Il Bullismo nelle scuole: cos’è e quanti tipi ne esistono?

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Il progetto Libera il Futuro, mira alla formazione e all’inclusione dei giovani ragazzi che passa anche dalle buone pratiche e regole di vita da osservare nella quotidianità. Per questo il progetto affronta spesso diversi temi, oltre a quelli legati alla dispersione scolastica, che riguardano giovani e ragazzi e rientrano in una formazione completa di un individuo. Temi che possono riguardare anche disagi giovanili come quello del Bullismo, fenomeno ormai purtroppo diffuso e che riteniamo sia importante approfondire. Scopriamo il fenomeno del Bullismo nelle scuole.

Bullismo: cos’è e quanti tipi ne esistono?


Il Bullismo è un argomento di cui si torna ciclicamente a parlare. Non è un fenomeno che è nato recentemente, al contrario, è un fenomeno che esiste da sempre fra gli adolescenti, anche se le ultime tendenze vedono l’età media delle persone coinvolte in episodi di bullismo abbassarsi sempre di più.

I primi episodi si manifestano alle scuole medie, anche se il germe della violenza sui coetanei inizia ad insediarsi già alle elementari: queste sono le motivazioni per cui prevenire il bullismo intervenendo nelle scuole primarie è assolutamente fondamentale.

Per potere intervenire in maniera efficace è importante riconoscerne le caratteristiche del bullismo che lo differenziano da atti di violenza generica: l’intenzionalità, la persistenza nel tempo, l’asimmetria di potere e la natura sociale del fenomeno. Inquadrare il fenomeno nel suo complesso è fondamentale per capirlo meglio!

Tipi di Bullismo:

Secondo gli esperti i tipi di bullismo sono quattro:

  • Bullismo verbale
    Si manifesta insultando qualcuno per le sue caratteristiche fisiche – peso, altezza, colore della pelle – o personali – orientamento sessuale, credenze religiose, cultura – anche affibbiando soprannomi svilenti.
  • Bullismo fisico
    Si manifesta colpendo o ferendo qualcuno, comunque provocandogli danni fisici e dolore fisico. Si manifesta anche quando si minaccia, intimidisce, deruba una persona dei suoi effetti personali. In generale, quando si entra con violenza nella sfera fisica di qualcuno.
  • Bullismo sociale
    Si manifesta escludendo costantemente una persona dalla vita sociale del gruppo, o condividendo informazioni o immagini lesive della sua dignità.
  • Cyberbullismo
    È la tipologia più recente di bullismo, che il 22% dei ragazzi che hanno subito bullismo hanno sperimentato, secondo l’Istat. È sostanzialmente bullismo su web, e comporta che tutti gli atti sopra descritti vengano resi pubblici in rete, danneggiando gravemente l’autostima di una persona.

Inoltre il Bullismo può essere poi diretto o indiretto.

Si parla di Bullismo diretto quando gli atti vengono diretti alla vittima in prima persona. Si parla di Bullismo indiretto quando la vittima viene discriminata per vie traverse, ad esempio mettendo in giro voci, rendendo pubbliche informazioni personali, facendo nascere pettegolezzi su di lei.

Non sempre il bullismo si manifesta in modo palese. Si può manifestare anche attraverso sussurri o sguardi, o dando le spalle alla vittima, ignorandola, o ancora escludendola da un gruppo e dalla sua vita sociale. In tutti questi casi per i professori è molto difficile notare che certi atteggiamenti si stiano davvero verificando, e denunciare quanto accade è l’unico modo per renderlo manifesto.

Il Bullismo a scuola

Per riconoscere e prevenire questo fenomeno è fondamentale dotare le scuole di un sistema che stabilisca ruoli azioni e responsabilità, in modo da consentire a tutti gli adulti di intervenire e gestire immediatamente i casi conclamati di bullismo, di attivare risposte per tutti i soggetti coinvolti, di attivare un’alleanza educativa attraverso il coinvolgimento di tutti genitori in ogni fase del processo, in un’ottica di mediazione delle conflittualità.

Le conseguenze del Bullismo

Quando si parla di conseguenze del bullismo, si devono tenere presenti due piani, anche se non sempre è facile: quello della vittima e quello del bullo.

Una vittima di bullismo può vivere a lungo con un senso di sfiducia nelle relazioni sociali e una scarsa autostima. Può temere gli altri, chiudersi in sé stessa, sia per scarsa fiducia sia per la paura di subire nuovamente atti di bullismo in futuro. I danni psicologici del bullismo spesso sono più prolungati, evidenti e persistenti di quelli fisici.

Una vittima di bullismo può anche seguire un’altra strada: quella di diventare bullo a sua volta, replicando atteggiamenti “vincenti” allo scopo di spostare l’attenzione da sé.

D’altro canto, nemmeno i bulli sono indenni da conseguenze. È stato accertato che le cause del bullismo, risiedono proprio nel tentativo da parte dei bulli di attirare l’attenzione, rafforzare la loro autostima scegliendo una vittima considerata carente da quel punto di vista. I bulli sono privi di empatia verso gli altri: non riescono a immedesimarsi nelle persone che colpiscono, non riescono a percepirne il dolore, e spesso mantengono questa caratteristica nel futuro.

“È facile diventare la preda di un bullo, bastano un paio di occhiali, oppure l’apparecchio ai denti, qualche chilo in più, o dichiararsi gay o lesbica. Dico sempre che nasciamo liberi e senza pregiudizi fino all’età della pubertà. Poi, per il resto della nostra vita, cerchiamo di curare le ferite che ci siamo procurati in quel periodo.” (Conchita Wurst).

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