La leadership educativa leggera. Conoscere la scuola: “Il pachiderma liquido”

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Si è svolto ieri – 18 dicembre – il primo dei tre incontri virtuali tenuti da Marco Orsi, Presidente dell’Associazione Senza Zaino, per studiare il futuro della scuola e per poter combattere più efficacemente la povertà educativa.

Il presupposto di partenza è che solo una conoscenza più ampia e approfondita della scuola, può essere uno strumento efficace per trovare itinerari efficaci che ci consentano di raggiungere il nostro obiettivo che è la “leadership educativa leggera”. Un obiettivo reso ancora più urgente dalla situazione attuale che sta totalmente cambiando l’idea di scuola e classe che abbiamo sempre avuto.

Ma perché definire la scuola come “pachiderma liquido”? Il Mammut è un pachiderma che dà l’idea di staticità e pesantezza, mentre la liquidità restituisce l’immagine di un movimento informe e senza sostanza: allo stesso modo la scuola ha attraversato i tempi senza mai cambiare realmente.

Nel corso di questo primo incontro si è cercato di capire il funzionamento e le caratteristiche del sistema scuola italiana, ma non solo.

A partire dallo schema che regola la vita degli studenti all’interno della scuola: il sistema cell and bell’s che non stimola gli studenti (e gli insegnanti) a sperimentare nuove modalità di apprendimento.

Un altro aspetto che contribuisce alla crescita di questo “pachiderma” è sicuramente il numero di insegnanti che lavorano nella scuola. Nel 2018 il personale scolastico ammontava a 929.331 persone – contro i 643.933 della Sanità – nonostante il calo demografico che affligge il nostro Paese. Una delle conseguenze è un disequilibrio fra il numero degli studenti e degli insegnanti: nel 2019 gli insegnanti erano 820.257, mentre gli alunni e le alunne erano 7.599.259.
I dati in riferimento al corpo insegnante sono numerosi ed estremamente significativi: come l’alto tasso di femminilizzazione (82,70%), e un’età media molto alta (52/46 anni) rispetto agli altri paesi membri dell’OCSE (44 anni). Un altro dato interessante è il fatto che il 50% delle richieste di prepensionamento è motivato da una psicopatologia: perché? Perché il lavoro dell’insegnante prevede un rapporto con l’utenza unico, prolungato e insistito, che causa una grande fatica emotiva.
È il rischio di un lavoro che si fonda sull’autonomia della classe, che rischia di diventare una trappola e isolare il docente: se l’insegnante è creativo non ha la possibilità di portare benefici ai propri colleghi, mentre se è inefficace non si renderà conto della situazione.

I punti deboli del “pachiderma liquido” non si fermano qui, però. In occasione di questo primo incontro abbiamo discusso di come anche il sistema di valutazione sia rischioso e presenti molteplici difetti, che si riflettono sulla produttività e sulla creatività di studenti e studentesse. Proprio per questo l’Associazione Senza Zaino si batte da tempo per un ripensamento della valutazione formativa.
La burocrazia, l’enorme mole di piani didattici ed educativi e gli obiettivi, contribuiscono a far disperdere il tempo e gli sforzi non solo degli insegnanti e dei dirigenti, ma anche degli alunni e delle alunne.

Nonostante il quadro d’insieme possa risultare demotivante e avvilente, dobbiamo ricordare come solo una conoscenza approfondita del sistema scuola e dei suoi punti deboli possa essere il giusto strumento per individuare e intraprendere percorsi alternativi e itinerari efficaci per raggiungere una leadership leggera.

 

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