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