Progetto Le(g)ami

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Scheda Progetto

Il progetto LE(G)AMI – approvato dalla Impresa sociale con i Bambini nell’ambito del Programma Un passo avanti – si propone come azione territoriale volta a sensibilizzare i servizi socio-educativi e a sviluppare forme di intervento rispetto ai bisogni degli adolescenti caregiver, ovvero nello specifico del progetto, ragazzi e ragazze nella fascia di età 11-14 impegnati nel prestare cura e assistenza continuativa a un membro della famiglia fragile o non autosufficiente, con responsabilità che normalmente verrebbero associate ad un adulto. Si può trattare di figli, fratelli o nipoti di persone affette da disabilità fisiche o mentali, dipendenze da alcool o droghe, malattie terminali o croniche, stati depressivi gravi e altre situazioni di vulnerabilità che richiedono assistenza quotidiana. Gli impegni di cura degli
adolescenti caregiver possono risultare eccessivamente gravosi o inappropriati rispetto alla propria età, comportando spesso conseguenze negative su diversi fronti, quali ad esempio difficoltà di studio e rischio di abbandono scolastico, assenza o carenza di tempo libero, rischio di isolamento o emarginazione sociale e ogni altra difficoltà derivante da una condizione di eccessivo carico di responsabilità e adultizzazione.
Il progetto prevede un piano integrato di attività volte a sostenere i servizi e gli operatori impegnati in campo educativo e sociale nello sviluppare competenze, metodologie e pratiche d’aiuto in grado di intervenire sui bisogni degli adolescenti caregiver, così da sostenere una migliore integrazione dei loro impegni di assistenza all’interno del proprio percorso di sviluppo psico-educativo e sociale. Fare questo include anche valorizzare gli effetti positivi che possono derivare da un’esperienza di cura verso un familiare in termini, ad esempio, di autostima, responsabilizzazione e sviluppo di competenze trasversali.
Il progetto si concentra nei Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale di Lecce e si articola nelle seguenti attività:

  • Emersione del bisogno: intervento di animazione, contatto e coinvolgimento della rete di servizi attiva sul territorio nell’area dell’adolescenza, al fine di iniziare a far emergere la consapevolezza dei bisogni degli adolescenti caregiver e della necessità di avviare/potenziare appropriate linee di intervento e lavoro
  • Affiancamento professionale agli operatori: un percorso formativo e di affiancamento professionale rivolto a gruppi di operatori che si trovano a relazionarsi con adolescenti cargiver nel proprio contesto lavorativo, come assistenti sociali, educatori, psicologi, insegnanti, formatori, figure impegnate nei servizi domiciliari ecc.
  •  Assistenza domiciliare e sostegno alla genitorialità: attivazione di un servizio mirato di assistenza domiciliare rivolto al nucleo familiare dei minori caregiver
  •  Centro “I Care”: apertura di un centro socioeducativo e di aggregazione dove coinvolgere i minori caregiver e le loro famiglie in attività ludiche, culturali, formative ed educative nel tempo libero
  • Trasferimento di buone pratiche e supporto al policy-making: elaborazione di linee guida a sostegno di interventi legislativi e di politica pubblica rivolti ai bisogni dei giovani caregiver e dei loro famigliari; preparazione e diffusione di tool formativi e di supporto professionale per gli operatori in un’ottica di sostenibilità della sperimentazione avviata con il progetto.

