L’educatore è un ospite: a casa degli studenti per supportare la preparazione degli esami

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«Rifare la strada in auto verso Treviso oggi è stato speciale. Ho di nuovo respirato a pieni polmoni qualcosa di buono. Non era l’aria che entrava dai finestrini: sono stati i tre ragazzi che ho incontrato andandoli a trovare. Parcheggiare la macchina e camminare, cercare la via e il numero, arrivare al portone e trovare il campanello giusto: non c’entrava più nulla con le immagini dello sfondo durante le videochiamate. Entrare in casa, salire le scale o sedersi in giardino, è una riflessione che ci fa capire che l’educatore è anche un ospite».
Con le parole di Andrea Conficoni, educatore di La Esse, il progetto Kepler 5-14 inaugura una nuova fase del suo percorso per contrastare la povertà educativa minorile post emergenza sanitaria: l’educatore arriva a casa, in occasione della preparazione degli esami di Terza Media.

Il progetto, sostenuto da Con i bambini, ha permesso agli educatori di entrare nella vita di decine e decine di ragazze e ragazzi, aspettandoli negli spazi a scuola o nel territorio: da oggi, entrando a casa loro, sono i ragazzi ad aspettare gli educatori.
«Ho sentito e visto la familiarità che hanno con stanze, mobili e oggetti per me finora sconosciuti – afferma l’educatore Andrea – mi hanno detto e raccontato di loro con tante parole nuove, con la loro postura, i loro quaderni, i loro gesti, le loro incertezze, la loro voglia di pensare cosa si può fare insieme per gli esami o per l’estate. Come educatori siamo ospiti per scoprire gli spazi che le ragazze e i ragazzi desiderano farci conoscere, desiderano darci. E questi sono spazi e distanze che dobbiamo accogliere e rispettare. Sentirci educatori ospiti ci permette di vivere e stare nel cambiamento che si sta attraversando».

Fondamentali in questi mesi, strumenti come il cellulare e la videochiamata, hanno permesso di mantenere vivo il legame tra la scuola e la famiglia, offrendo un’occasione per incontrare, anche se a distanza, i genitori, favorendo la vicinanza. Ora, arrivando a casa, in questa straordinarietà degli eventi, attraverso il progetto, si entra nella quotidianità familiare e casalinga, spesso più intima.

«Un ultimo pensiero – conclude Andrea – oggi sentivo accanto anche i miei colleghi, vecchi e nuovi! Siamo tutti pronti per essere ospitati. Case, appartamenti, vie e vicoli ci aspettano nelle prossime settimane e avranno di nuovo gli occhi dei fìoi».

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