La mappa è il territorio! Un viaggio attraverso il territorio di Monterotondo, con Simone Saccucci e i ragazzi del liceo “Gaio Valerio Catullo”.

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In questo articolo faremo un viaggio,  accompagnati dal racconto di Simone Saccucci, pedagogista, che usa come strumento educativo la “narrazione”, all’interno di un territorio, quello di Monterotondo. In questo breve viaggio, percorso con un gruppo di ragazzi che hanno frequentato il Pcto “Percorsi Narrativi” nel liceo Gaio Valerio Catullo di Monterotondo, capiremo come si “ritaglia” la mappa di un territorio per gli adolescenti, quali sono i loro punti cardinali, quali le direzioni, i posti del cuore; se ci sono ancora i luoghi della memoria per i ragazzi di questa generazione, oppure tutto è dilatato ed inconsistente come molti dicono. Questa la narrazione di Simone, quasi fedele a come ce l’ ha riportata:

«Abbiamo fatto gruppo, io e cinque ragazzi, abbiamo girato insieme per la città, Monterotondo. L’ obiettivo era mappare il territorio; mappare significa andare a studiarlo, leggerlo per capirne le risorse, capire i punti di disagio, capire da cosa è composto un territorio. In un territorio in termine di educativa di strada, devi mappare, ossia sapere cosa avviene. Questa mappatura è stata un po’ diversa da quelle solite, poiché in più riportava la caratteristica di avvenire dopo un periodo di chiusura pandemica, questa mappatura è stata una ripresa, reale, “la ripresa vera e propria”. Più passa il tempo e più mi accorgo che se questa ripresa sarà affidata agli adulti sarà una ripresa solo parziale, forse una ripresa di stampo economico e raramente una ripresa di entità umana, di sostanza umana; mentre affidare la ripresa ai ragazzi è molto più semplice, per loro la ripresa è “riprendere relazioni con gli altri, con sé stessi e con il territorio”. Ecco, durante questo pomeriggio, mi è sembrato di riprendere possesso di un territorio, grazie ai ragazzi. E come sempre avviene, quando si segue i ragazzi nel territorio, i ragazzi ti fanno innamorare del posto in cui vivono. Siamo andato nei posti che per loro hanno un significato, perché quel posto racconta un fatto, o la storia di alcuni fatti. Una ragazza ci ha portato in una piazzetta che apparentemente era anonima, vicina a un centro commerciale, non sembra quasi una piazza, ma per lei lo è, perché è lì che lei si incontra con gli amici. La stessa ragazza ci racconta che ha anche un altro posto, una panchina in un parco, in un angolo, dove lei va solo con la sua migliore amica per guardare il tramonto, si siede con lei e stanno a lungo ad aspettare che il sole cali. Un altro ragazzo ci ha raccontato, di un angolo da cui si vede la torre dell’orologio, quella torre, non è il posto del cuore, ma la sua prospettiva del cuore, Ogni volta che lui ritorna dalle vacanze, mentre sta facendola strada verso casa, lui vede la torre dell’orologio e quella è la prospettiva che lo fa sentire a casa e quella è una sensazione che gli piace moltissimo, perché riconosce attraverso l’orologio che lui è a casa. Con emozione lo stesso ragazzo ci ha raccontato che quella stessa sensazione è quella che prova il padre, lui non lo sapeva, ma poi il padre gliel’ha raccontata. Un’ altra ragazza ci ha portato davanti alla panchina rossa che sta davanti all’ Istituto comprensivo “Bruno Buozzi”, quella panchina è stata scelta apposta  dal suo gruppo di amici perché è diversa dalle altre, e loro volevano un posto diverso per stare insieme.

In questa calda giornata di quasi inizio estate, abbiamo fatto mappatura seguendo un altro tipo di prospettiva, ossia seguendo i posti che fanno sì che Monterotondo diventi casa, diventi luogo e forse è questo il senso vero di una mappatura di territorio e forse è questo il senso vero, o uno dei sensi del progetto “L’ Atelier Koinè”.  La dispersione scolastica, la povertà educativa si devono affrontare specificamente nel territorio, andando a capire quali sono i posti che i ragazzi frequentano proprio perché sono i posti dove si rifugiano.

Bisogna ipotizzare soluzioni che sono nascoste in quel luogo, in quel “rifugio”».

Ringraziamo gli studenti del liceo “Gaio Valerio Catullo” di Monterotondo:

Andrea Castelluccio, Alexandra Aprile, Elettra Pelliccioni, Giorgia Flaiani,

l’intero Istituto e in particolar modo le coordinatrici Pcto Elisabetta Costetti, Vincenza Raimo e Nuria Cataldo, per aver sposato in pieno le finalità del progetto “L’ Atelier Koinè”,

il sindaco Riccardo Varone, gli assessori di Monterotondo, Matteo Garofoli (pubblica istruzione) e Marianna Valenti (cultura), per la fiducia e la collaborazione con cui ci aprono le porte di questo comune.

Simone continuerà il suo viaggio nei territori partner di progetto dell’ “Atelier koinè” per raccontarci le sue mappe dei luoghi.

Se vogliamo fare il mestiere di educatori dobbiamo amare il mondo e, se questo accade, anche le mappe più improbabili, meno colorate, acquisteranno bellezza, profondità e significato”.

da “La mappa e il territorio. Ripensare l’educazione fra strada e scuola”.

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