EMERSIONE DEL BISOGNO

Solo negli ultimi anni l’attenzione sociale e legislativa dei decisori ha preso in carico il problema dei ragazzi caregiver, a partire dall’azione del sistema di welfare dell’Emilia Romagna e in particolare dall’attività della Coop. “Anziani e non solo” che è partner di LE(G)AMI. Parliamo di figli, fratelli, nipoti di persone affette da disabilità fisiche o mentali, dipendenze da alcool o droghe, malattie terminali o croniche, stati depressivi gravi. L’impegno assistenziale, di supporto emotivo, di cura della casa e di gestione del nucleo familiare può risultare eccessivamente gravoso rispetto all’età e alle risorse dei ragazzi, comportando delle conseguenze negative su diversi fronti. Ad esempio, l’esigenza di dedicare molte ore alla cura familiare può comportare perdita di sonno e rendere difficile la conciliazione dei tempi di studio, impattando così sul rendimento scolastico che è spesso al di sotto delle potenzialità e talvolta conduce all’abbandono precoce. Oltretutto, il tempo dedicato alla cura viene anche sottratto a quello per il tempo libero, le gite, le uscite, le attività sportive. Ciò conduce di frequente ad una situazione di isolamento sociale che – combinata con l’imbarazzo che talvolta i ragazzi provano rispetto alla propria condizione – porta all’emarginazione dei coetanei e non di rado a bullismo. Le altre conseguenze più dirette sono: psicopatologie; dipendenze; scarsa concentrazione;
iper-responsabilizzazione; adultizzazione e parentificazione. Va detto che qualche aspetto dell’impatto può anche essere positivo, nel senso che vivere un’esperienza di cura familiare può contribuire, se adeguatamente supportata, al rafforzamento dell’autostima e alla maggior responsabilizzazione e, infine, consente lo sviluppo di competenze tecniche e trasversali che i ragazzi possono valorizzare, ad esempio nel momento della ricerca di un’occupazione.
In sintesi, obiettivo specifico del progetto è l’implementazione e la sperimentazione di un modello di intervento a rete per il sostegno dei ragazzi caregiver residenti nel territorio dell’Ambito Sociale Territoriale di Lecce.

AFFIANCAMENTO PROFESSIONALE AGLI OPERATORI

Il progetto prevede fin dalle prime fasi del suo avvio una formazione specifica rivolta agli operatori delle reti locali che avranno aderito al progetto e che nel loro lavoro incontrano i minori caregiver. Tale formazione sarà finalizzata ad allineare le conoscenze rispetto al tema dei caregiver adolescenti (definizione, identificazione, bisogni), a condividere pratiche promettenti a livello nazionale ed internazionale e a condividere gli strumenti e i metodi di lavoro.
È previsto un affiancamento professionale agli operatori coinvolti nella relazione con i minori caregiver con l’intento di sostenerli nel carico emotivo in cui spesso si ritrovano immersi nel lavoro con tali situazioni e a sviluppare le competenze specifiche rispetto alla relazione con i caregiver adolescenti. L’innovatività formativa consiste nell’utilizzo del metodo dei Gruppi di Work Discussion a orientamento psicoanalitico con gli operatori delle reti locali aderenti alla sperimentazione, secondo il modello consolidato a livello internazionale sviluppato dalla Tavistock Clinic di Londra
negli anni ’60. È una pratica che si colloca all’incrocio tra la formazione e la consulenza, e che viene offerta come sistema di supporto agli operatori, un’occasione di apprendimento dall’esperienza per potenziare la capacità di tener conto delle dinamiche emotive che entrano in gioco nelle relazioni d’aiuto quando ci si trova a lavorare con aree di bisogno complesse come quella degli adolescenti caregiver. L’obiettivo sarà quello di far sviluppare/affinare pratiche e approcci operativi per gli operatori nell’incontro con tali ragazzi, grazie all’apprendimento derivante da un lavoro guidato di osservazione e riflessione di gruppo, sulle situazioni concrete che si incontrano nel proprio lavoro quando si relazionano con adolescenti caregiver ei loro familiari, incentivando la flessibilità di pensiero e la riflessione creativa.

ASSISTENZA DOMICILIARE E SOSTEGNO DELLA GENITORIALITA’ – COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE

La famiglia ha una enorme importanza per l’assolvimento di irrinunciabili funzioni (affettiva, normativa educativa e socializzante) ma, sempre più spesso, è sopraffatta da un “malessere” che la coinvolge e la condiziona. Tra le condizioni che intervengono ad ostacolare il buon funzionamento della famiglia ci sono gli svantaggi materiali; la mancanza di sintonia nella coppia genitoriale; le problematiche legate all’uso di sostanze stupefacenti o a malattie e/o handicap (fisici o mentali), isolamento e/o marginalità sociale e culturale; la mancanza di reti formali o informali di supporto. Si guardi ad esempio alle famiglie immigrate presenti nel territorio dell’Ambito Territoriale Sociale di Lecce: molteplici sono i fattori sia di tipo personale sia di tipo socio-culturale che amplificano ed esasperano le sfide e le difficoltà per i genitori, spesso i figli hanno imparato bene la lingua italiana mentre i genitori hanno ridotte risorse (linguistiche, conoscitive, materiali, sociali) e si trovano non solo ad affrontare la cura dei figli, ma anche ad elaborare la diversità culturale e la paura che essa genera. E’ dunque evidente che queste situazioni – allo stesso modo di quelle che toccano le famiglie di ragazzi “nativi” – richiedono che un progetto come LE(G)AMI promuova un sistema di empowerment dedicato alle famiglie dei minori caregiver (11-14 anni) in esse presenti.

