Diversa ma sempre entusiasmante l’Estate Ragazzi all’oratorio “Salette” a Catania

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Il cortile dell'oratorio e il gioco a staffetta

Che questa estate sia stata diversa dalle precedenti è innegabile. Adattarsi alle disposizioni dettate dai Decreti per prevenire la diffusione del Covid19  ha richiesto impegno e qualche sacrificio, soprattutto ai più piccoli e alla loro voglia di giocare e divertirsi in pienezza.

Così, alla domanda su quanto c’è stato di bello e su quello che lo è stato di meno nell’Estate Ragazzi, organizzata dall’Oratorio Salesiano “San Giovanni Bosco – Salette”, i bambini, come Daniel, concordano nell’affermare: “È stato bello rivedere i miei amici dopo tanto tempo, nonostante il metro di distanza da mantenere e il dovere indossare la mascherina”.

Risposte comuni come quelle di Jonathan “Mantenere le distanze è stato difficile! Mi sarebbe piaciuto scherzare liberamente con gli animatori e i miei compagni” e di Peace “Mi è piaciuto tutto, tranne  le distanze  da tenere e le mascherine che affaticano il respiro”, trovano consenso e conferme tra i loro compagni.

Le nuove modalità di interazione sociale hanno reso complesso anche per gli animatori gestire l’entusiasmo proprio e quello dei bambini, come evidenzia Salvo, volontario del Servizio Civile Nazionale, alla sua prima esperienza di animazione estiva: “Dai racconti dei miei compagni con alle spalle anni di Grest, ho compreso che questa estate non ha precedenti. Nonostante tutto, ho apprezzato la possibilità di scherzare con i bambini e il clima di famiglia instaurato con i salesiani e gli altri operatori”.

Un’esperienza diversa che si è caratterizzata come occasione di crescita. Significativa a proposito l’esperienza di Giusy, mamma e animatrice: “All’inizio il timore per la salute dei miei figli e degli altri bambini era molta, poi, vedendo l’impostazione data, le precauzioni prese, le paure hanno lasciato lo spazio all’entusiasmo. Il tema formativo settimanale ha aiutato i bambini a riflettere su ciò che si dà per scontato, come la famiglia, la casa, la salute e tutto è stato ampiamente valorizzato.

Perfino mio figlio, sedicenne, non voleva inizialmente prendere parte all’Estate Ragazzi per la paura di conseguenze per la salute dei suoi familiari. Allora mi sono detta che dovevo essere io a incoraggiarlo, mettendomi per prima in gioco. Quindi, nonostante i limiti imposti, ho deciso di mettermi a disposizione, donare il mio tempo e rispondere a quel bisogno di contatto umano di cui soprattutto i più piccoli sentono la mancanza. Mio figlio ha seguito il mio esempio”.

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