Le voci di PASSepartout. La sfida educativa nelle “scuole di frontiera”: le dirigenti si raccontano

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Eccole le dirigenti alla guida di quelle che senza alcun dubbio possono essere definite “scuole di frontiera”, è dalle loro voci, delle loro esperienze, tra difficoltà quotidiane e speranze, che inizia il racconto del progetto PASSepartout. È straordinario vederle all’opera, per il rapporto con gli studenti, per il dialogo che intrattengono con i genitori e per il confronto continuo con gli insegnanti; le incontriamo, tra la presidenza e i corridoi delle loro scuole, impegnate a risolvere piccoli e grandi problemi ai quali quotidianamente devono far fronte: da quelli classici legati alla didattica, ai più complessi come la manutenzione, ordinaria e straordinaria, di edifici scolastici a volte fatiscenti, nei quali diventa davvero complesso garantire la sicurezza, con parti di cornicioni che rischiano di venire giù e palestre per metà inagibili.

Sabina Minardi dirige l’Istituto Comprensivo Russo-Raciti, nel quartiere Borgo Nuovo, uno dei più complessi del Comune di Palermo: “una realtà periferica particolarmente difficile – racconta -, spesso abbandonata sia a livello di edilizia che di servizi sociali”. Un quartiere nel quale i tassi di disoccupazione sono alti e le diseguaglianze molto più accentuate, e dove gli abitanti, quando si spostano verso il centro città, dicono: “Andiamo a Palermo”.

Ma “Borgo Nuovo è Palermo, Borgo Nuovo è il mondo…”, lo ricorda spesso ai suoi studenti Rosaria Inguanta, altra preside in trincea, da circa sei anni alla guida di uno degli istituti d’istruzione più grandi e accoglienti a Borgo Nuovo, l’IISS Ernesto Ascione. Nella sua scuola si formano futuri odontotecnici e ottici, ma prima di dedicarsi alle materie d’indirizzo gli insegnanti devono tentare di destrutturare il senso di sfiducia diffuso nei loro ragazzi, “perché – riflette la Inguantasono le catene mentali che limitano loro la possibilità di andare oltre”.

Vincenza Muratore è dirigente scolastico al Mattarella-Bonagia, istituto da 1600 studenti nell’omonimo quartiere periferico di Bonagia, poco differente da Borgo Nuovo per problematiche e marginalità: “Spesso chi abita o lavora in periferia vive un senso di profonda solitudine e frustrazione – dice la preside -. Dobbiamo garantire ai bambini un percorso che consenta loro di sperimentarsi come cittadini consapevoli e la capacità di poter continuare a sognare”.

E infine Iabella Iervolino, Dirigente dell’Istituto Comprensivo “Antonino Caponnetto”. La giovanissima docente è al suo primo incarico come dirigente: “Gestire una scuola è come gestire una classe in grande, quindi, quello che cercavo di creare all’interno delle mie classi, stimolando la collaborazione e il sentirsi parte di un’unica squadra, provo a replicarlo anche adesso con i docenti. La scuola ha un’importante ruolo soprattutto per il territorio: ecco perché cerchiamo di aprirci il più possibile, collaborando come squadra perché la scuola educhi non solo gli alunni, ma soprattutto i genitori”.

Donne capofila di una comunità educante che deve stimolare la vera rinascita sociale e culturale di queste scuole alla periferia di Palermo, per offrire ai ragazzi nuove opportunità educative.

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