Costruiamo la Comunità Educante insieme!

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Eccoci di nuovo! Dopo aver svolto vari laboratori in classe sui diritti, lo studio del territorio, la raccolta di informazioni e l’analisi della comunità educante del territorio, il 31 gennaio 2020 le ragazze e i ragazzi della 2A, 2B e 2L della secondaria di primo grado I.C. URUGUAY, plesso Gino Bartali, hanno finalmente presentato il primo elaborato: “la Mappa delle opportunità educative del territorio del III Municipio”. È stato un lavoro partecipativo, che ha visto il coinvolgimento attivo dei genitori, degli insegnanti, di altre scuole, vari rappresentanti di enti, e associazioni del III Municipio.

La mappa realizzata dalle studentesse e dagli studenti del G. Bartali/Uruguay (2A, 2B, e 2L)

La Mappa della comunità educante è un processo culturale tramite il quale la comunità di un territorio, nel caso specifico il Municipio III in cui la scuola si trova, con la partecipazione dei ragazzi e delle ragazze, quali pontieri e protagonisti attivi, disegna i contorni del proprio patrimonio, mettendo in evidenza le realtà educative e le risorse del territorio.

Il laboratorio di comunità svolto il 31 è stato condotto dagli stessi studenti che hanno invitato famiglie, insegnati, la scuola superiore Giordano Bruno, la primaria Stern, ed altri rappresentanti del Municipio a dare il loro contributo alla costituzione della Mappa.

L’evento è stato organizzato da Lost in Education e Radici di Comunità (Cemea, Raccontarsi Raccontando, Associazione Aurora, Televita San Frumenzio), i progetti selezionati da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile (11 – 17 anni e 5 – 14 anni).

Dal lavoro sin qui svolto è emerso il patrimonio e il capitale educativo della comunità coinvolta, un “catalogo” degli attori della comunità percepiti come educativi dai ragzzi e dagli attori del territorio: le risorse quali opportunità a disposizione della scuola e della comunità, per una educazione di qualità formale, non formale e informale.

Durante i laboratori in classe alle  ragazze e ai ragazzi è stato chiesto: di individuare i luoghi vissuti da loro; le persone di riferimento importanti per la loro educazione;  di spiegare il perché e il come sono da loro ritenute importanti; come luoghi e persone potrebbero eventualmente cambiare per sviluppare un’educazione di qualità;  cosa servirebbe per vivere bene quei luoghi e cosa piacerebbe loro;  cosa potrebbe contribuire al loro apprendimento analizzando il passato, il presente e il futuro del loro territorio; come creare degli obiettivi comuni tra scuola, istituzioni, terzo settore, ecc.; cos’è e come viene riconosciuto il capitale educativo ecc.

È fondamentale d’ora in poi unire tutte le forze e le risorse presenti nel III Municipio sotto un’unica bandiera, un unico tetto, la “Comunità Educante”, che abbia un unico linguaggio e obiettivo: il contrasto della povertà educativa minorile, della dispersione e dell’abbandono scolastico, per il bene delle ragazze, dei ragazzi e della comunità in generale. È fondamentale attivare la consapevolezza delle potenzialità e delle capacità educanti nelle bambine, nei bambini e tra tutti gli attori del territorio; condividere l’orizzonte dell’art 29 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC), per una educazione di qualità, sul diritto alla partecipazione, dell’art.12 sull’ascolto dei minori.

Occorre adesso iniziare ad indagare la povertà educativa del territorio, approfondire il tema per cercare le soluzioni, sperimentare se la “nuova” comunità educante che verrà può contrastare la povertà educativa, in che modo, con quale impatto e verso quale sostenibilità.

La finalità della mappa, dunque, è costruire presidi educativi territoriali per valorizzare il capitale educativo emerso attraverso il processo di mappatura (un processo continuo).

Saranno organizzati diversi laboratori di comunità (scuola aperta al territorio – SAT), luoghi di incontro tra docenti, famiglie, agenzie formative, attori del terzo settore, del profit, enti pubblici e realtà che si occupano di minorenni, a livello comunale e regionale in cui confrontarsi sulle cause, le difficoltà e le soluzioni relative alla povertà educativa, evidenziando il punto di vista dei ragazzi/delle ragazze e degli adulti. Inoltre, saranno attivate iniziative specifiche per introdurre soluzioni di piccola scala, adattabili ai bisogni della scuola e della comunità (es. attività di creazione dell’archivio vivente delle buone pratiche del III Municipio; “biblioteca scolastica che diventa di quartiere”; la strutturazione di un Comitato Locale integrato; orti urbani nel giardino della scuola; teatro a scuola; percorsi sicuri scuola/casa con la collaborazione dei negozi lungo il percorso ecc.). Sarà costituito un patto formativo che metta al centro del processo qualificante la scuola con percorsi operativi individuali, presa in carico educativa (una funzione di tutoring/coaching) incentrata sui minori.

Lavorare su questi spazi di incontro e confronto (incontriamoci e raccontiamoci) è importante per far confluire i diversi punti di vista e per attivare la consapevolezza e la responsabilità educativa dei luoghi e degli attori presenti nel territorio.

La creazione della comunità educante non è ovviamente automatica e immediata, quindi bisogna lavorare insieme per realizzarla.

La responsabilità è tanta e l’attestazione di una comunità educante non è semplice, ma un processo di attivazione e costruzione, di presa in carico del futuro dei ragazzi e delle ragazze del luogo, un patto territoriale orientato al futuro.

Dobbiamo agire sulle cose belle per contrastare ciò che non funziona e trovare strumenti che consentano la sostenibilità di una comunità educante di qualità.  Il coinvolgimento, la partecipazione e l’ascolto dei ragazzi durante tutto il processo del progetto (co-progettazione) permette loro di acquisire conoscenze e competenze che prima non avevano o non erano riconosciute come tali, applicando cosi i principi della CRC sul diritto all’educazione di qualità, alla partecipazione e all’ascolto.

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