Le interviste: Laura Fantuzi, referente dell’Istituto Comprensivo Felissent

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Il punto di vista di Laura Fantuzi, referente di progetto per l’Istituto Comprensivo Felissent di Treviso, che risponde alle nostre domande sulle attività e sul percorso di lavoro avviato grazie a Kepler 5-14, nuovi sistemi educativi per generazioni competenti.

D: Quali sono i punti di forza e di debolezza della didattica oggi prevalenti nella scuola?
R: I punti di forza e di debolezza di oggi non sono diversi da quelli del passato, perché la scuola raccoglie spunti dalla vita quotidiana e le modalità di comunicazione e le necessità relazionali emergenti a livello sociale entrano nella didattica di tutti i giorni. Quello che potrebbe essere un elemento di attenzione per i docenti è che oggi la società e le modalità di relazionarsi con l’altro mutano a una velocità non registrata prima e la scuola deve farsi carico di questo, non può rimanere distante dalla vita reale degli studenti, soprattutto nella fascia di età che riguarda i nostri studenti, nel passaggio della scuola di bambini alla scuola di giovani adulti.

 

D: Quali sfide si assume la scuola quando sceglie di unire dimensione didattica e dimensione educativa?
R: Le due dimensioni sono sempre state un tutt’uno, anche ai tempi della scuola nell’Ottocento la scuola insegna, ha una dimensione di sapere e conoscenza unita a una dimensione educativa che spesso è prioritaria, soprattutto per la fascia d’età che ci vede coinvolti. Accogliamo bambini di 3 anni e li accompagniamo fino ai 14 anni, quando sono in uscita e devono riconoscersi come persone. La scuola rimane il perno per i ragazzi, il luogo in cui si preparano ad affrontare le richieste della vita al di fuori delle mura scolastiche. In questo percorso la didattica si adatta, mantenendo fermo il valore di insegnamento che però è sempre meno trasmissione delle conoscenze e sempre più trasmissione di strategie per trovare, acquisire e conservare le conoscenze. Insegniamo ai ragazzi a gestire la velocità e l’enorme quantità di dati a cui è possibile accedere con un semplice click e lo facciamo attraverso la lettura dei classici e della storia per capire chi siamo noi oggi. Alcuni fenomeni molto attuali sono comunque radicati nel passato e tutte le discipline si adattano alla contemporaneità e al cambiamento.

 

D: L’organizzazione scolastica attuale riesce a rispondere ai cambiamenti sociali in atto e ai bisogni dei bambini, dei ragazzi e delle famiglie?
R: La struttura scolastica deve confrontarsi con una società molto fluida. L’organizzazione presuppone le nuove tecnologie accanto ai libri di testo, la penna e la carta accanto alle lavagne interattive, i laboratori di informatica e le prove interattive accanto alla capacità di scrivere. Abbiamo una scuola nuova, con nuove modalità di comunicazione e di gestione della parola scritta, una struttura quindi che fa da ponte e tiene conto anche della nuova realtà famigliare degli studenti che accogliamo, di genitori lavoratori e dei loro ritmi. Tutti i piani dell’offerta formativa si fondano sul patto con la famiglia, da sempre: la scuola accoglie gli studenti, riconosce i loro punti di forza e di debolezza, ma anche le famiglie con le loro richieste. Alunno – scuola – famiglia è una triangolazione fondamentale per il nostro lavoro.

 

D: Esiste una strada da percorrere che vi ha dato o vi dà fiducia?
R: La strada che seguiamo è quella dell’apertura e del dialogo. Il progetto Kepler 5-14, nuovi sistemi educativi per generazioni competenti, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, ci permette lo scambio di informazioni e buone pratiche tra gli Istituti Comprensivi coinvolti, in rete con le associazioni, le parrocchie, gli altri enti istituzionali e gli educatori delle cooperative La Esse e la Solidarietà. Il progetto offre il respiro e le risorse per incontrarci, progettare e realizzare le idee che pensiamo, lo abbiamo sperimentato in questo primo anno di lavoro e abbiamo trovato la fiducia per portare avanti azioni che sulla carta ci sembravano impossibili.

 

D: Quali strumenti sentite utili per la connessione tra insegnanti? E tra insegnanti e famiglie?
R: I momenti di incontro sono fondamentali, troviamo utilissimi i tavoli di coordinamento, sia quelli esterni periodici con i partner di progetto, sia quelli interni alla scuola. Grazie alle risorse previste dal progetto, abbiamo attivato un tavolo interno tra gli insegnanti referenti di tutti i plessi per capire come stiamo lavorando e i risultati raggiunti. La relazione con le famiglie è un’azione doverosa, e poter allargare il numero di genitori che possiamo accogliere soprattutto nelle attività pomeridiane, ci permette di far vivere la scuola come un punto di riferimento. La partecipazione alle attività è molto positiva, il numero è molto alto.

 

D: Quali aspettative avete dal lavoro che si sta facendo per cercare di connettere le attività didattiche mattutine alle attività laboratoriali pomeridiane?
R: Stiamo lavorando per creare un forte legame con le classi dei ragazzi che frequentano i laboratori pomeridiani e attivare un forte collegamento nella didattica in classe la mattina. Così i contenuti diventano risorse per tutti: l’obiettivo per noi è infatti quello di creare materiali didattici per potenziare temi particolari che possono essere usati e approfonditi quotidianamente in classe.

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