Il tempo per noi: la relazione di qualità tra adulti e bambini

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Persi nelle metropoli popolose e alle prese con le faccende quotidiane, i doveri, gli impegni, i ritmi incalzanti, i lunghi viaggi da un capo all’altro delle città, le difficoltà e gli imprevisti, programmi da rispettare, gli adulti di oggi sono sempre più compressi in giornate troppo corte per respirare o in ore troppo piene per fermarsi ad ascoltare.

Essere adulto oggi è affar complesso qualsiasi sia la propria condizione economica e sociale.
Le tante aspettative e alternative, pretese, icone a cui aspirarsi condizionano drasticamente i nostri ritmi, le scelte, le modalità d’agire.
Chiunque noi siamo, uomini, donne, single, italiani, stranieri, madri e mogli senza lavoro, le giornate sembrano essere sempre troppo corte e il tempo troppo poco per portare a compimento quanto vorremmo con tranquillità. Le cose da fare vengono stabilite in base a ordini di priorità, basate su principi di sussistenza economica, fisica, materiale e tagliando sempre più le sfere relazionali, emotivo-affettive e ludiche.

Se questa condizione è per gli adulti diffusamente conosciuta e, bene o male, accettata con non poca rassegnazione, per i bambini, ancora al di fuori da queste logiche, è spesso fonte di sofferenza e frustrazione inconsapevolmente e senza nessuna responsabilità.

Se da un lato la visione del bambino e della bambina hanno oggi più considerazione e rispetto nelle nostre società, la comprensione profonda dei loro bisogni ed emozioni è spesso ancora disattesa.

Per un bambino ed una bambina il tempo lento e sereno del gioco, della noia, del lento agire, del perdersi nel guardare il mondo con il naso all’insù, del ricevere ascolto attento da parte dell’altro, sono bisogni e diritti fondamentali tanto quanto il mangiare, il dormire, l’essere curati ed il sentirsi al sicuro.
Questi bisogni, però, spesso rischiano di non essere visti o considerati adeguatamente dai tanti adulti persi nel rincorrere il tempo e i tanti doveri da rispettare.

Oggi i servizi a sostegno dell’infanzia e della genitorialità si trovano sempre più spesso ad affrontare questo tipo di problematica, tanto diffusa quanto potenzialmente semplice da risolvere se la si riesce a rendere visibile agli occhi del genitore, presentandogliela con assenza di giudizio e capacità di informazione.

L’esperienza di questo anno e mezzo di Nest nell’hub di Roma ci porta ad affermare che nel giusto contesto, placate le ansie per le problematiche contingenti, ogni genitore o adulto di riferimento prova un immenso piacere e una profonda empatia nel riconoscere quanto sia prezioso il tempo passato con i propri figli a giocare, a leggere storie o anche semplicemente ad osservarli ed ascoltarli in silenzio.
Quello che i nostri genitori, con differente background, provenienza ed estrazione sociale, ci restituiscono è il bisogno di una circostanza, di una situazione o ancor più efficacemente di un luogo in cui sentirsi liberi e a proprio agio. Un contesto in cui sentirsi quasi autorizzati a lasciar perdere i doveri per dedicarsi a quelle attività erroneamente considerate frivole e secondarie come il gioco.

Da tempo la pedagogia, e non solo, ci insegna che il gioco è allo stesso tempo conoscenza ed espressione, sperimentazione e racconto. La sua funzione è fondamentale per una crescita sana e corretta e in egual misura è importante per l’adulto poiché il gioco intergenerazionale e la relazione che di conseguenza si crea tra adulto e bambino è una delle esperienze più forti di empatia, conoscenza, comprensione e profonda contaminazione che si possa ricevere.

Il tempo dedicato a questo fare, libero e spontaneo, privo di pretese, obiettivi ed aspettative, è quanto di più efficace ci possa essere per creare la giusta sintonia familiare. Il gioco è centrale per insegnare regole e per agevolare la comunicazione facendo esperienza sul momento, concentrandosi sulla qualità e non sulla quantità del tempo dedicato.

Per alleviare la condizione dell’adulto e sollevare i bambini e le bambine da condizioni di vita complesse, fermarsi a giocare (anche poco ma intensamente) è la ricetta migliore: creare occasioni, dedicare spazi e attività, costruire luoghi accoglienti dedicati a permettere questa esperienza e a favorire questo incontro sono alcuni tra i tanti obiettivi che il progetto Nest si prefigge.

Da quando l’hub romana di Nest ha aperto le sue porte e inserito tra le attività ordinarie e straordinarie occasioni di gioco libero, molte famiglie ne hanno tratto benefici. Hanno iniziato regolarmente a cogliere questa opportunità e a vivere lo spazio a disposizione presentandolo e condividendolo con amici e parenti tramite passaparola ed inviti.

Se per mantenere i ritmi della moderna quotidianità è inevitabile correre, concedersi delle brevi ma intense occasioni di gioco è la via per trovare il giusto equilibrio ed una rinnovata energia.

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