IL CENTRO I CARE

Come già descritto, all’interno del progetto si vuole anche dare uno spazio ai ragazzi caregiver al di fuori del contesto scolastico, uno spazio per incontrarsi, per ibridarsi e progettare una cultura solidale e aperta all’altro. Si è scelto di destinare a questo compito una struttura che la “Comunità Emmanue”l ha ricevuto in dono nel 2018 ( in via Battaglini, nel quartiere Ferrovia). Qui si realizzerà il Centro “I Care”, spazio di aggregazione giovanile multietnico in cui attraverso una serie di laboratori (poesia, narrazione di storie, MusicArTerapia nella Globalità dei Linguaggi, Fotografia, Teatro ) e attività di supporto scolastico e familiare, di testimonianze, di musica e di vita insieme, si ritrovino le coordinate per riproporre le solite e uniche domande: “Chi sono io? Da dove vengo? Dove vado?” E, dentro la realtà di ogni giorno, insieme agli altri, trovare il filo rosso che lega le vicende e la vita di ciascuno a quella  dell’altro. Naturalmente, i ragazzi caregiver beneficiari del progetto qui avranno modo di rapportarsi in condizioni ottimali con coetanei accompagnati da personale altamente qualificato: Educatori, Psicologi, Assistenti Sociali, Mediatori Interculturali ed esperti.

IMPATTO DEL PROGETTO SULLE POLITICHE PUBBLICHE

L’emersione del fenomeno degli adolescenti caregiver sul territorio della provincia di Lecce, permetterà di dare senso e contenuto ad una forma di disagio sociale che si manifesta e si individua, attualmente, più nelle conseguenze che nelle cause. La ricerca partecipata sull’emersione del target individuato coinvolgerà attivamente gli Istituti Scolastici di Lecce , anche grazie alla collaborazione con l’Ufficio scolastico provinciale, determinando un effetto di individuazione ed emersione necessarie a strutturare interventi coesi e partecipati.
A monte, il progetto punta ad ottenere un significativo impatto nel varo di nuove politiche sociale riferite al target degli adolescenti caregiver, o, come risultato minimo, creare le condizioni perchè una base dati inedita e ricca di elementi informativi possa essere fruita dal sistema scolastico, da quello del welfare e dalle istituzioni preposte. Si tenga presente che rispetto ai tempi in cui LE(G)AMi fu progettato, la regione Puglia ha varato una legge sui caregiver (non specificatamente sugli adolescenti) in virtù della quale oggi è ancora più logico lavorare per uno scopo comune che lasci tracce sul territorio.

CONTINUITA’ E SOSTENIBILITA’

Il progetto è concepito in ottica di garanzia di sostenibilità in quanto le azioni previste, facendo leva su professionalità e servizi già operanti sui territori, una volta strutturate e messe a regime, non richiedono di fatto risorse aggiuntive significative perché sia data loro continuità.
In particolare, il progetto si propone di:
a) Sviluppare azioni formative rivolte a professionisti che – a conclusione del progetto – resteranno sul territorio e potranno continuare ad applicare quanto appreso nella loro attività professionale ordinaria e a trasferire ad altri le nuove conoscenze acquisite;
b) Creare reti con soggetti pubblici e privati che già operano a livello locale e che, a diverso titolo e pur senza necessariamente identificarli come tali, già potenzialmente intercettano caregiver adolescenti ed hanno un mandato istituzionale di supportarli;
c) Sviluppare e sperimentare con le nuove reti attivate, un metodo di lavoro congiunto che potrà continuare ad applicare al termine del progetto;
d) Assicurare la trasferibilità del progetto tramite la sistematizzazione delle risorse sviluppate, delle lezioni apprese e di raccomandazioni per le politiche che potranno consentire a territori non coinvolti in fase di sperimentazione di sviluppare loro stessi azioni a sostegno dei giovani caregiver.

