La storia di Germana schiacciata dal marito e dalla pandemia

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Fonte: onextrapixel by Pinterest

Quella di Germana è una storia all’incontrario: è lei a chiedere aiuto ai servizi territoriali del suo comune di residenza – Napoli – perché con la pandemia la sua vita si è stravolta.

È diventata mamma per la seconda volta di un bellissimo bambino proprio nel periodo più difficile, quello del primo lockdown, quando i contagi sono alle stelle, le terapie intensive sature e anche il più banale spostamento si trasforma in una missione impossibile. L’ingresso alla vita di suoi figlio è, quindi, segnato da un tempo scandito dall’ansia e dalle morti private di contatti umani.

 

Ma non è solo questo. Suo marito che svolge un’attività professionale autonoma, è fermo e in casa non entra un soldo. Anche lei, da sempre occupatasi di servizi per il benessere e la bellezza della persona, resta improvvisamente senza lavoro. Tutto chiuso, due bambini molto piccoli – la primogenita non ha nemmeno due anni – e nessuna possibilità di sostentamento economico.

 

Lo stress inizia a montare dentro la testa e il cuore di entrambi, ma Germana cerca di reggere. Suo marito, invece, sembra cadere in uno stato depressivo che ben presto diventa un vortice da cui è risucchiato. In casa non offre alcuna collaborazione, dorme quasi tutto il giorno e i bambini diventano per lui insopportabili fino a quando un giorno, intollerante ai loro pianti, li chiude fuori la porta di casa e ritorna a dormire.

 

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Dinanzi a questo gesto Germana si spaventa. Capisce che la crisi è profonda e, soprattutto, che è pericoloso per lei e i suoi figli restare ancora sotto lo stesso tetto con il marito. In fretta e furia lascia la casa e chiede ospitalità alla sua famiglia di origine che l’accoglie insieme ai piccoli. Si rende conto di avere bisogno anche di altri aiuti e varca la soglia dei servizi sociali che l’ascoltano e cercano di capire quali siano i suoi bisogni; le propongono di entrare nel programma di home visiting.

 

Nel frattempo suo marito la cerca e prova a convincerla di essere cambiato. Lei, con due bambini piccoli, non resiste al richiamo delle sue promesse vaghe e dopo un po’ ritorna a casa. Suo marito non è tanto cambiato, l’atteggiamento passivo predomina nella vita familiare ed è Germana a rimboccarsi le maniche e a riprendere il suo lavoro.

 

Annalisa, l’operatrice di home visiting, la sostiene nel progetto di autonomia economica e personale. Una delle prime cose in cui ha supportato la “sua” mamma è stata quella di iscrivere i bambini al nido così da poterle dare lo spazio fisico e mentale per dedicarsi al lavoro, che le piace anche tanto, e poi spronarla ad uscire con i bambini, anche in macchina, e a non scoraggiarsi dinanzi agli ostacoli che per lei sono montagne impossibili da scalare. Certo, non è facile perché Germana è sola anche se può contare sulla sua famiglia allargata, ma qualche piccolo passo in avanti lo sta facendo. La strada da percorrere è ancora molto lunga, ma ora la fatica può essere condivisa e compresa.

 

“L’immagine che mi viene in mente quando penso a Germana – dice Annalisa –  è quella di una mamma orsa che protegge i suoi figli mentre combatte contro un altro orso che non mi vorrebbe tra i piedi”.

 

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