A proposito del “gioco” nella nostra società…

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Ma cosa è e cosa rappresenta il gioco nella nostra società? 

Il progetto “Il gioco è una cosa seria” pone al centro della sua programmazione il gioco.

Ma cosa è e cosa rappresenta il gioco nella nostra società?

Secondo la Treccani il gioco è un’attività fondamentale molto utile per gli esseri viventi, che ci consente di rafforzare e di affinare, in maniera piacevole, le potenzialità del corpo e della mente.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il gioco è un vero e proprio “diritto” dei bambini di ogni età e suggerisce che i bambini debbano giocare almeno 180 minuti al giorno per il loro corretto sviluppo.

Anche Maria Montessori fu tra le prime a riconoscere ed evidenziare l’importanza del gioco nella vita dei bambini, tanto da associarlo ad un vero e proprio lavoro per esaltarne la giusta rilevanza, definendolo così: “il gioco è il lavoro del bambino”.

E a proposito di questa definizione si segnala l’esposizione “The Nature Of Game” di Francis Alÿs nel Padiglione del Belgio alla Biennale Arte di Venezia (aperta fino al 27 novembre 2022), in cui l’artista propone una serie di video in cui il gioco è il protagonista.

Dal sito della Biennale:

“Il gioco è qualcosa di naturale, qualcosa che scopriamo e impariamo istintivamente nella nostra infanzia. È un bisogno umano essenziale. È necessario prendere tempo, impiegare tempo e perdere tempo giocando. Il gioco dei bambini è da intendersi come una relazione creativa con il mondo. Dal 1999, la telecamera di Francis Alÿs riprende i bambini che giocano nello spazio pubblico. Ha iniziato con il video Children’s Game #1: Caracoles, in cui si vede un ragazzino che, a calci, fa risalire una bottiglia su una strada ripida, per poi lasciarla rotolare giù e calciarla su di nuovo. Osservare, indagare e documentare il comportamento umano nella vita urbana è una costante nel lavoro di Alÿs. I suoi film registrano, in chiave etnografica, sia il potere della tradizione culturale sia gli atteggiamenti autonomi dei bambini, anche nelle situazioni più conflittuali”.

 

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