Mia madre: il mio Virgilio, la mia migliore amica

di

Giada, 15 anni

Caro diario, oggi è l’ennesima giornata in cui tutto va storto, mi guardo allo specchio e non mi piaccio, mi vedo brutta, grossa, le gambe, le cosce, le braccia, tutto troppo, poi mi guardo attorno e vedo che a tutti va bene, sanno già cosa faranno in futuro, è come se tutti fossero soddisfatti di ciò che sono senza nessun problema, tutti sicuri di loro stessi, come se si potessero mangiare il mondo e poi ci sono io che non riesco a farne una giusta, mi guardo allo specchio e vedo soltanto un’enorme insicurezza, chissà cosa pensano le persone di me.

Forse sono troppo timida? O alcune volte troppo invadente? Sembrerò simpatica o antipatica? Certe volte vorrei cercare di non pensare all’idea che gli altri si fanno di me, ma è inevitabile, forse perché ho paura di non piacere agli altri, cerco la continua approvazione da chi mi sta attorno, ma pensandoci non mi sono mai soffermata su ciò che voglio io, ma questo non è importante, sembrerei soltanto egoista, giusto?

E poi caro diario vorrei che il mondo si fermasse per cinque secondi e trovare il mio posto, invece non faccio altro che rifugiarmi in delle cuffiette, e in un foglio bianco con in mano una penna, questo è il mio posto, ma non è la realtà né il modo giusto di affrontare i giorni e dovrei essere più realista, ma a me proprio non va di affrontare i problemi di ogni giorno, io scappo da loro piuttosto che affrontarli perché è la via più semplice.

O perché mi sento così triste, mai felice al 100%, è come se ci fosse un immenso vuoto dentro me che non riesco a colmare, passo da momenti di felicità estrema, a momenti in cui vorrei starmene solo per conto mio e vedo tutto grigio, come un pittore che ha esaurito i suoi colori, così la tela resta bianca.

Insomma, mi avevano detto che il periodo dell’adolescenza avrebbe comportato anche questo, momenti di bipolarità, insoddisfazione, isolamento, capricci inutili, come se il mondo ti stesse sfidando e hai tutto contro. Ma, sai che c’è, non mi piace per niente questo periodo, vorrei soltanto tornare bambina, quando tenere un palloncino e poi allentare la presa lentamente, per poi guardarlo volare via, era una delle cose che ti rendeva il bambino più entusiasta del mondo. Adesso non mi capacito come un palloncino avesse potuto causare così tanta felicità eppure era un continuo divertimento, non dovevi preoccuparti di niente.

Adesso mi sembra di stare in un periodo buio, come se fossi in un tunnel, tenebroso dove la luce che si vede in lontananza sembra essere ancora distante, tutte le mie paure sono amplificate, si trasformano in leoni pronti ad attaccare, e non mi lasciano proseguire verso l’uscita, i mille complessi si trasformano in lupi che mi fanno pensare di non valere nulla, decisamente quest’ultimi sono i peggiori.

1 anno dopo…

Caro diario, è passato un anno dall’ultima volta che ti ho scritto e non sai quante cose sono cambiate! Partendo dalla prima, ho imparato ad accettarmi, ho capito che il giudizio della gente non è così importante come credevo, ho imparato ad amarmi, ad amare tutti i miei difetti e qualche volta ho cercato di trasformarli in pregi. Ho capito che non si può essere perfetti e nessuno lo è, mettere qualche volta se stessi al primo posto non vuol dire essere egoisti.

Sai, ho incontrato persone che mi hanno aperto gli occhi, mi hanno fatto capire che tutti hanno insicurezze che si portano dietro, ma non possiamo pensarci ventiquattro ore su ventiquattro, perché se pensiamo solo alle nostre debolezze non ci accorgeremo mai dei nostri punti di forza.

Mi sono circondata di persone che mi capiscono con un solo sguardo, ho capito il valore del bene partendo dai miei genitori, ho trovato la complicità, ma soprattutto ho imparato ad apprezzare le piccole cose, da un sorriso di uno sconosciuto, a una semplice cena con la famiglia. Ho compreso che la vera felicità sta nelle piccole cose come in quel palloncino, e a non vederci nulla di male. L’adolescenza è vero che non è una passeggiata, ma ce ne saranno altri mille di problemi, e scappare non è la giusta via, perciò prima o poi si dovranno affrontare.

E per ultimo ma non per importanza, ho trovato il mio Virgilio, mia madre, lei mi ha aiutato ad uscire da quel tenebroso tunnel, mi ha teso la mano ed io l’ho stretta, mi ha spronata a dare sempre il mio meglio, non mi ha mai abbandonata, grazie a lei ho sconfitto i paurosi leoni e lupi, che si son fatti così piccoli da non riuscire più a vederli. Lei è diventata la mia migliore amica, la mia confidente, la mia complice, mi ha fatto sentire tutto il suo calore quando pensavo che ci fosse solo gelo, mi ha fatto da guida ed io l’ho seguita, ed è gran parte grazie a lei se adesso sto vivendo soltanto la luce.

Regioni

Ti potrebbe interessare

Al momento tutto ciò che mi resta è sognare

Le pareti di questa stanza sono sbarre che mi intrappolano costringendomi al pensiero e alla solitudine. La mia selva oscura, il mio tunnel infinito.

Lockdown: una selva oscura senza una via di uscita

Ricordo ancora il mio ultimo giorno di scuola “normale”. Avrei voluto sapere che quella sarebbe stata l’ultima campanella, che da quel momento tutto sarebbe cambiato.

Tutto ciò che mi resta è sognare

La verità è che siamo tutti relativamente soli. Perché non possiamo aiutarci a vicenda, siamo bloccati, c'è un muro che ci divide.