LIBERI LEGAMI: costruire reti

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Il 26 settembre scorso, nella suggestiva cornice dell’Orto che Cura a Collegno, si è tenuto un aperitivo per la presentazione di “Liberi Legami”, progetto selezionato dall’Impresa Sociale Con i Bambini attraverso il bando “Liberi di crescere”, nell’ambito del fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, con particolare attenzione al sostegno dei minorenni e delle famiglie con almeno un genitore in condizione di detenzione. L’incontro ha visto la partecipazione di numerosi enti del terzo settore (cooperative e associazioni) e delle istituzioni locali che hanno seguito e supportato il progetto, consolidando una rete collaborativa di grande valore per tutto il territorio regionale. Un momento pensato per conoscersi, scambiarsi sguardi e idee, prima dell’avvio della grande macchina che ci vedrà collaborare per i prossimi 36 mesi.

Durante la serata, numerosi interventi hanno arricchito la presentazione fatta da Elena Mapelli, responsabile del progetto per la Cooperativa il Margine, soggetto capofila: Simonetta Matzuzi, vicepresidente de Il Margine che ha sottolineato l’importanza dei progetti pensati e realizzati mettendo al centro le persone e trasformando in risorse le fragilità di ognuno; Marco, ex persona ristretta che oggi lavora all’interno dei nostri servizi e alcuni dei quindici partner del progetto che hanno condiviso le loro realtà. Significativa è stata anche la presenza istituzionale di Bruno Mellano, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale per la Regione Piemonte, Sonia Caronni ex Garante delle persone private della libertà personale di Biella, Lucia Elisa Azzarone funzionaria del servizio sociale dell’Uepe di Torino e Tommaso Picone funzionario giuridico pedagogico della Casa Circondariale di Torino.

L’evento all’Orto che Cura ha rappresentato un momento significativo di incontro e riflessione, ma soprattutto un passo concreto per la costruzione di una preziosa rete che ha l’obiettivo di diffondere su tutto il territorio piemontese le buone prassi sperimentate in anni di lavoro, favorendo l’integrazione tra il pubblico e il privato e promuovendo una cultura educante, creando un legame sempre più forte tra il “dentro” e il “fuori” e ricostruendo legami che si sono interrotti a causa di un periodo di detenzione.

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