“Rino il Calzino”: dall’esperienza sul campo nuove sperimentazioni in arrivo

di

Relazione a cura di Armando Caringi e Miriana Perruzza*- Dall’esperienza sul campo mediante la creazione della webserie “RINO IL CALZINO” è emersa la necessità di ripensare il progetto PRIMAI per renderlo più accattivante e per avvicinare i più piccoli in maniera del tutto innovativa.

Dall’osservazione abbiamo assistito a un evidente cambio generazionale che ha evidenziato le enormi capacità dei più piccoli in campo tecnologico che sono risultati naturalmente immersi nei nuovi contesti mediatici. Stiamo assistendo a una mutazione dei processi comunicativi, a un accrescimento delle competenze tecnologiche ma anche ad un progressivo impoverimento delle capacità socio-relazionali.

Le nuove abilità hanno però messo in luce la necessità di trovare un mezzo comunicativo capace di fare da “ponte” tra le competenze e le difficoltà che inevitabilmente si sono palesate. Si è resa evidente la progettazione di un modello in grado di coniugare l’approccio pedagogico del “saper”, del “saper essere” e del “saper fare” ma in chiave moderna.

Occorre quindi mettersi nei panni del bambino, capire il loro punto di vista e i loro interessi e qual è il miglior modo per racchiudere tutti questi bisogni?  La risposta si trova nell’esperienza educativa che si traduce in pratica e divertimento mediante la partecipazione attiva e la stimolazione continua tra pari. I bambini potranno interagire, sentirsi parte integrante del progetto e creare nuovi orizzonti inaspettati.

Il processo creativo richiede, in generale, la creatività, l’inventiva, il talento ma anche un ambiente stimolante capace di far emergere queste qualità, un’apertura mentale al cambiamento e una capacità di abbracciare il nuovo.

La creatività è estremamente soggettiva, variabile, modificabile. Alcuni soggetti sono più creativi di altri e alcuni studi empirici ci sottolineano come tale processo sia più legato al singolo che al gruppo. Esso, però, può fungere da stimolo e incentivare l’iter creativo.

Il pensiero divergente inteso come la capacità di produrre una gamma di possibili soluzioni per un dato problema che non preveda un’unica risposta corretta1, ha sicuramente un ruolo attivo nell’atto creativo. Tale forma di pensiero spinge la persona verso una direzione nuova, non “convergente verso il centro” e quindi non in linea con l’altrui pensiero.

Joy Paul Guilford distingueva il pensiero divergente da quello convergente, esso tende ad uniformare l’individuo verso l’unica e sola risposta che è ritenuta conforme al problema. L’autore ha provato a dimostrare che, concentrandosi sul pensiero convergente, passa in secondo piano quello divergente. Conseguentemente, l’insegnamento ed il processo creativo risultano essere deficitari all’interno del contesto classe, luogo in cui, troppo spesso, il pensiero divergente non trova terreno fertile.

Secondo il cognitivista Jerome Bruner, penalizzando le risposte sbagliate e ricompensando solo quelle corrette, si tende a privilegiare il pensiero convergente e a spingere il bambino a non sperimentare nuove modalità di risposta non incorrere all’errore.

Tuttavia lo sforzo creativo necessita dell’errore per trovare la sua strada e quindi, occorre considerare anche la fallibilità di una risposta o di una soluzione.

AL CENTRO IL PUNTO DI VISTA DEI BAMBINI – I bambini sono, per loro natura, portati a vedere il mondo secondo il pensiero divergente o, come lo definisce Edward De Bono, “laterale”. Essi tendono quindi a porre tante domande e a trovare tante soluzioni senza la paura di sbagliare. Con la scolarizzazione, il bambino deve iniziare a modificare il suo modo di pensare e a trovare delle soluzioni standardizzate.

Un docente propenso al pensiero divergente sarà in grado di comprendere e lodare la capacità risolutiva di un bambino; un docente propenso al pensiero convergente invece, avrà maggiori difficoltà nel lodare la diversa risposta e a gestire il processo creativo del bambino.

Esistono svariati metodi attraverso cui gli insegnanti possono far lavorare in modo creativo i propri studenti come ad esempio con le storie di “rumori”: si possono far ascoltare dei rumori insoliti e si può chiedere agli alunni il significato di questi. Inoltre, De Bono propone anche un altro esercizio capace di far sviluppare l’approccio alla creatività: i bambini assumono un ruolo ben definito indossando un cappello che varia per colore e per attività.

Il cappello bianco è neutrale, ha il compito di non esprimere giudizi; il cappello blu stabilisce le regole del gioco e rappresenta la razionalità; il cappello nero ha il compito di rilevare gli aspetti negativi; il cappello giallo rileva gli aspetti positivi; il cappello rosso rappresenta le emozioni ed i sentimenti; il cappello verde, infine, indica la creatività, le idee innovative, proposte migliorative e visioni al di fuori dell’orinario.

DAL III MEETING PRIMAI LE RIFLESSIONI SUL FUTURO DI RINO IL CALZINO –  Tutte queste riflessioni sono state oggetto di studio e condivisione in occasione del III Meeting del progetto PRIMAI, svolto a Crotone nelle scorse settimane. Dalle conclusioni sono emersi nuovi filoni su cui lavorare in ambito di “pedagogia digitale”.

