Cosa ho appreso: fare squadra.

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Cosa ho appreso durante questo periodo di lontananza forzata dalla scuola, dagli insegnanti, dai ragazzi e dai loro genitori? Rispondono a questo interrogativo gli educatori dell’equipe del progetto Kepler 5-14, promosso da La Esse e selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini.

 

Da marzo tutto è cambiato.
Chiamare i genitori, proporre di supportare il loro figlio a distanza, accogliere il loro entusiasmo per la proposta, riuscire a sentire i ragazzi e chiedere loro se stanno bene… Sembra tutto positivo ma stanno emergendo alcuni ostacoli.

Dopo un mese le difficoltà si fanno sentire: finire i giga, non avere un computer per poter eseguire le consegne più semplici, avere i libri di testo a scuola e non poterli recuperare. Inoltre, alcuni ragazzi non rispondono o mandano un messaggio monosillabico, non consegnano i compiti al professore e gli insegnanti non hanno notizie dei loro alunni da qualche tempo.

Ecco che in questa occasione si apre uno scenario nuovo, una nuova alleanza tra noi educatori e gli insegnanti. Una connessione che si sta rinforzando nel tempo.
Ci si connette per cercare di sentire un ragazzo, per verificare che stia bene e per vedere se riusciamo a tenerlo “agganciato”. Di fronte al problema si fa squadra, ci si parla e confronta. Si fanno delle riflessioni e si cresce insieme.

La comunicazione tra noi educatori e gli insegnanti permette di elaborare pensieri e emozioni.

Questa connessione è vigorosa, importante e nutriente. Ci unisce di fronte alle difficoltà per cercare di mantenere la relazione con ragazzi che spesso non hanno riferimenti e strumenti. Permette di ascoltarci reciprocamente, fare squadra di fronte alle difficoltà e provare a vedere nuove strade e nuove soluzioni.

La scuola e gli educatori stanno insieme per non abbandonare i ragazzi e continuare a stare vicino a loro.

Francesca Agnolin, educatrice, La Esse
Equipe del progetto Kepler 5-14, nuovi sistemi educativi per generazioni competenti

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