Crescere senza macigni sul cuore, arriva la “Scuola del gioco”

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Associazioni, scuole e istituzioni fanno rete per il benessere dei ragazzi, presentato il progetto finanziato da Regione Lazio e Impresa sociale Con i bambini “Il gioco è una cosa seria”

Mettersi in gioco per crescere. Reagire alle difficoltà senza lasciarsi spezzare. Imparare ad avere cura di sé stessi e a volersi bene. Sono solo alcuni tra gli obiettivi del progetto “Il gioco è una cosa seria”: un mix di attività educative pensate per gli studenti tra i 13 e il 16 anni, frutto di una partnership tra associazioni del terzo settore, scuole e istituzioni contro la povertà educativa minorile, nell’ambito dell’avviso pubblico “Non uno di meno”, promosso da Regione Lazio e Impresa sociale Con i bambini.

Nell’Aula consiliare del Comune di Viterbo il 14 febbraio 2022 si è svolta la conferenza stampa di presentazione del progetto. Hanno partecipato, in presenza o a distanza, le associazioni in prima linea nella stesura del progetto: Juppiter, Cooperativa Exodus Cassino, Associazione Mecenate 90, Associazione per l’Ecomuseo Casilino ad Duas Lauros. Presenti anche le autorità, tra le quali il commissario straordinario al Comune di Viterbo, Antonella Scolamiero, e i dirigenti scolastici delle scuole coinvolte: gli istituti comprensivi Ellera, Fantappiè, Fratelli Agosti, Cassino III.

È in queste scuole che il progetto vedrà la luce, attraverso una serie di attività da affiancare alle lezioni frontali ricomprese ne “La scuola del gioco”. Così è stato chiamato questo nuovo modello educativo che vuole sostenere la crescita di bambini e ragazzi, affiancando gli istituti scolastici e occupandosi del grande spazio di formazione che va oltre le lezioni frontali: una prateria di opportunità e scoperte. L’approccio vuole essere leggero alla calviniana maniera: di quella leggerezza che nulla ha a che vedere con la superficialità, ma con l’insegnare alle giovani generazioni a non avere macigni sul cuore.

“Il tentativo sarà quello di instaurare con i ragazzi un dialogo profondo, per allenarli a essere sempre più aperti, curiosi, coraggiosi e tenaci” ha dichiarato il presidente dell’Associazione Juppiter Salvatore Regoli “Per far questo bisogna prenderli sul serio, non trattarli con sufficienza, far sì che si mettano in gioco, stimolare empatia e spirito critico. Vorremmo fare con loro un lavoro che serva a dotarli di competenze spesso non incluse nei programmi scolastici tradizionali ma comunque fondamentali: capacità di comunicare, di collaborare tra loro, di gestire e superare i conflitti. La ‘Scuola del gioco’, tra le sue tante attività, prevede anche laboratori sulla sfera emotiva: vogliamo che gli studenti conoscano a fondo se stessi e imparino ad apprezzarsi. Solo così potranno sentirsi sempre più sicuri e non avere paura di affrontare i loro problemi di ogni giorno: dal litigio con un amico a un brutto voto”.

Alla “Scuola del gioco” saranno approfondite tematiche vicine ai giovani, come il bullismo e la violenza, sempre con modalità di apprendimento basate sulla scoperta, sull’esperienza diretta, sulle nuove tecnologie: i ragazzi realizzeranno contenuti per i social e un’App per aumentare la loro consapevolezza sul tema. Stesso approccio teso all’approfondimento sarà riservato all’ecologia e alla riscoperta delle proprie radici. È per questo che la “Scuola del gioco” prevede un’immersione nei territori, per far conoscere ai ragazzi la storia della propria città, facendola raccontare loro ad anziani e studiosi. Così il gioco diviene lo strumento per riconnettere il tessuto sociale, generare un nuovo dialogo intergenerazionale.

Tra i presenti alla conferenza stampa di presentazione anche i finanziatori del progetto il “Gioco è una cosa seria”: la Regione Lazio e l’Impresa sociale Con i bambini.

“Il progetto è molto ambizioso” ha detto, in videoconferenza, Alessandra Troncarelli, Assessora regionale alle Politiche sociali, Welfare, Beni comuni e Asp “Il finanziamento complessivo è di un milione di euro. Il nostro intervento è stato quello di stare accanto sia alle famiglie, sia ai ragazzi e alle ragazze. Purtroppo il 2020 e 2021 sono stati anni di sofferenza dovuta alla pandemia. Anni in cui le diseguaglianze, ma soprattutto la dispersione scolastica e la povertà educativa sono state al centro della nostra politica proprio per combatterle e diminuire le disparità, perché il diritto all’istruzione dev’essere di tutti”.   

Saverio Lucido, referente delle attività istituzionali di Impresa sociale Con i bambini, in videoconferenza, ha spiegato di cosa si occupa questa società senza scopo di lucro, nata nel 2016 per attuare i programmi del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile: “È un ente di terzo settore che, ad oggi, ha pubblicato 11 bandi, selezionando 384 progetti su tutto il territorio nazionale, investendo oltre 300 milioni di euro, coinvolgendo oltre 500mila bambini e adolescenti e 6700 organizzazioni tra terzo settore, scuole, enti pubblici e privati. Con questo progetto credo sia la prima volta che si verifichi un’integrazione nella programmazione tra ente pubblico e privato sul territorio, tra l’altro in un periodo delicato come l’emergenza sanitaria e questo, dal mio punto di vista, è un modus operandi innovativo”.

A fare gli onori di casa, il commissario straordinario al Comune di Viterbo Antonella Scolamiero che ha sottolineato: “Questo progetto è un’ottima occasione per il Comune e per i ragazzi. È fondamentale che i giovani si riprendano gli spazi che avevano prima della pandemia e questo è importante anche per i genitori. Pensate al lockdown: i bambini sono stati sempre con i familiari e non hanno potuto giocare che con il cellulare o i videogame, non hanno potuto interagire tra loro. Questo progetto è bellissimo anche perché si indirizza a tanti tipi di fragilità che i ragazzi possono avere e quindi vanno supportati, insieme alle loro famiglie, con un ruolo decisivo della scuola. Sono convinta che sarà un successo”.

 

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