RUOLO DELLA SCUOLA/STRUTTURA EDUCATIVA

La scuola svolge un ruolo centrale nel supporto agli adolescenti con responsabilità di cura. In primo luogo, essere un giovane caregiver comporta un rischio elevato di trovarsi in una condizione di svantaggio rispetto ai propri pari per quanto riguarda il rendimento scolastico: questo sia per ragioni esterne (quali ad esempio l’impegno extra-scolastico loro richiesto, la carenza di tempo da dedicare allo studio) che interne: la scarsa fiducia in sé, l’ansia, la ridotta percezione di autoefficacia… sono solo alcuni esempi di caratteristiche diffuse tra i ragazzi caregiver e comunemente messe in correlazione negativa con le prestazioni scolastiche. Infatti, sono numerosi ed unanimi gli studi che mettono
in evidenza gli ostacoli che i ragazzi caregiver devono affrontare nel proprio percorso scolastico.
Sotto questo profilo, la scuola può offrire un concreto supporto al pieno sviluppo delle potenzialità scolastiche degli adolescenti caregiver adottando strumenti volti al riconoscimento, all’adozione di piani di studio personalizzati e flessibili, al raggiungimento di obiettivi minimi, al riconoscimento delle competenze sviluppate nell’attività di cura. Ed infatti alla scuola, il progetto LE(G)AMI riconosce un ruolo privilegiato dal momento che con i docenti referenti saranno concordati interventi di sostegno scolastico in favore dei minori caregiver che permetteranno ai ragazzi di colmare il gap culturale nei confronti dei loro coetanei.
Inoltre, poiché le ricerche dimostrano che i caregiver adolescenti hanno difficoltà a sviluppare reti sociali con i propri
pari e sono a maggior rischio di essere vittime di bullismo rispetto a coetanei non caregiver, la scuola può svolgere un ruolo importante nella promozione della cura come valore positivo, di relazioni positive tra gli studenti e di prevenzione e repressione di fenomeni di bullismo.
Ancora, la scuola è un soggetto privilegiato per l’identificazione degli adolescenti con responsabilità di cura: gli insegnanti – adeguatamente sensibilizzati in questo senso – possono riconoscere tra i propri studenti indicatori di caregiving e farsi promotori dell’avvio di un percorso di segnalazione e presa in carico. Da ultimo, gli insegnanti e gli educatori emergono da diverse ricerche come figure riconosciute dai ragazzi caregiver per essere in grado di offrire loro supporto e guida, di diventarne confidenti e modelli positivi di identificazione. L’importanza del ruolo delle istituzioni scolastiche e degli insegnanti nel supporto ai ragazzi caregiver è stata riconosciuta anche dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica che ha sottoscritto un protocollo di intesa con alcune organizzazioni attive sul tema tra cui il partner “Anziani e non solo”. In virtù di tale protocollo, il MIUR si è impegnato a favorire la diffusione, nel mondo della scuola, di progetti educativi specifici per ragazzi con responsabilità di cura.

ELEMENTI INNOVATIVI DEL PROGETTO

L’Italia è un Paese che più si affida alla cura familiare per prestare l’assistenza necessaria ai membri più fragili della comunità, come anziani e disabili. Nonostante ciò, soltanto da alcuni anni il termine “caregiver” o “familiare che si prende cura” ha iniziato a far parte del dibattito pubblico e ad essere oggetto di attenzione da parte di ricercatori e politici. Se è vero che, in termini generali, la figura del caregiver familiare in Italia è ancora poco riconosciuta e tutelata, le tematiche specifiche relative ai giovani con responsabilità di cura sono ancora più misconosciute. Esiste su questo gruppo target scarsa letteratura scientifica ed è rara l’attenzione dei servizi e delle organizzazioni del terzo settore. La scelta dei destinatari del progetto LE(G)AMI è quindi di per sé un elemento innovativo.
Innovativa è anche la scelta di affrontare a monte la tematica come interdisciplinare, non attribuendo ad uno specifico servizio o ruolo professionale il compito prevalente di identificazione del caregiver adolescente e di sviluppo di un piano di supporto ma operando per la creazione di reti di soggetti che – insieme – analizzino la situazione, la discutano e sviluppino modalità integrate di intervento attraverso una modalità strutturata. In questo senso, anche il metodo proposto – quello dei Work Discussion Group – è innovativo nell’ambito specifico dei giovani caregiver in quanto, anche a livello internazionale. Di fatto, nei colloqui preliminari condotti in fase di messa a punto dell’idea, gli operatori sociali coinvolti hanno tutti ammesso di aver conosciuto o avere in trattamento ragazzi caregiver, ma non di riconoscerli come tali. Innovativo è l’approccio metodologico che porrà al centro dell’azione educativa la relazione fra insegnante/educatore e adolescente per facilitare la costruzione di un contesto positivo che conduca al cambiamento. Innovativa è la personalizzazione degli interventi che non saranno preconfezionati e la relazione d’aiuto da instaurare diverrà processo costante di ridefinizione del confronto facendo emergere le risorse personali o familiari per affrontare le situazioni. Infine, i ragazzi potranno riscoprirsi a loro volta facilitatori nella trasmissione di competenze, specie quelle rivolte alle famiglie (self-efficacy) diventando “donatori di cura”.

