Per i ragazzi del corso di dodgeball di Panthakù dell’IC Denza un triangolare per imparare a fare rete
di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini
Un tempo si chiamava palla avvelenata e faceva impazzire i più piccoli. Ora, con qualche differenza, è stato battezzato dodgeball ed è uno degli sport in maggiore espansione: basti pensare al caso degli Stati Uniti e al Nada (National Amateur Dodgeball Association) con i suoi tantissimi adepti.
L’obiettivo del gioco è colpire i contendenti della squadra avversaria lanciando la palla e quindi eliminandoli, ma attenzione, se un giocatore della squadra prende al volo il tuo lancio, sei fuori. L’azione è viva fino a che la palla non tocca il suolo, l’arbitro, un altro giocatore, o qualsiasi altro oggetto o superficie al di fuori del campo di gioco.
Insomma, ci vogliono velocità, ritmo, prontezza, capacità di lavorare in gruppo.
L’esperienza di Marco, alle prese con il dodgeball del CSI
Lo sa bene Marco Esposito, 12 anni, alunno della II F dell’istituto comprensivo Luigi Denza di Castellammare di Stabia che, a dicembre, ha partecipato al triangolare natalizio proprio di dodgeball organizzato nell’ambito del progetto “Panthakù. Educare dappertutto” promosso da Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini, selezionato dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
Con lui i ragazzi che stanno frequentando presso la scuola Denza il corso tenuto da Mattia Helio Federico del CSI Napoli (Centro sportivo italiano), sotto la supervisione di Alessandro Martone consigliere provinciale del CSI Napoli.
“E’ stata un’esperienza bellissima – racconta – Prima abbiamo fatto riscaldamento, poi abbiamo iniziato a sfidare le squadre. Alla fine c’è stata la premiazione con la consegna delle coppe. Sono solo pochi mesi che seguo questo corso, ma sono molto appassionato”.
Marco conosceva già il dodgeball, anche se non si era mai cimentato prima con questa disciplina: “Qualcuno pensa che sia simile al calcio, ma non lo è – spiega – Si possono usare le mani e per fare punti non occorre tirare in porta ma colpire i giocatori della squadra avversaria”.
E nel suo futuro il dodgeball ci sarà? “Chi può dirlo. Non ci ho ancora pensato. Per ora mi diverto con i miei compagni di classe e con altri amici che ho avuto l’occasione di conoscere grazie a Panthakù”.
Per chi fosse incuriosito, segnaliamo un film, “Palle al balzo – Dodgeball” (Dodgeball: A True Underdog Story, 2004).
“Non tutti lo conoscono – ricorda Marco – ma se lo si prova è difficile che non piaccia, soprattutto ai ragazzi della nostra età”.
Divertimento a parte, più di altre discipline sportive, è fondamentale per aiutare i giovanissimi a comprendere il valore del fare rete. E la rete è la filosofia che muove tutti i protagonisti di Panthakù. Al triangolare erano presenti anche i genitori, che hanno così potuto testare sul campo i progressi dei propri figli.
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