Uso responsabile della tecnologia nei bambini da 0 a 5 anni: vantaggi e svantaggi

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Di Daniela Brandini*I tempi sono cambiati e tutti noi ne siamo consapevoli. C’è un fenomeno, più di ogni altro, che si è evoluto così velocemente che, anche coloro che lo studiano, hanno perso le fila perché è in continua evoluzione, sto parlando della tecnologia.

Negli ultimi dieci anni, le nostre abitudini sono cambiate profondamente. Se volessimo, potremmo fare la spesa, pagare bollette, fare shopping, conoscere gente stando comodamente seduti a casa. Basterebbe “solo” scaricare la App giusta. Straordinario direbbero in tanti! Ritengo però che tra le tante conquiste che la tecnologia ci ha portato, altrettante sono le perdite, una tra le più importanti la socializzazione.

In questo processo in continua evoluzione sono coinvolti i nostri bimbi che fin da piccolissimi fanno le loro esperienze con un dispositivo elettronico, che sia un tablet o uno smartphone non importa, le statistiche ci dicono che ogni famiglia italiana ne possiede uno, sono pochissime le persone che rimangono fuori dal campione.

Molto spesso mi sento chiedere: “Ma è giusto che i bimbi così piccoli utilizzino la tecnologia?”. Per chi ancora non lo sapesse i bambini dell’ultimo decennio sono stati definiti “Nativi digitali”, proprio perché nati nella tecnologia.

Saremmo anacronistici se la tecnologia non facesse più parte delle loro vite e saremmo anche inopportuni se gliela vietassimo. Il problema non è: “Tecnologia si o tecnologia no”. Come in ogni situazione, la cosa giusta è nella misura in cui una determinata abitudine entra nelle nostre vite.

Spesso capita di vedere bambini molto piccoli con un telefono in mano, magari quando la mamma e il papà hanno delle cose di importante da fare e sono alla ricerca di un attimo di tregua. Altre volte invece, non c’è una reale necessità ed è così che la tecnologia veste i panni di una baby sitter. Altre volte ancora, e qui dobbiamo stare attenti, si innesca una vera e propria dipendenza da parte dei più piccoli che non riescono a staccarsi dallo schermo, isolandosi da tutto ciò che li circonda. Diversi studi hanno dimostrato che un uso eccessivo della tecnologia nei bambini più piccoli, ostacola l’acquisizione del linguaggio. Sempre questi studi dicono che la corteccia visiva riceve molti più stimoli rispetto a quella linguistica e di conseguenza il cervello viene stimolato in maniera impari, comportando uno sviluppo non armonioso delle funzioni primarie nei più piccoli.

Per quanto i materiali visionati dai piccoli siano considerati educativi, da parte degli adulti, nessuno strumento regge il confronto con una relazione. Il confronto con gli altri è garante di uno sviluppo psicoaffettivo oltre che cognitivo che non ha uguali. Vivere una situazione nel quì ed ora, con la possibilità di essere parte attiva in quello scambio permette al bambino di sperimentare e di vivere un ventaglio di situazioni altamente funzionali per la sua crescita. L’interazione, il contatto, la manipolazione di oggetti, la stimolazione olfattiva, l’esercizio fisico, il linguaggio sono elementi ingiustamente messi in panchina quando si è davanti ad uno schermo con dei potenziali rischi da non sottovalutare. I reparti di neuropsichiatria infantile registrano un aumento di casi di dipendenza da tecnologia che nei casi più gravi scivolano in veri e propri comportamenti psicotici. Gli stessi servizi di integrazione scolastica parlano di un incremento del 200% di casi di Disturbi Specifici dell’Apprendimento, quali: dislessia, discalculia e disgrafia. In ultimo, ma non per importanza i disturbi comportamentali come quello oppositivo provocatorio, il disturbo di attenzione e concentrazione (ADHD), enuresi, encopresi, obesità.

La strategia migliore che un adulto possa adottare è quella dell’esempio. Non serve dire: “lascia stare il telefono” quando poi è proprio l’adulto il primo ad utilizzarlo. All’interno di ciascuna abitazione dovrebbero esserci delle zone free-tech, ovvero ambienti in cui la tecnologia non entra. Mi viene da pensare alle camere da letto oppure alle zone adibite per i pasti. Lasciate che gli unici spazi occupati sul tavolo siano quelli di un buon piatto fumante e non un telefono pronto a squillare in ogni momento, come se quel messaggio potesse cambiarci la vita.

Anche se a volte costa più fatica, provate a chiedere ai vostri figli di leggere un libro insieme, di fare una passeggiata, di giocare, di fare una torta. Questo porterà benefici per tutti. Ridimensionate il tempo destinato alla tecnologia a non più di un’ora al giorno e condividete la scelta del materiale che i vostri bimbi vorrebbero visionare. Coltivate le relazioni, fate crescere i vostri figli con gli altri bimbi, aprite le porte della vostra casa senza che mai nessuno possa credere che si possa star bene nella solitudine, lontano da quei pericoli che non per primi ci costruiamo nelle nostre menti.

 

*Psicologa, psicoterapeuta Manfredonia

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