Essere genitori di “figli oppositivi”: riflessioni ed esperienze

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Contributo a cura delle Psicologhe Emanuela Casilio e Rossella Ridolfi – In questo nuovo anno scolastico abbiamo pensato di condividere i temi e le domande che spesso i genitori, ma anche i docenti, ci pongono nei colloqui e su quali vogliamo riflettere insieme a voi. Oggi affrontiamo insieme la tematica dei “figli oppositivi”

FIGLI OPPOSITIVI. Mio figlio a volte mi sfida, non accetta i “NO”, è aggressivo, grida e spesso si chiude per ore nella sua stanza. Non so più come comportarmi…”
Alzi la mano chi non ha sperimentato almeno una volta nel rapporto con i propri figli quella sensazione di impotenza generata da una improvvisa e destabilizzante difficoltà nella gestione del comportamento e nel rispetto di semplici regole familiari.

Gli adolescenti, alcune volte, possono assumere atteggiamenti di sfida nei confronti degli adulti oppure pretendere ciò che vogliono mettendo a dura prova l’adulto. Genitori ed insegnanti sono chiamati a dover contenere e gestire rabbia e comportamenti oppositivi che, il più delle volte, si accompagnano ad un certo rifiuto per le regole. Il ruolo del genitore, in questa fase, potremmo definirlo come “traduttore “ delle emozioni espresse dal figlio: è possibile insegnare a  trasformare gli agiti ed i comportamenti (violenti, aggressivi e di rifiuto ecc.) in consapevolezza emotiva e quindi consapevolezza di Se’.

Ad esempio proviamo a dire: “Perché sbatti la porta quando ti chiedo come è andata la tua giornata? Puoi dirmi sono triste o sono frustrato perché devo prendere delle decisioni…Devo scegliere quando essere interrogato…Devo decidere se rimanere amico di una ragazza oppure dirle che mi piace….”

Per alcuni genitori il tasto dolente riguarda l’aspetto normativo: orari, studio, gioco, denaro, smartphone, tablet e videogiochi.  Con la crescita, infatti, si può innescare un braccio di ferro che porta in breve tempo ad assordanti silenzi e dolorosi conflitti, tanto per i genitori quanto per i figli, con ovvie ripercussioni sul clima familiare. Cosa possiamo fare allora come genitori, docenti e più in generale come educatori?

Come prima cosa è necessario occuparsi del COME mettere la regola piuttosto che della regola stessa, poiché possiamo chiedere ed insegnare tutto purché lo facciamo in modo coerente, chiaro e motivandolo.

Il clima emotivo e la serenità nella relazione va salvaguardata sempre, in quanto è all’interno della relazione stessa che si sviluppano le criticità. Se il figlio rispetta il genitore ed è consapevole dell’amore, della stima e del rispetto che passa attraverso la loro relazione, farà meno fatica ad adeguarsi ad una regola. Spesso gli adolescenti divengono oppositivi poiché si sentono trattati da bambini (non ottenendo motivazioni sulla regola) e non contestano la regola in se, piuttosto il modo in cui viene posta; oppure contestano la figura e quindi il genitore.

Ecco qualche semplice indicazione utile per ripristinare un dialogo pacifico ed un clima familiare più sereno:

–       limiti e regole chiari: stabiliamo insieme poche regole, chiare, semplici e condivise da entrambi i genitori affinchè il figlio percepisca coerenza nell’atteggiamento della mamma e del papà;
–       valorizzare le risorse: evitiamo di concentrarci solo sugli aspetti problematici di nostro figlio ma valorizziamo i momenti sereni senza lasciare che i comportamenti problematici diventino il centro della vita familiare;

–       riflettere sull’esperienza è meglio che punire: comprendiamo le difficoltà che nostro figlio sperimenta in alcune situazioni e proviamo a contenere le sue emozioni; aiutarlo a trovare delle modalità alternative per gestire le sue emozioni, a volte è più utile rispetto a continue punizioni che innescano un circolo vizioso.

Accettiamo anche che nostro figlio provi un po’ di frustrazione e la sperimenti prima di tutto all’interno della sua famiglia. La famiglia è un posto sicuro dove fare esperienza. Imparerà a gestirla e questa capacità di controllo potrà trasformarsi in una risorsa anche all’esterno.

E non dimentichiamo mai di essere dei modelli per i nostri figli che non ascoltano ciò che diciamo ma guardano cosa facciamo!

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