Questo non è il momento di essere egoisti, ma di mostrare coraggio

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Cloe, 12 anni

Brrr, che freddo. È tutto buio, nessuna luce, nemmeno la più fioca. Continui a camminare ignorando la tua meta e poi…in-ciampi. Si continua ad inciampare e a cadere, come se quella vita l’avessi già vissuta attraverso gli occhi del tuo peggior nemico, che gode alla vista del tuo incespicare in rocce e arbusti. Poco dopo inizi a urlare e a far brillare allo scoperto le tue più recondite paure. Forse nessuno correrà in tuo soccorso, non per malevolenza, ma per semplice indifferenza: è la tua selva oscura quella, fredda e nebbiosa, e l’unico individuo che ti può salvare dal soccombere dopo l’inevitabile precipizio sei tu, nessun’altro.

Quando finì il lockdown del 2020 mi sentii rincuorata, come se rimanere prigionieri delle proprie case fosse un’esperienza solo da dimenticare. Il 2021 è iniziato all’insegna della parola mascherina, e tuttavia noi, sottomessi ad essa, abbiamo ripreso tutte le attività che ci spingevano fuori dalle nostre tane.

Poi le zone rosse hanno preso il sopravvento sulla nostra libertà, e abbiamo nuovamente urlato e ci siamo dimenati con testardaggine, adorando la possibilità di demolire quelle pesanti catene che ci impediscono di salutare, colloquiare, o solamente guardare per-sone che amiamo come parenti, amici o insegnati.

Ovviamente le persone, specialmente i ragazzi, sono tutte diverse: l’adolescenza è quel lasso di tempo in cui abbiamo una crisi di identità perché sentiamo il carico del nostro avvenire sulle spalle, così dobbiamo decidere tra chi siamo e chi dobbiamo essere.

Questi non sono discorsi banali, al contrario, le persone adulte che ridono di questi nostri pensieri trasudano presunzione poiché in questo momento, ora, adesso le scelte di ciascuno di noi condizionano il futuro della specie umana. E tuttavia magari una mattina ci alziamo, colmi di buoni propositi, e poi il professore della nostra materia preferita ci comunica il voto penoso di una verifica nella quale pensavamo di stupire.

Ecco, da quel momento in poi, la nostra giornata verrà dettata da un atteggiamento: essere scorbutici con tutto ciò che incontriamo. Ecco la nostra Selva Oscura: inciampiamo a raffica nelle emozioni, incediamo goffamente nelle azioni quotidiane e, dopo aver opposto la maggior resistenza possibile, nonostante la nostra forza emotiva sia – ne sono con-vinta – la più potente che il subconscio umano possa sviluppare, crolleremo. E sapete il perché? Perché in quell’istante di crisi non abbiamo saputo come comportarci, se avere un’attitudine ottimista, o gelida e impenetrabile come una lama.

Parlo con la voce di una ragazza di dodici anni, che soffre la chiusura, soffre la mancanza dei suoi amici e della sua palestra. Ogni giorno davanti agli ostacoli abituali mi do il permesso di pensare e agire egoisticamente, posso lamentarmi ed infuriarmi contro il mondo e i suoi governatori. Poi però mi fermo, e ascolto i giornalisti elencare la quantità di morti, di contagiati, di persone a cui il covid-19 ha strappato famiglia e aziende con unghie e denti. Allora mi sento sciocca e stupida.

Perché questo non è il momento di essere egoisti e fare quello che pare, questo è il momento di dimostrare combattività e coraggio. Come? Indossando mascherine, senza assembramenti e senza dare filo da torcere a politici, a docenti e alle forze dell’ordine che fanno di tutto per arginare la pandemia. Perché poi le vite che si spegneranno a causa del nostro menefreghismo e individualismo incondizionato saranno colpa nostra.

E riconoscere di avere ucciso il padre di una bambina, per averlo infettato innocuamente dopo esserci però divertiti ad una festa tra amici di cinquanta persone, provoca dolore, molto dolore. E quando ce ne saremo accorti avremmo desiderato di non avere commesso una simile assurdità: un’assurdità che ha compromesso la vita di un uomo, che non vedrà mai crescere sua figlia.

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