Famiglie al tempo del coronavirus. Come affrontare la nuova routine?

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La dott.ssa Serena Moretti, psicoterapeuta dell’età evolutiva  dell’APS La Rotonda,  all’interno del laboratorio l’Arte della Cura, ci propone una serie di suggerimenti che possono essere utili per la gestione della routine familiare in questo periodo di quarantena.

La gestione di un bambino piccolo h24 non è semplice, ecco alcune parole d’ordine che possono aiutare:

REGOLARITA’

E’ importante mantenere momenti fissi che scandiscano la giornata. Ad esempio l’orario e la routine legata ai pasti o alla nanna dovrebbero esser mantenuti stabili: ciò fa sentire il bambino contenuto e mantiene una prevedibilità del contesto, indispensabile in questo momento storico che prevedibile non è. Possiamo anche mantenere una scansione della settimana, introducendo variabili che differenzino il week end dal resto della settimana.

CREATIVITA’

E’ bene proporre, compatibilmente con le esigenze degli altri membri della famiglia, qualche attività che possa stimolare e divertire il bambino.  Non occorrono grandi impalcature tecniche, ma è fondamentale che anche il genitore viva con piacere questi momenti; suggeriamo perciò di scegliere quegli strumenti che sono più in linea con le attitudini di mamma e papà. Sperimentazione attraverso i sensi, manipolazione, giochi di movimento, cucina, narrazioni; con i più grandi anche il gioco simbolico, i travestimenti, le drammatizzazioni. Sono sufficienti pochi momenti nell’arco della giornata.

FARE SQUADRA

La tolleranza alla frustrazione e la pazienza sono messe a dura prova dalla quarantena. Per evitare crolli o eccessivo sovraccarico è importante che ciascuno nella coppia genitoriale faccia la sua parte, permettendo all’altro di ritagliarsi piccoli momenti di pausa in cui dedicarsi ad attività che rilassino e scarichino la tensione. Pratiche legate alla respirazione o alla mindfullness possono aiutarci ad avere maggiore consapevolezza rispetto alle nostre emozioni e sensazioni.

DARE SICUREZZA

Il bambino ha bisogno di sperimentare un adulto che trasmetta sicurezza e padronanza, non solo volti spaventati e preoccupati. I figli sono grandi osservatori sin da piccoli e il nostro atteggiamento è la lente attraverso cui conoscono la realtà. È importante ci sia congruenza tra quello che diciamo e il nostro comportamento, altrimenti generiamo confusione e questo mina il senso di fiducia del bambino.

NON AVERE FRETTA: togliamo il pannolino? Lasciamo il ciuccio?

Nei primi tre anni di vita lo sviluppo del bambino procede con gran velocità, è un periodo ricco di passaggi evolutivi importanti ma delicati.

Ora che siamo in quarantena potremmo pensare di avere tutto il tempo per affrontare questi passaggi,  ma attenzione non è questa la variabile da considerare maggiormente. Sostenere un bambino nei suoi passaggi evolutivi è fondamentale ed è soprattutto una questione di disposizione mentale del genitore e capacità osservativa. Quindi:

  • basiamoci quindi sul quello che osserviamo e sui segnali che il bambino ci dà, senza forzare qualcosa che al momento è prematuro … tanto più ora che abbiamo un’altra emergenza da affrontare!
  • chiediamoci se la nostra mente al momento ha sufficiente spazio ed energia per tollerare e contenere le angosce del bambino che inevitabilmente accompagneranno questi cambiamenti.  Se ci sentiamo già nervosi e abbiamo altre pre-occupazioni … forse meglio attendere di essere più liberi!

 E se ci sono fratelli più grandi …

È  importante spiegare quello che sta accadendo, senza mentire. La non spiegazione o la bugia creano confusione e paura. Può essere fatto attraverso le parole o con altre modalità (storie, giochi, disegni) sempre calibrate in base all’età e al grado di comprensione del bambino. Forniamo anche degli elementi che rassicurino e manteniamo un atteggiamento positivo e fiducioso. Ad esempio è possibile spiegare che i medici si stanno occupando delle persone ammalata e che alcuni scienziati stanno cercando una vaccino, che anche noi possiamo fare qualcosa.

È poi fondamentale non lasciare che i propri figli fruiscano in modo autonomo di contenuti multimediali o strumenti che possano creare un sovraccarico di notizie, peraltro non sempre fondate, amplificando le angosce relative alla situazione di emergenza. È compito del genitore selezionare e limitare le informazioni, prediligendo fonti ufficiali e riducendo ad uno/due volte al giorno i momenti di informazione sul tema.

Parlare del contagio è importante ma deve essere fatto con parole semplici e concrete, altrimenti può avere l’effetto di spaventare troppo il bambino. Possiamo responsabilizzare (e non assillare) il bambino parlando dell’importanza di lavarsi le mani e indossare la mascherina; fare gesti concreti con lui che gli permettano di famigliarizzare con la realtà del virus e sentire di poter essere attivo nella situazione.

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