GENESI DEL PARTENARIATO

La genesi del Progetto LE(G)AMI si fonda sul riconoscimento del ruolo dei singoli Partner all’interno del territorio locale, sulla profonda azione sociale che negli anni è stata da loro promossa, radicata e disseminata nelle relazioni educative, di cura e di aiuto, sulla “passione” comune con cui ogni partner vive, organizza e reinventa il proprio mandato sociale. La storia dei partner infatti è una comune storia generativa che rende “riconoscenti”, ossia capaci di riconoscere come la propria vita – anche quella professionale – sia connessa a quella degli altri e come si possa vivere, insieme, una lotta temporale dentro il “farci prossimi” e il “tenerci distanti” quanto basta per essere nella realtà ed essere dentro “un’ecologia integrale” che ci fa prossimi. Condividendo questo approccio, il partenariato si struttura in
intrecci che attengono alle competenze di ciascuno (formazione, coordinamenti, monitoraggio, animazione, laboratori, valutazione di impatto, interventi domiciliari, Summer School, comunicazione e disseminazione, rendicontazione e contabilità) che dissemina all’interno (per rafforzare lo sguardo comune verso l’altro), e all’esterno (per illuminare la visione out), nello scambio, partecipato a più livelli, avviene un’azione di empowerment che arricchisce tutti e genera un processo di crescita in tutta la rete.

PARTNER DEL PROGETTO

Comunità Emmanuel

La comunità Emmanuel (capofila) è nata a Lecce, la notte di Natale del 1980, da un gruppo di uomini e donne che, accompagnati da padre Mario Marafioti s.j., hanno voluto incarnare nel servizio il loro cammino di fede, aprendo una prima casa famiglia per persone svantaggiate.Da allora le attività e le accoglienze si sono moltiplicate. Il bisogno ha cercato i volontari e la sofferenza altrui ha suscitato, in tanti di essi, energie insospettate di solidarietà umana e cristiana. Oggi la Comunità Emmanuel è organizzata in 6 Settori di Intervento: Famiglia e Minori, Salute Mentale e Disabilità, Dipendenze, Formazione e Promozione sociale, Migrazioni e Sud del Mondo, Diakonia. Opera in Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte, e all’ESTERO:Albania.

Fondazione Emmanuel Don Francesco Tarantini per le migrazioni ed il sud del Mondo

La Fondazione Emmanuel Don Francesco Tarantini per le migrazioni ed il sud del Mondo è iscritta all’Anagrafe Unica delle ONLUS nel settore ONG, è espressione della Comunità Emmanuel. Nasce nel 1992, ed ha come compito istituzionale quello di “promuovere, incoraggiare e sostenere, in tutte le forme possibili, le iniziative, atte a creare le condizioni e fornire gli strumenti, per l’autopromozione dei popoli del Sud d’Italia, del Sud d’Europa, del Sud del Mondo, promuovendo insieme la Giustizia, la Carità e la Misericordia umana e cristiana, orante e operosa, in risposta alla miseria materiale e morale che affligge il mondo, con particolare attenzione verso i migranti e verso le popolazioni, vicine e lontane, che più soffrono gli squilibri del pianeta”. Opera in Italia (Servizi Accoglienza per Richiedenti Asilo e Rifugiati, Servizi per Persone Senza Fissa Dimora, Promozione di Mostre/Seminari/Convegni su Diritti Umani/Dialogo Interculturale, Mediazione Interculturale nelle scuole, etc.) e all’Estero (Progetti di Cooperazione Internazionale, Erasmus+).

Cooperativa Sociale La Strada

La cooperativa sociale La Strada ha sempre lavorato con e per i bambini ed i ragazzi, con l’obiettivo prioritario di realizzare sul territorio interventi di prevenzione del disagio psicosociale e familiare, operando, quindi, per ridurre o eliminare le cause che lo generano, sostenendo e accompagnando i minori nel percorso di crescita e fornendo alla coppia genitoriale un supporto teso a sollecitare e/o rafforzare le competenze educative. Nel corso degli anni la cooperativa ha consolidato il suo know how, acquisendo nel 2002 (e sempre riconfermata fino ad oggi) la Certificazione del Sistema Gestione Qualità per i servizi di Assistenza Educativa Domiciliare, asilo nido e servizi socioeducativa e di animazione per minori.

