Lost in Education nell’I.C. Uruguay

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Finalmente, dopo mesi di lavoro/formazione con i ragazzi dell’I.C. Uruguay – Plesso Gino Bartali, siamo pronti a dare un contributo concreto per contrastare la povertà educativa – che lede il diritto dei giovani a ricevere una educazione di qualità – e a costruire una comunità educante.

Il progetto Lost in Education è stato presentato il 5 novembre 2019 nel III Municipio, presso I.C. Uruguay (Plesso Gino Bartali, in Via di Settebagni, 281, 00139 Roma RM). All’evento erano presenti oltre ai ragazzi dell’I.C. Uruguay, al referente progetto, la prof.ssa Orietta Mancinelli, circa quindici genitori, gli insegnanti, vari enti di formazione, alcune associazioni, la dott.ssa Manuela D’Alessandro, Responsabile Programmi Scuola di UNICEF Italia, Università e ospedali & Comunità Amici dei Bambini, la dott.ssa Angela Minerva, Dirigente Scolastico I.C Uruguay, la dott.ssa Claudia Pratelli, Assessora alle Politiche Educative e Scolastiche del III Municipio. Durante l’evento i ragazzi hanno presentato il lavoro svolto.

Da marzo ad ottobre sono stati attuati diversi incontri di presentazione del progetto e attività di formazione rivolte ai ragazzi “pontieri”, attraverso i quali costruire la comunità educante e la partecipazione.  Come prima cosa i ragazzi hanno scritto un breve testo su cosa sia per loro una comunità educante e come dovrebbe essere composta, cosa sono i diritti e i doveri dal loro punto di vista, che importanza ha/può avere il progetto.  Queste domande sono state formulate ai ragazzi allo scopo di valutare il livello di conoscenza dei temi del progetto. È emerso chiaramente che i ragazzi non avevano mai trattato o riflettuto su queste tematiche. È stato deciso, per questo motivo, di concentrarsi inizialmente solo sui ragazzi, vettori e attori principali, per poi partire, a partire da novembre, con i laboratori misti, ovvero con il coinvolgimento dei familiari e degli attori esterni.

I ragazzi sono stati invitati a presentare e a trasmettere ai propri genitori i contenuti degli argomenti sviluppati, dopo aver premesso che per coinvolgere e motivare i genitori, la famiglia, gli amici e il resto della comunità è necessario prima di tutto che essi stessi siano profondamente interessati, impegnati, coinvolti e appassionati ai temi del progetto. Credere nell’importanza del progetto, che vuole sostenerli in un percorso di crescita consapevole delle proprie capacità e nel riconoscimento delle opportunità, può essere determinante nel coinvolgere l’intera comunità.

La prima fase della attività formativa è stata incentrata sugli obiettivi del progetto, sull’importanza della comunità educante, della cittadinanza attiva, sui diritti dei bambini, allo scopo di promuovere la discussione sulla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC), nello specifico sugli articoli 12, 28 e 29.

È stato presentato ed approfondito con i ragazzi il concetto di “mappatura della comunità educante” ed in seguito si è iniziato a selezionare le attività da portare avanti insieme. Le attività individuate (teatro, musica, fotografia, video produzione, ecc., su argomenti che raccontano e rappresentano il territorio e l’educazione in generale) saranno strumento di avvicinamento e ampliamento dei componenti la comunità.

È stato chiesto ai ragazzi di individuare i soggetti e i luoghi a loro avviso disponibili ad essere coinvolti ed inseriti nella mappa. I ragazzi hanno quindi suggerito come contattare e coinvolgere i componenti della futura comunità educante.

I ragazzi hanno dedicato una parte del tempo anche alla ricerca online (sui computer di classe) sulle opportunità del III Municipio, con un approfondimento del territorio e delle sue potenzialità. È stata realizzata, quindi, una prima mappatura da presentare al resto della comunità nei prossimi laboratori misti. I ragazzi hanno raccolto i suggerimenti dei genitori, degli insegnati, in relazione alle specifiche strutture da visitare. Le associazioni, i responsabili dei luoghi aggreganti, le imprese, gli enti saranno invitati a breve ad esprimere la loro disponibilità, le potenzialità e i limiti delle loro strutture, col fine comune di “attirare” i giovani, proporre idee, offrire spunti, spazi, accompagnamento, orientamento, competenze.

L’esperienza è molto positiva in quanto i ragazzi si sono mostrati interessati, motivati e curiosi, nonostante fossero digiuni sugli argomenti trattati. Sono aumentate conoscenza e consapevolezza sulle realtà offerte dal proprio territorio e sulle opportunità offerte per la costruzione di una vera comunità educante il cui primo scopo è il contrasto alla povertà educativa, all’abbandono e alla dispersione scolastico.

 

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