PRIMA I e i sentieri del “gioco” per ritrovare benessere

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Contributo a cura di Carmela Favoloro* – L’edizione 2021 del Festival Prima I, la cui parentesi estiva si è appena conclusa nel territorio pugliese, ha messo in scena il gioco come gran protagonista di una serie di eventi ed iniziative educative che hanno coinvolto i bambini e le loro famiglie.

A partire dagli iniziali incontri formativi tenutisi a favore di genitori e insegnanti sulla tematica, passando per gli eventi ludico-ricreativi organizzati a favore delle intere famiglie – ad inizio e conclusione delle attività estive – ed entrando nel vivo dei laboratori condotti da esperti come da calendario, il filo conduttore del “gioco” ha avuto come scopo quello di tessere una rete di relazioni destinate a generare benessere.

L’informazione sui benefici del gioco per lo sviluppo psico-sociale del bambino e dei rischi evolutivi che possono derivare da un ricorso eccesivo a forme ludiche digitalizzate, ha introdotto e coinvolto sin dalle prime fasi, i genitori nel nucleo fondante del progetto.

La possibilità di farli cimentare in prima persona, insieme ai propri piccoli, in spazi di gioco interamente dedicati alla relazione genitore-figlio, ha voluto perseguire l’obiettivo di alleggerire lo stress derivante dal lungo periodo di sedentarietà forzata e di pressione emotiva, dovuta alle problematiche legate all’emergenza sanitaria in corso, fornendo una valida alternativa a forme di stallo sia fisiche che mentali, sia individuali che relazionali.

E a giudicare dalla partecipazione e dal riscontro sia dei genitori che dei bambini alle numerose proposte ludico-educative messe a punto a Manfredonia, dall’ente capofila Cooperativa Santa Chiara, durante i mesi più caldi dell’anno, i traguardi ambiti da organizzatori e operatori del progetto sembrerebbero ampiamente raggiunti. Le famiglie hanno sempre accolto con calore ed entusiasmo le varie iniziative legate al progetto rendendo ogni evento organizzato per loro un vero successo.

Hanno potuto appurare come lo sport e la musica “giocate” all’interno dei laboratori condotti dagli esperti psicomotricisti e musicoterapeuti abbiano rappresentato opportunità concrete di crescita, integrazione sociale e relazionale.

L’aumento dell’attività fisica, l’ascolto e la produzione di musica, infatti, hanno costituito, per i bambini iscritti al progetto, grandi opportunità per l’acquisizione di benefici sia a livello di apprendimento che di salute.

Il gioco ha rappresentato per loro la forma più autentica di socializzazione e introspezione: ansie e paure, nella maggior parte dei casi, sono state lasciate fuori da quello spazio magico e lì ci rimanevano per qualche ora. Una volta “in campo” i bambini si sono lasciati trasportare da nuovi mondi, si sono messi in discussione e hanno sperimentato, azione dopo azione, le proprie capacità e le proprie emozioni.

Eppure “giocare” non è sempre stato così semplice: è necessario infatti che il bambino riesca a calarsi in questo mondo rispettandone le regole e la sua grammatica interna per godere a pieno dei suoi benefici.

I bambini più difficili sono apparsi penalizzati soprattutto nell’aspetto relazionale del gioco ed è stato ancor di più in questi casi che il lavoro ludico-educativo degli operatori ha rappresentato un terreno fertile per l’instaurarsi di un’efficace attività funzionale ad evitare la rischiosa dimensione di isolamento e cronicizzazione.

Le “Officine del sorriso” di Prima I, attraverso l’informazione, le opportunità di svago e la presenza di un rapporto educatore-allievo fondato sull’accettazione e sulla disponibilità, hanno accompagnato e supervisionato le famiglie lungo i sentieri di quella sfera di spensieratezza tanto ambita da grandi e piccini con lo scopo di aiutarle a ritrovare benessere e unità.

I genitori si sono sentiti accolti e guidati lungo la strada della “ripresa” della quotidianità, delle attività lavorative ma soprattutto delle relazioni, in particolare proprio quella con i loro figli. Hanno mostrato gratitudine agli operatori del progetto sia per i progressi cognitivi e comportamentali che hanno potuto riscontrare nei propri bambini sia per aver beneficiato di una nuova sintonizzazione con loro fatta di complicità, allegria, sostegno reciproco e alleanza familiare.

E’ stato un lavoro di squadra quello del progetto Prima I e le famiglie ci hanno confessato di attendere con ansia la sua ripartenza, questa volta nelle scuole!

*Operatrice Cooperativa Santa Chiara

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