Raccontami una favola: paure e difficoltà affrontate giocando

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Un cantiere di riparazione da eventi spiacevoli, ma comunque possibili, della vita. Un posto dove provare a ridefinire un’immagine del sé e del proprio mondo più serena ed integra; questo è stato il laboratorio Raccontami una favola: paure e difficoltà affrontate giocando, un ciclo d’incontri  sulle emozioni organizzato dalla  Cooperativa sociale Itaca  nel quadro del progetto Promozione Intervento Multilivello di Protezione Infanzia, e condotto dalla dott.ssa Isabella Gimmi, psicologa e psicoterapeuta, supportata dalle competenze pedagogiche degli educatori del progetto “1,2,3 Stella!”.

Gli incontri hanno coinvolto 12 bambini del territorio di Conversano, tra cui 4 maschietti e 8 femminucce di età compresa tra i 5 e 12 anni, i quali hanno frequentato in maniera assidua e presentando entusiasmo e tanta volontà di mettersi in gioco, seppur ognuno con i propri tempi e lievi resistenze iniziali.

Le attività proposte hanno avuto come punto di partenza due favole, “Il riccio Andrea” e “Fai volare via il dolore”, strumenti attraverso cui i bambini hanno avuto la possibilità di ricondursi ai propri vissuti personali. “E’ soprattutto in questi casi particolari che la fiaba diventa ‘terapia’ con l’acquisizione di una buona competenza emotiva” sostiene Laura Pace, referente pedagogica della Cooperativa Sociale Itaca  ” e risulta fondamentale non solo per la crescita individuale del bambino, ma anche per migliorare le sue abilità sociali sviluppando, quindi, la possibilità di creare rapporti soddisfacenti e produttivi”.

Dopo una presentazione iniziale per creare un gruppo coeso ed empatico, i bambini sono stati invitati a raccontarsi attraverso ciò che vi è di più prezioso per loro e chi è la persona da cui si sentono maggiormente protetti, riflettendo soprattutto sul legame che vi intercorre per poi proseguire, nei successivi incontri, al ricordo di avvenimenti che hanno portato loro emozioni molto forti quali rabbia, dolore e paura. Fondamentale è stato per loro, non solo riconoscere e affrontare quanto vissuto, ma soprattutto comprendere l’utilità della persona preziosa in grado di rassicurarli e proteggerli, con la consapevolezza che anche le situazioni più antipatiche e dolorose possono essere gestite e portare qualcosa di positivo.

Continua Laura Pace: “Alla luce di quanto vissuto attraverso le attività ricreative e di gioco simbolico, i bambini sono stati in grado di produrre riflessioni molto profonde e comprendere quanto una maggiore conoscenza del proprio io possa condurli all’interno di quel mondo vibrante, misterioso e gradevole quale è la sfera emotiva. Pertanto, la capacità di accogliere e gestire le proprie emozioni e quelle altrui è fondamentale anche per riuscire a capire meglio gli altri e rapportarsi a loro in modo positivo, in quanto le emozioni costituiscono il mediatore fondamentale tra sé e l’ambiente circostante. Ciò è stato ampiamente riconosciuto dai piccoli i quali, al termine del tutto, hanno felicemente salutato le loro tristi emozioni del passato accogliendo la felicità, la spensieratezza e la serenità del momento con una nuova elaborazione e consapevolezza”.

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