Pandemia e difficoltà delle famiglie: la riflessione dallo Sportello d’Ascolto di Manfredonia

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Contributo a cura della Dottoressa Angela Renzullo* – Con l’inizio del Festival di Sanremo milioni di italiani cercheranno di ritrovare una forma di normalità che richiama e ricorda gli anni della propria infanzia e giovinezza, un’altra parte cercherà di rivivere un momento di spensieratezza, ed infine ma non ultimo, molti ritroveranno parte della nostra identità musicale e culturale.

Con il passare dei giorni e con il persistere della pandemia si è cercato in linea con i nuovi e numerosi decreti,
di tentare un ritorno alla passata routine. Si potrebbe incorrere nell’errore di sottovalutare aspetti importanti come voler festeggiare una persona, un traguardo, un’unione. Potrebbe essere concepito come superficiale e superabile che non influisca sulla sfera del benessere personale.

Abbiamo bisogno di essere maggiormente consapevoli ed evitare l’innesco di modalità difensive, di voler
fuggire soprattutto da quella che è l’emozione cardine di tutti i nostri atteggiamenti: la paura.
Possiamo mettere in campo diverse modalità difensive verso una situazione di pericolo come il rifiuto, la
negazione, l’isolamento, il ritiro sociale etc. .

Ognuno di noi metterà in campo la modalità difensiva che forse più lo rappresenta, che ha già avuto modo di conoscere in passato, con cui ha maggiore familiarità, “simpatia”.
Non esiste un modo giusto o sbagliato di reagire ad un evento, esistono modalità differenti, ognuna con i suoi lati positivi ed altri certamente meno. Quello che ad oggi è certo, come dimostrano diversi dati, è che sono tantissime le persone che soffrono di disturbi psichici, acuiti dalla situazione di allarme che stiamo vivendo.
Gli studi realizzati da numerosi gruppi di psicologi in diversi paesi danno dei risultati unanimi rispetto
all’impatto che la pandemia ha avuto sulla salute psichica. Quest’ultima ha comportato diverse sfide per
operatori sanitari, studenti, persone con svantaggi socio-economici e disturbi mentali.

Da un lato le chiusure hanno contratto l’economia del paese, dall’altro hanno ridotto le possibilità di
inclusione sociale, esasperando la quotidianità. Se da un lato un bambino non può frequentare i suoi compagni di classe, è obbligato a seguire le lezioni a distanza, se non può più frequentare le attività pomeridiane, vedere i suoi amici, dall’altro lato il genitore incontrerà numerose difficoltà nel gestire lavoro e famiglia in casa.

Certamente in entrambi i casi stanno tutti vivendo una situazione reale che va ad aumentare le difficoltà di vita quotidiana facendo insorgere o incrementare non per ultime quelle emotive.
Non è assolutamente facile per un genitore, il più delle volte per le donne conciliare lavoro e accudimento
dei propri figli. Le numerose quarantene hanno portato indiscutibilmente a rivedere l’intera organizzazione
e agenda familiare.

E per un insegnante alle prese con le classi? Anche per loro non è semplice seguire i numerosi cambiamenti
che la situazione propone. Dal numero degli alunni in aula e a casa, al passaggio dalla didattica in classe a
quella a distanza o il semplice riuscire a farsi comprendere chiaramente con i bambini della scuola
dell’infanzia indossando una mascherina.

Le tensioni e quindi le emozioni che vengono sollecitate da uno stress esterno hanno bisogno di essere
accolte e comprese per non riemergere nei modi più disparati andando ad alimentare una sorta di effetto
circolare.
È possibile reagire?
Sono diverse le possibilità.

Se occorre uno spazio in cui mettersi in discussione, darsi del tempo, ripensare le regole familiari che ci si è
dati, mettersi in una benevola discussione, è possibile cogliendo l’occasione/opportunità, che viene fornita
dallo “Sportello d’Ascolto” offerto dal progetto P.R.I.M.A. I. . Uno spazio in cui non vengono somministrate
risposte o soluzioni a delle domande, ma un luogo che si pone come contenitore di vissuti emotivi ed
esperienziali che nascono sia dalla pandemia attuale ma anche da un bisogno più profondo e passato.
Lo sportello d’ascolto si rivolge a genitori ed insegnanti, ossia tutte le figure adulte di riferimento dei più
piccoli. In questo periodo la presenza di adulti responsabili, che forniscano un modello positivo, inteso come
esempio educativo coerente e affettivo, è importante per tutti i bambini. Va ben inteso che questo dovrebbe
essere la “costante”, ma oggi noi adulti forse abbiamo la possibilità di fare il “punto della situazione”, siamo
chiamati all’attenzione, alla consapevolezza, ad un impegno più grande non sempre raggiungibile con le
nostre sole forze, ma forse attivabile con un atteggiamento diverso, rivolto all’ascolto e alla messa in
discussione.

È necessario fare rete e muro comune alla situazione attuale, per consentire che i bambini perdano il meno
possibile, non solo competenze ma anche e soprattutto serenità, utile come base per recuperare quanto di
conoscenze e competenze oggi è andato un po’ perso.

Non necessariamente tutte le richieste che arriveranno all’interno dello sportello d’ascolto saranno
riconducibile alla situazione attuale, ma potrebbe essere il pretesto, l’elemento influente sulla nostra salute
mentale e quotidiana, di noi stessi e di chi ci circonda, a beneficio delle generazioni future.

*Psicologa e Piscoterapeuta – Sportello d’Ascolto Manfredonia

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