SOS DONNA: “Il supporto ai genitori ancor più importante nell’era del COVID-19”

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Contributo a cura di Anna Borrelli* -L’esperienza che abbiamo vissuto, e che purtroppo viviamo ancora oggi, rappresenta un evento traumatico che non ha gli stessi effetti su tutte le persone. Non si è ancora elaborato pienamente cosa è accaduto e cosa sta accadendo, e questa mancata elaborazione si traduce in difficoltà a dormire, incubi notturni, frequenti risvegli e tanta paura di contrarre il virus, facendo sì che le persone mettano in atto comportamenti per loro funzionali, ma che a volte risultano assolutamente disfunzionali.

In generale, coloro i quali vivono un evento traumatico hanno la probabilità di sviluppare gravi problemi psicologici come: disturbi dell’umore, ansia o stress post traumatico (PTSD).

In seguito alla prima ondata pandemica alcune persone hanno sviluppato una sindrome che gli studiosi chiamano “Stress da Covid-19”, che si manifesta in paura di essere infettati e marcata preoccupazione delle conseguenze economiche della pandemia. Occorre quindi considerare l’individuo nella sua complessità, nell’aspetto biologico e in quello psicologico.

E’ assolutamente indispensabile promuovere comportamenti positivi, resilienza e plasticità: il nostro cervello ha la capacità di rielaborare, e quindi ritrovare, una sorta di stabilità, ma non tutti sono in grado di farlo da soli; qualcuno farà più fatica, e quindi con l’aiuto di uno specialista verrebbe facilitato nell’elaborazione dell’evento perché la quarantena forzata è particolarmente pesante e pericolosa per chi soffre di disturbi mentali conclamati, malattie croniche o per chi vive in una relazione abusiva, ma può avere effetti psicologici anche su chi si considera emotivamente stabile.

Con la ripresa dei contagi, sempre più in crescita, ci siamo di nuovo trovati tutti di fronte a restrizioni e controlli circa le relazioni sociali, che risveglia nelle persone sentimenti di incertezza, sfiducia, paura del contagio.

E’ così che l’attività della nostra associazione, SOS DONNA – SPORTELLO TELEMATICO E CENTRO DI ASCOLTO all’interno del progetto P.R.I.M.A.I. trova proseguo nella modalità finora utilizzata, quella telematica, che ci permette di osservare le norme vigenti senza però abbandonare coloro i quali mostrano la propria fragilità, a supporto dell’esigenza, da parte dei genitori, di un confronto rispetto alla condizione dalle caratteristiche straordinarie, in cui improvvisamente si sono ritrovati, come la condivisione con i propri figli di tempi e spazi nel quotidiano, in maniera continuativa, 24 ore su 24.

Inoltre il lockdown ha amplificato e, in alcuni casi reso manifesto, disagi fino a quel momento latenti, scatenando cosi una crescita nelle richieste di supporto da parte di nuove utenze.

*Psicologa Associazione SOS DONNA- Sportello Telematico e Centro di Ascolto

 

 

“Il coronavirus ci insegna che la libertà non può essere vissuta senza il senso della solidarietà, che la libertà scissa dalla solidarietà è puro arbitrio.

Lo insegna, paradossalmente, consegnandoci alle nostre case, costringendoci a barricarci, a non toccarci, ad isolarci, confinandoci in spazi chiusi.

In questo modo ci obbliga a ribaltare la nostra idea superficiale di libertà mostrandoci che essa non è una proprietà dell’Ego, non esclude affatto il vincolo ma lo suppone.

La libertà non è una manifestazione del potere dell’Ego, non è liberazione dall’Altro, ma è sempre iscritta in un legame.

Non è forse questa la tremendissima lezione del Covid-19?

Nessuno si salva da solo; la mia salvezza non dipende solo dai miei atti, ma anche da quelli dell’Altro.” Massimo Recalcati.

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