Dal confronto è emersa la necessità di trovare un nuovo metodo comunicativo che reinventasse la webserie “Rino il calzino”, la quale è stata funzionale nel periodo di lockdown ma che necessita di un upgrade. Il format è riuscito a rispondere ad obiettivi precisi che hanno permesso la continuità delle attività di psicomotricità, creatività digitale, musicoterapia e laboratorio teatrale.  E’ stato garantito il contatto con i bambini ed è stato messo alla prova l’adattamento della rete di progetto in una situazione nuova ed improvvisa. Dall’osservazione diretta è stata rilevata la cultura digitale in cui sono immersi i bambini, che organizza il sapere e l’agire in modo nuovo. Nonostante la capacità del format di riuscire a comunicare è stato notato il gap culturale presente tra generazione Z e adulti.

Infatti, il digitale per la generazione adulta è uno strumento, per i bambini invece è una realtà nella quale vivono e con la quale si relazionano. Proprio per questo, nel confronto ci si è domandati come riuscire a rimodulare la serie “Rino il calzino” affinché possa essere capace di trasferire contenuti, ma che riesca a realizzare quel passaggio fondamentale che porti il bambino dal digitale al reale. Riportare alla realtà è uno degli obiettivi che il progetto si impegna a realizzare, in quanto l’epoca in corso mostra sempre più bambini distaccati dal mondo che li circonda. L’adulto, in questo contesto, ha ruolo e responsabilità: il coinvolgimento dei genitori, degli insegnanti nelle puntate di “Rino il calzino” è apparso indispensabile per dare consapevolezza ai bambini dell’importanza delle attività nella realtà. A questo obiettivo segue quello indirizzato verso gli adulti, che non conoscono il mondo digitale. Il progetto si propone di effettuare attività capaci di far interagire queste due generazioni, dando loro degli spunti che possano innescare dialogo, ricerca di competenze e consapevolezza.

NUOVE IPOTESI SU CUI LAVORARE DA GENNAIO 2022:

Di seguito le idee condivise tra i partner del progetto PRIMAI in occasione del III Meeting e divenute spiraglio di sperimentazione attraverso la webserie Rino il calzino:

  • RINO IN FAMIGLIA: una o più puntate in cui vi è la prospettiva del genitore che espone un problema e la risposta dei bambini. Così facendo si ottiene una doppia visione: da un lato l’adulto che pone una problematica e dall’altra la risposta dei bambini. Questo approccio permetterà di osservare in maniera approfondita le due dimensioni.

Temi:

  • L’INCOMUNICABILITA’ ALL’INTERNO DEL CONTESTO FAMILIARE: RINO non si sente capito da nessuno
  • LA NASCITA DI UN FRATELLO O UNA SORELLA: RINO non è più figlio unico
  • MAMMA/PAPA’ VI PARLO CON UN AUDIO
  • NON RIESCO A FARMI CAPIRE
  • MI SENTO INSICUR*
  • NON RIESCO A SENTIRE I VOSTRI LITIGI
  • ADORO IL TABLET
  • LEGGIAMO UNA STORIA?
  • COSTRUIAMO IL BARATTOLO DELLA CALMA
  • IL CESTO DEI TESORI FATTO IN CASA

 

– EXTRAFAMILIARE

  • INIZIAMO LA SCUOLA
  • VORREI UNA SCUOLA DIVERSA
  • RINO E I SUOI COMPAGNI DI CLASSE
  • CERTE VOLTE HO UNA RABBIA ESPLOSIVA!
  • DA GRANDE VORREI ESSERE
  • RINO E LE PAURE
  • I CIBI CHE ADORO
  • LE COSE CHE NON MI PIACCIONO

 

– INCLUSIONE

  • HO VISTO UN CALZINO DI UN COLORE DIVERSO DAL MIO
  • HO VISTO DUE CALZINI UGUALI
  • IN CLASSE C’E’ UN CALZINO DIVERSO
  • MI PRENDONO IN GIRO
  • GIOCHI DA MASCHIO O DA FEMMINA?

 

A partire dal nuovo anno saranno scritte e prodotte nuove puntate della webserie di PRIMAI alla luce di queste riflessioni!

 

 

*ASSOCIAZIONE IL FARO ODV

Argomenti

Ti potrebbe interessare

Creatività digitale a Manfredonia: “Con l’amico robot Milton impariamo a risolvere i problemi”

di

Di Guida Daniele* –  Nella circolare MIUR PROT. N. 9759 del 08 OTTOBRE 2015 si legge: “Nel mondo odierno i computer sono dovunque...

“Boomer e nativi digitali: un dialogo non sempre facile”: Meeting PRIMAI a Sora

di

Si terrà dall’1 al 3 dicembre l‘annuale Meeting del progetto PRIMAI che, per l’edizione 2022, sarà ospitato dal territorio di Sora. Una...

Coding nelle scuole di Manfredonia: “Incentiviamo lo sviluppo del pensiero logico e creativo”

di

Continua il percorso dei laboratori di Coding targati PRIMAI nelle scuole dell’infanzia partner di progetto sul territorio di Manfredonia. Si tratta di...