Elba: farsi comunità nell’estate del distanziamento interpersonale, diario di bordo del centro estivo a Porto Azzurro

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Il viaggio ha inizio…

Luglio ha già bussato alla porta quando il centro estivo “I viaggi di Gulliver” di Porto Azzurro inizia ad accogliere bambini e genitori negli spazi della scuola dell’infanzia Aldo Moro. Una volta “aperto il sipario” la voce inizia a diffondersi e pian piano il numero di iscritti aumenta, portando con sé età, storie e vissuti diversi. E siamo alla prima settimana, prima giornata di mare insieme, quando S., quasi 7 anni, esclama sconvolta “Ma come, maestra, non ci possiamo abbracciare?” guardando la sua amica A. con la quale non gioca da un sacco di tempo.

Quest’anno dobbiamo fare i conti con il distanziamento interpersonale, con le mascherine, con i baci e gli abbracci da evitare: in poche parole dobbiamo fare i conti con il dover imparare un nuovo modo di stare insieme. È qualcosa di inaspettato e non è facile perché la voglia di condividere era ed è tanta, a tratti quasi incontenibile. Tuttavia, ad uno sguardo attento, negli occhi dei ragazzi si può percepire anche un alone di imbarazzo nei confronti di misure così nuove e serie che mettono in soggezione spesso anche gli adulti. Nonostante questo, i giochi e le attività delle prime settimane, indirizzate tutte al presentarsi e conoscersi, permettono di creare un nuovo equilibrio, rispettoso delle regole, ma consapevole che distanza fisica non significa affatto distanza emotiva, un equilibrio capace di far percepire un abbraccio nonostante la distanza.

Navigando insieme

Le settimane passano seguendo le avventure di Lemuel Gulliver in terre sconosciute: scopriamo l’importanza di mettere in gioco il proprio punto di vista e cambiare prospettiva, esploriamo il mare con i suoi abitanti e le sue isole, facciamo un salto tra le stelle e i pianeti, sperimentiamo le arti e esploriamo la natura (grazie anche alle attività di educazione ambientale dei partner Legambiente Arcipelago Toscano e Opificio Liberarti). Balliamo, pitturiamo, sperimentiamo con i materiali, cantiamo, giachiamo, facciamo tanti, tanti  bagni, leggiamo, invientiamo. Ci ritroviamo così alla settima settimana, di nuovo al mare, sulla battigia intenti a costruire monumentali castelli di sabbia, quando M., 4 anni, sentenzia “Certo che adesso siamo proprio una squadra!”. Sì, sono davvero diventati una squadra che, andando oltre a certe distinzioni tra “grandi” e “piccoli”, maschi e femmine, lavora insieme e si aiuta. Siamo un gruppo, una piccola comunità che condivide un viaggio dove ciascuno porta e dona piccoli pezzetti di sé. Una comunità nella quale si impara a prendersi cura gli uni degli altri. Questo nel tempo diventa evidente nel comportamento dei membri più grandi del nostro equipaggio. M., 10 anni, dice serio: “Certo che è vero che i più piccoli seguono quello che facciamo noi”, consapevole che il proprio agire può diventare un esempio per gli altri e dell’importanza di assumersi questa responsabilità.

Di nuovo a casa

Mentre scriviamo siamo nel pieno dell’ultima settimana di campo solare. Facciamo di queste righe il nostro diario di bordo grazie al quale ripercorrere le varie tappe di questo viaggio, lo stesso diario che i ragazzi hanno portato avanti nelle settimane trascorse insieme, nel quale hanno raccolto pensieri ed eventi. A conclusione di questa avventura tutte le nostre energie sono indirizzate alla stesura e all’allestimento di un piccolo spettacolo teatrale. Proprio al teatro è dedicata l’intera ultima settimana: teatro come strumento di ricerca e di espressione delle proprie emozioni e sensazioni. Un’ultima settimana che si delinea per i ragazzi come un momento di riflessione su loro stessi, sul presente e sul futuro, soprattutto in vista di settembre e del rientro a scuola. Sicuramente quello che porteremo con noi da questa strana ma coinvolgente estate è la voglia di continuare a sentirci una comunità, tutti insieme.

Le animatrici di L’isola che c’è

Lucrezia Ferrà, Francesca Gambelunghe, Giulia Tomasina

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