Comunità educante e mondo adulto oggi: la fatica di accompagnare l’adolescente

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Gli adulti oggi sembrano vivere una fragilità diffusa, che spesso ostacola l’espressione del ruolo genitoriale su più fronti. Rispetto al futuro, ad esempio, faticano a costituire un punto di riferimento saldo e autorevole, contribuendo anzi a trasmettere preoccupazione e angoscia. 

I genitori sembrano in difficoltà anche nel sostenere da un punto di vista emotivo ed educativo i propri figli.
In passato, l’educazione si fondava sui principi della norma, della colpa e della rinuncia: il bambino doveva adattarsi all’autorità e interiorizzare le norme. Si cresceva per trasgressione. Oggi i figli crescono in contesti affettivi, con adulti che cercano il dialogo; essere performanti, adeguati e di successo rappresenta il mandato familiare. Si cresce per delusione.
L’adulto odierno del contesto postnarcisistico non si presenta più come figura solida, ma come qualcuno che cerca riconoscimento e fatica ad accogliere l’altro per come è realmente, figli compresi. Molti adulti si sentono inadeguati, sopraffatti dal bisogno di essere genitori perfetti, partner empatici, lavoratori efficienti. Le nuove generazioni, cresciute nell’era dell’iperconnessione e del bisogno costante di approvazione, si confrontano con modelli adulti spesso insicuri, incoerenti, che chiedono all’altro di farsi carico delle proprie fragilità e angosce.

Agli adolescenti oggi servono adulti capaci, nonostante le comprensibili incertezze di un mondo complesso, di sostenerli nel processo di crescita, aiutandoli a riconoscere le proprie competenze e abilità. All’adulto non spetta tanto un compito normativo e nozionistico, né di guru onnisciente con risposte precostituite per ogni problema, bensì un ruolo relazionale, di contenimento e profondo ascolto emotivo.
Occorrono genitori pronti ad accogliere le verità anche scomode e dolorose del Sé autentico del proprio figlio, spostandosi da una prospettiva sintetizzabile con lo slogan “Sii te stesso a modo mio”, verso domande come “Chi sei tu?”, “Cosa provi?”, “Di cosa hai bisogno per crescere?”.

Interrogativi apparentemente banali ma in realtà molto difficili, fondamentali per la relazione con il proprio figlio in un sistema di enorme complessità.

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