Con il Covid almeno abbiamo recuperato una quotidianità più lenta

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Ludovica, 12 anni

“Nel mezzo del cammin di nostra vita…” ognuno di noi ha vissuto un momento di disorientamento, provando la sensazione di aver perso la strada maestra.

In questo periodo spesso mi ritrovo ad affrontare momenti di solitudine, smarrimento e disagio. Questo mio stato d’animo è legato alla situazione che stiamo vivendo tutti noi da ormai quasi un anno. Le nostre abitudini hanno subito dei cambiamenti drastici ed ogni piccolo gesto, che fino a poco tempo fa appariva scontato, adesso è diventato un momento prezioso.

L’isolamento imposto dalla pandemia si protrae da più di quanto mi aspettassi; è difficile abituarsi a non uscire, a non poter vedere i miei amici, a non frequentare la scuola, a dover evitare di abbracciare nonni, zii e genitori per paura di contagiare o di essere contagiati.

All’inizio credevo che restando chiusi in casa e rispettando le regole imposte dalle Autorità Sanitarie sarebbe passato tutto in breve tempo, ma non è stato così. Anche se non ne ho parlato mai con nessuno, spesso mi sento persa: mi manca il contatto con i miei coetanei, la complicità con le mie amiche e la libertà di una banale uscita.

E’ tutto così innaturale: salutarsi con i gomiti, guardarsi negli occhi per esprimere sensazioni e ricevere continuamente dai genitori e professori raccomandazioni sulle regole da rispettare. I miei genitori sono attentissimi, e lo apprezzo, ma vedo che non tutti osservano con lo stesso scrupolo le regole, ed è questo che mi preoccupa.

Resto intere giornate chiusa tra le pareti di casa, prevalentemente al computer, ed anche una semplice chiacchierata con un’amica avviene in videochiamata. Spesso vivo uno stato di ansia che mi porta anche ad un cambiamento di umore, ma riesco a nascondere bene questo disagio.

Cerco di cogliere le poche occasioni di uscire chiedendo ai miei genitori di accompagnarli nei casi in cui escano a fare la spesa. All’esterno evito di abbassare la mascherina e, quando incrocio dei passanti, provo a non avvicinarmi troppo per evitare contatti. E’ un periodo di smarrimento, proprio come fossi in una “Selva oscura”.

Oltre al contatto con le mie amiche mi manca lo sport, che mi aiuterebbe a distrarmi. Quando ascolto le notizie relative all’aumento dei contagi, mi sembra che non esista una via di salvezza e di ritorno alla normalità.
Spero di poter tornare presto alla quotidianità precedente alla crisi sanitaria, perché quello che prima ritenevo ovvio, adesso mi manca.

L’unico aspetto meno negativo del Covid è legato al recupero di una quotidianità più lenta. Sicuramente in questo periodo ho avuto modo di conoscermi meglio, scoprendo debolezze e fragilità che però vedo affliggere anche gli adulti. Conservo in me questo insieme di emozioni, sforzandomi a non percepirle come completamente negative: spero infatti mi aiutino a superare le difficoltà future che sicuramente dovrò affrontare.

Uscirò da questa selva oscura solo quando potrò riprendere a vivere la quotidianità ed i ritmi abituali, che tanto mi mancano. Il mio Virgilio che mi ha aiutato ad uscire dalla mia selva oscura è stata Ludovica, che è riuscita a tirarmi su di morale in questo momento buio della mia vita. Con lei mi sento libera di essere me stessa e sono sicura che non mi pugnalerà mai alle spalle.

 

Regioni

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Sono uscita dalla selva oscura grazie alla scrittura e alla chitarra

Devo ammettere, però, che i miei sentimenti felici erano offuscati dalla tristezza e consapevolezza che non sarei potuta uscire con i miei amici.

I miei genitori e i miei insegnanti accorrono sempre in mio aiuto

Nonostante tutto io credo sia importante amarci, perché se ci amiamo l’uno con l’altro, possiamo uscire da questo inferno che ci circonda.

Mi ritrovai per una pandemia oscura, ché la libertà era sparita

Chissà se ci fosse stato Alighieri ai tempi nostri, magari avrebbe scritto un racconto che parla di mostri. Resta a casa, non uscire. Lo fai per te stesso, per non morire.