Chi sono i ragazzi di oggi? Il “selfie di una generazione” e la visione del futuro

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Credono in Chiara Ferragni e Harry Styles, ma anche in Greta Thunberg e… nella mamma. Così si descrivono i giovanissimi della generazione Z?

Sulle orme di Greta, della Ferragni e della mamma

Certo, se gli si chiede di puntare in alto non si tirano indietro. Anche loro hanno dei modelli di riferimento da cui trarre ispirazione nel percorso di crescita. A chi vorrebbero assomigliare? Le risposte ci sorprendono di nuovo. Oltre alla già citata Greta Thunberg, nel loro ‘pantheon’ ideale c’è un po’ di tutto: dalle icone generazionali (come Chiara Ferragni, Harry Styles, Billie Eilish, Cristiano Ronaldo) ai grandi della scienza (Rita Levi-Montalcini, Stephen Hawking, Marie Curie, Samantha Cristoforetti) passando per i big dell’imprenditoria (Bill Gates, Elon Musk, Jeff Bezos). Che si contendono il ruolo di “faro” con gli altri adulti di riferimento, come genitori, nonni e prof. Anche se la mamma è l’unica in grado di insidiare la Ferragni sul piano della credibilità.


Ma chi sono veramente i ragazzi di oggi? I ragazzi di oggi sono più saggi di quanto si possa immaginare e oggi con Libera il Futuro scopriamo questa generazione, la Generazione Z e come cercarla di capire di più, tra un selfie e l’altro e la difficile visione del futuro.

Generazione Z: molti ne parlano, quasi nessuno la conosce veramente.
Lo si può verificare già partendo da una domanda elementare: “Chi sono?”. Se, infatti, chiedessimo in giro come si chiamano i nati dal duemila in poi probabilmente quasi tutti risponderebbero: “Millennials”? Peccato che questi ultimi abbiano iniziato a calcare le scene un ventennio prima. Perché gli adolescenti degli anni ‘20 sono ancora avvolti nel mistero; basti pensare che l’attuale generazione di adolescenti non ha ancora un nome proprio (come i ‘baby boomer’ o gli stessi ‘millennials’). Eppure i suoi membri vengono quotidianamente giudicati: per come si vestono, per come parlano, per i propri gusti. E forse sottovalutati, in linea con la lettera dell’alfabeto – l’ultima – che gli hanno affibbiato. Quando, invece, sono un mondo tutto da scoprire, che non nasconde i suoi punti deboli ma che cela anche delle belle sorprese. Anche in tempo di post pandemia. Basta chiedere!

Più ‘fluidi’ del previsto

E’ stata definitiva anche la generazione ‘gender fluid’, che quando si parla di sessualità non ama le schematizzazioni tradizionali. Ma maschio e femmina sono due categorie davvero superate per i giovani d’oggi? Pare proprio di sì, visto che il 10% afferma di non identificarsi in un genere preciso o preferisce non rispondere alla più classica delle domande con risposta binaria.

Arrabbiati con gli adulti

Se c’è una cosa che fa arrabbiare gli adolescenti di oggi è sentirsi dire dai “grandi” frasi tipo: “Sei troppo piccolo per capire”“Siete tutti uguali”“Basta che state davanti a un telefono”. Quando, invece, sanno di poter dimostrare il contrario e chiedono di essere messi alla prova, responsabilizzati, motivati. I ‘nemici’ numero uno sono, ovviamente, i genitori. Al secondo posto? Fratelli e sorelle, che a sorpresa precedono i prof. E purtroppo, anziché reagire, nella maggior parte dei casi per sfogare la rabbia si chiudono in sé stessi: lo fa puntualmente 1 su 4. Oppure se la prendono col proprio corpo (mangiando, trasgredendo con alcol e droghe, facendosi del male): è così per quasi 1 su 5.

Le rivoluzioni da fare? scuola, lavoro, ambiente

Eppure non è vero che non hanno mordente. Ad esempio, già sanno che chi è venuto prima di loro gli lascerà un mondo non proprio facile da gestire (e anche questo genera frustrazione). Ma hanno ben presenti i settori su cui vorranno intervenire per invertire la rotta: in fondo oltre 7 su 10 pensano che anche i ragazzi possano cambiare le cose. Sul podio delle priorità mettono la scuola (46%), la politica (21%), l’ambiente (16%). A proposito di quest’ultimo punto: considerano Greta Thunberg la più grande rivoluzionaria del proprio tempo. Non poteva essere altrimenti per la generazione dei “Fridays for future”. Che, per dirla con le loro parole, deve “sistemare i casini con cui ci lasciano quelli che sono passati prima di noi. Dalla politica all’economia”

La felicità è nascosta nella normalità

I loro progetti, dunque, non sono molto dissimili da quelli dei loro nonni e genitori. Senza troppi voli pindarici, come si potrebbe essere tentati a pensare. Perché la voglia di semplicità è quasi un’esigenza. A renderli felici, infatti, sono soprattutto le ‘piccole cose’: momenti sereni in famiglia e con gli amici, l’amore, la musica, viaggiare, leggere, guardare le serie tv rendere orgogliosi i genitori. Una delle poche cose che accomuna vecchie e nuove generazioni. La felicità però non è per tutti: 1 su 3 ritiene di non essere una persona felice.

I social come un rifugio

Un’insicurezza diffusa dentro e fuori, quella di cui soffrono, che potrebbe essere figlia anche del rapporto simbiotico che hanno con i social network. Ci passano la vita: 1 su 5 si sente addirittura dipendente. Talvolta omologandosi o fingendo di essere un’altra persona: 1 su 3 ammette di avere un profilo falso. Un aspetto a cui gli adulti dovrebbero prestare la massima attenzione: in tanti dicono che se i propri genitori entrassero nel loro smartphone conoscerebbero un lato diverso, inaspettato, forse preoccupante del figlio. Per non parlare dei pericoli in cui si imbattono online: adescamenti, proposte indecenti, violenza, ecc.

Ma, prima di questo, bisognerebbe tornare (o iniziare) a parlare con loro: al 42% nessuno chiede mai un semplice “Come stai?”. Probabilmente si capirebbe davvero, finalmente, chi sono!

Ecco perchè il Progetto Libera il Futuro si impegna attraverso diverse attività, laboratori e inziative che mettono al centro i ragazzi, promuovendo una nuova cultura giovanile che ha l’obiettivo di contrastare disuguaglianze e povertà educativa, ma soprattutto creare buone pratiche che riguardano una formazione completa dei giovani, capendo il loro status emotivo e stimolandoli per migliorare la loro visione del futuro.

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