Cooperativa Sociale Anziani e Non Solo

Anziani e Non Solo (ANS) è una società cooperativa sociale che opera dal 2004 nel settore dell’innovazione sociale con specifico riferimento alla progettazione e realizzazione di interventi e servizi nel campo del welfare e dell’inclusione sociale. Tra le specifiche aree di competenza di ANS c’è il supporto ai caregiver informali, giovani ed adulti, tramite attività di ricerca, formazione, psico-educazione, sensibilizzazione ed advocacy. Nell’ambito delle sue attività Anziani e non solo ha realizzato numerosi progetti a livello territoriale, nazionale ed europeo su queste tematiche ed è membro attivo di Eurocarers – network europeo delle organizzazioni di carer familiari e fondatore di CAR.ER., la rete delle associazioni che si occupano di caregiver familiari in Emilia Romagna.

Innova.Menti

L’Agenzia Formativa INNOVA.MENTI è un’organizzazione privata senza scopo di lucro accreditata presso Regione Puglia per i servizi di Istruzione e Formazione Professionale. La sua mission è promuovere e sostenere la crescita economica, sociale e culturale dei territori ove essa è soggetto responsabile o partner di progetti di sviluppo, attraverso la costruzione di una rete di partner locali, nazionali e transnazionali, con l’utilizzo di metodologie e tecnologie innovative. Nello specifico INNOVA.MENTI persegue i seguenti obiettivi sociali:
– Promuovere attività di formazione, orientamento e qualificazione professionale dei giovani per il loro inserimento nel mercato del lavoro;
– Promuovere iniziative di informazione, formazione e educazione all’innovazione sociale;

Psi.f.i.a. – Psicoterapeuti per l’infanzia la famiglia e l’adolescenza – Società Cooperativa Sociale:

Psi.f.i.a. (www.centropsifia.it) nasce nel 2009 come APS dal progetto vincitore del concorso Principi Attivi indetto dalla Regione Puglia. Dopo undici anni, continua ad operare nel campo dello studio, della formazione e della progettazione sociale in ambito clinico, socio-sanitario e giuridico. Nel 2021 si trasforma in Società Cooperativa Sociale svolgendo attività di utilità sociale a favore della collettività, con particolare attenzione ai bisogni di aiuto psicologico e alla promozione del benessere psicosociale nei servizi di welfare rivolti a bambini, genitori, adolescenti, giovani adulti e famiglie. Opera in provincia di Lecce e Brindisi e affianca al lavoro clinico con le famiglie l’impegno ad incentivare – attraverso progetti che attivano un pensiero riparativo e riflessivo – forme innovative di collaborazione con le Istituzioni locali che, a vario titolo, si occupano di minori, famiglia e giovani adulti. Realizza eventi culturali di sensibilizzazione, iniziative di studio, approfondimento e formazione rivolte a professionisti e operatori impegnati nei servizi educativi, giudiziari, formativi, sociali, medico-sanitari, culturali e del tempo libero, creando così opportunità per apprendere il senso e la pratica dell’interdisciplinarietà.

Human Foundation

Human Foundation è un’organizzazione non profit nata nel 2012 che promuove la collaborazione tra imprese, pubblica amministrazione, imprese sociali, fondazioni, investitori istituzionali, operatori economici e mondo della finanza per generare e realizzare soluzioni innovative ai problemi sociali. È tra i soci fondatori di Social Value Italia, rete nata per diffondere la cultura della misurazione dell’impatto sociale nel nostro Paese, e nel 2016 ha promosso la nascita dell’Associazione Social Impact Agenda per l’Italia. Human è un centro di ricerca impegnato a sviluppare conoscenze sui processi di innovazione sociale. Promuove lo sviluppo di competenze progettuali delle organizzazioni del Terzo Settore, attraverso programmi di Alta Formazione e percorsi di formazione e accompagnamento dedicati al Terzo Settore. Dal 2015, grazie al sostegno della Fondazione Johnson&Johnson, Human Foundation organizza “Percorsi di Innovazione Sociale”, percorsi formativi e di networking che mirano ad accrescere le competenze del terzo settore per aumentarne efficacia e efficienza in termini di impatto sociale generato.

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